Solovki

L'arcipelago delle Solovki, formatosi nei pressi del Circolo polare artico circa 10.000 anni fa in seguito al ritrarsi di un gigantesco ghiacciaio, ha una superficie complessiva di oltre 260 km² ed è considerato per le sue condizioni climatiche una delle regioni più inospitali della Russia...

L’arcipelago delle Solovki, formatosi nei pressi del Circolo polare artico circa 10.000 anni fa in seguito al ritrarsi di un gigantesco ghiacciaio, ha una superficie complessiva di oltre 260 km² ed è considerato per le sue condizioni  climatiche una delle regioni più inospitali della Russia.
All’inizio del XV secolo sull’arcipelago fu fondato un monastero ortodosso, noto per la sua rigida regola e per la fiorente economia.
Con l’arrivo dei bolscevichi sulle isole, nel 1920, le Solovki si trasformarono in luogo di deportazione per gli oppositori del regime, e nel 1923 qui venne creato il primo nucleo di quello che poi sarebbe diventato noto col nome di GULag: i lager a destinazione speciale delle Solovki. Qui, lontano da occhi indiscreti, si metteva a punto la pratica delle fucilazioni, l’organizzazione della sorveglianza, si definivano le norme di alimentazione dei detenuti, il loro abbigliamento, la tecnica di sepoltura dei cadaveri, si studiavano le possibilità d’impiego massiccio del lavoro coatto.
L’assoluta maggioranza dei detenuti si trovava alle Solovki su indicazione dell’amministrazione sovietica, e non per la sentenza di un tribunale. I primi prigionieri di questi lager furono proprio gli attivisti dei partiti politici che avevano favorito la presa del potere da parte dei bolscevichi.
Le guardie delle Solovki venivano scelte, di regola, fra i condannati che prima dell’arresto avevano prestato servizio nella milizia, negli organi della Sicurezza dello Stato, o avevano militato nel partito comunista. Più tardi queste guardie, istruite alla scuola delle Solovki, divennero dirigenti di lager in tutta l’Unione Sovietica.
All’inizio degli anni ’30 i lager sull’arcipelago delle Solovki e i loro distaccamenti sulla terraferma ospitavano più di 70.000 detenuti. Il regime di detenzione diventava sempre più duro, e verso la metà degli anni ’30 le Solovki si erano trasformate in carcere punitivo per gli altri campi del paese. Questo periodo della storia dell’arcipelago si concluse con le fucilazioni in massa del 1937, quando furono uccise più di 2.000 persone.
Dal 1937 le Solovki furono trasformate in un penitenziario a regime durissimo, ma verso la fine dell’anno la maggioranza dei prigionieri fu trasferita sul continente per essere utilizzata in qualità di forza lavoro nei “cantieri del socialismo”, nei lager dell’Estremo Nord dell’URSS.
Nell’arcipelago delle Solovki e negli altri lager della Carelia sovietica finirono oltre un milione di detenuti. Non è il numero più alto nell’elenco delle vittime del terrore bolscevico
Il monumento a tutte le vittime delle repressioni in URSS, eretto oggi di fronte al quartier generale del KGB a Mosca, è la “Pietra delle Solovki”, un masso portato nella capitale della Russia dall’ex capitale dei lager.

Download pannello
Dovnload Solovki

 

[nggallery id=9 template=caption]

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Milano, 4 maggio 2025. Zona di libertà. Festival a sostegno dei prigionieri politici e delle loro famiglie.

Domenica 4 maggio dalle 12:00 alle 19:30 a Milano presso il centro culturale Slow Mill (via Volturno 32) si svolge il Festival a sostegno dei prigionieri politici e delle loro famiglie. In Russia quasi tremila persone sono perseguitate a causa delle loro convinzioni politiche. Di queste circa millecinquecento si trovano attualmente private della libertà. E questi sono solo i casi di cui siamo a conoscenza grazie alle organizzazioni per i diritti umani. In realtà il numero potrebbe essere molto più alto. Dall’inizio della guerra su vasta scala in Ucraina nel 2022 le repressioni in Russia contro chi esprime apertamente il proprio dissenso nei confronti delle azioni del governo si sono intensificate. Le persone con posizioni critiche vengono sempre più spesso arrestate, multate o incarcerate con accuse di natura politica. Ci riuniamo per scrivere lettere a questi prigionieri, per mostrare loro che non sono soli e per offrire loro un sostegno morale. Si parlerà di libertà, solidarietà e diritti umani insieme ad attivisti dalla Russia e dall’Italia, in un contesto di pressione e repressione. Per maggiori informazioni è disponibile la pagina Facebook fb.me/e/5naSgtfPU.

Leggi

25 aprile 2025. Ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo.

Oggi in Italia si celebra la liberazione dal fascismo, la fine dell’occupazione da parte di un regime violento e liberticida. Ogni anno si fa memoria di questo evento: una memoria complessa, allo stesso tempo individuale e collettiva, famigliare e pubblica. Eppure è sulla liberazione dal nazifascismo che poggiano le fondamenta del nostro stato democratico. Per la nostra associazione, che si occupa di memoria storica e diritti umani, è una festa importantissima. Lo è ancora di più dal 2014, e di più ancora dal 2022, da quando cioè l’Ucraina si oppone all’invasore e resiste agli attacchi criminali sferrati dal governo russo che non ha alcun rispetto per i diritti umani, che viola ogni accordo e non esita a manipolare la realtà a suo piacimento. Oggi ricordiamo le persone che 80 anni fa in Italia hanno sacrificato la propria vita per un’idea forte e concreta: la possibilità di scegliere. Oggi tutti i nomi tornano a casa, in chi li ricorda e ne porta avanti il messaggio. Per questo rivolgiamo un pensiero particolare a tutti i cittadini e le cittadine che resistono, in Ucraina, in Belarus, in Georgia e nei luoghi dove la vita umana viene calpestata in nome di ideologie criminali, e sosteniamo chi è nelle colonie penali della Federazione Russa per essersi opposto al regime dittatoriale che li ha ingiustamente incarcerati. Perché presto anche in tutti questi paesi si possa festeggiare il giorno della Liberazione. Nell’immagine il Museo storico della Liberazione di via Tasso a Roma.

Leggi

21 aprile 2025. La Comunità dei russi liberi dichiarata organizzazione non desiderata nella Federazione Russa.

Il 21 aprile 2025 la Procura generale della Federazione Russa ha dichiarato organizzazione non desiderata la Comunità dei russi liberi, composta di cittadini russi residenti in Italia che si oppongono alla guerra. Secondo la Procura generale, i membri dell’associazione “ritrasmettono attivamente le tesi della propaganda occidentale riguardanti la Russia”, organizzano “manifestazioni antirusse” e “attirano l’attenzione” degli italiani “sulle presunte sistematiche violazioni dei diritti e delle libertà dei cittadini in Russia”. Memorial Italia esprime la propria solidarietà ai membri della Comunità dei russi liberi, dichiarata organizzazione non desiderata dal regime putiniano. Condanniamo l’ennesimo provvedimento iniquo di un regime iniquo che colpisce chi cerca di opporsi alla guerra aiutando anche la popolazione civile ucraina.

Leggi