Il bacino carbonifero della Vorkuta (repubblica dei Komi) fu sfruttato a partire dal 1932 dall’Uchtpečlag dell’Ogpu.
Nel 1952 in questo territorio funzionavano diversi grandi lager: Uchto-Ižemskij, Vorkutinskij, Mineral’nyj, Rečnoj, Pečorskij, Ust’vymskij e Obskij.
Il più grande della regione era il Vorkutinskij ITL (1938 – 1960), la cui direzione si trovava nella città di Vorkuta. I detenuti, che raggiunsero le 73.000 unità, erano addetti all’estrazione del carbone. Inoltre costruivano miniere, case, impianti civili e industriali (fra cui una centrale termoelettrica), ferrovie. Dopo la spartizione della Polonia tra la Germania di Hitler e l’Unione Sovietica nel 1939, furono portati al Vorkutlag decine di migliaia di cittadini polacchi. Nel 1940 vi finirono i prigionieri di guerra sovietici liberati dopo la fine della guerra contro la Finlandia, come pure migliaia di Lituani, Lettoni e Estoni, i cui territori erano appena stati annessi all’Unione Sovietica. A partire dalla fine del 1943, vi furono internati prigionieri di guerra e civili tedeschi, così come molti altri stranieri.
Moldova: Storia, memoria e politica
Intervista allo storico e scrittore: “Si percepiscono come legati alla Romania ma al tempo stesso sono stati socializzati attraverso elementi linguistici e politici di altra provenienza. Perciò, io credo che dovremmo avviarci verso una concezione prettamente europea del discorso nazionale incentrata su due elementi principali: una lingua di stato comune, il rumeno, unito al rispetto delle minoranze culturali e linguistiche”.