Ricordando Chernobyl
Parlare di Chernobyl, il più grave incidente nucleare della storia, avvenuto il 26 aprile 1986, vuol dire parlare del passato, del presente e del futuro. Lo fanno qui varie voci, quasi tutte ucraine: storici, sociologi, antropologi del rischio, poeti, scrittori, fotografi, artisti, bambini. Il loro racconto ci presenta il disastro, non nella sua dimensione scientifica e tecnologica, ma in quella più profondamente umana, come evento che ha sconvolto la storia di un Paese e la vita di un popolo.
E’ una visione diversa di quell’evento, visto nella situazione storica che lo rese possibile, nella lunga scia di conseguenze che ha portato e porterà con sè per le singole persone e per un territorio, negli squarci che apre sulla nostra consapevolezza del presente e del futuro.
Chernobyl, in ucraino Chornobyl, vuol dire anche “assenzio”.
“Il nome della stessa è Assenzio” è il versetto 8,11 dell’Apocalisse di Giovanni. Esso preannuncia che al suono della terza tomba la stella Assenzio cadrà dal cielo e irradierà il suo potere come una torcia ardente rendendo amare le acque dei fiumi e facendo morire una gran quantità di uomini.
Il libro nasce dalla collaborazione tra l’Associazione umanitaria e culturale “Il Ponte-Mict” di Caldogno e l’Istituto per le ricerche di storia di Vicenza. E’ curato da Francesca Lomastro, storica, rappresentante de “Il Ponte-Mict”, Andrii Omelianiuk, rappresentante del Fondo umanitario “Korda” di Kiev, e Oxana Pachlovska, scritrice e poetessa, docente di storia e letteratura ucraina all’Università di Roma “La Sapienza”.
Al libro è allegato il video “1986-2006: ricordare Chernobyl”.
La pubblicazione è stata realizzata con il contributo del CSV di Vicenza.