Ucraina, un anno di guerra. Continue repressioni, ma non possiamo abbandonare la Russia

Prima e dopo quel famigerato 24 febbraio 2022.

(di Memorial Ekaterinburg; traduzione di Simone Guagnelli)


20 febbraio 2023 
ore 11:34


Memorial Ekaterinburg è una delle più antiche organizzazioni non governative entrate a far parte di Memorial Internazionale


Fondato nel 1987 a Ekaterinburg da un gruppo di cittadini come movimento civico e dal 1990 registrato come organizzazione pubblica, Memorial Ekaterinburg è un centro di informazione e ricerca sulla storia delle repressioni totalitarie in URSS e su altri disastri sociali del XX secolo in Europa e nel mondo dovuti al disprezzo per la vita e per la dignità umana. Dal 1992 fino alla morte, avvenuta nel 2021, la presidente di Memorial Ekaterinburg è stata Anna Pastuchova.


Attualmente, Memorial Ekaterinburg è una piattaforma educativa attiva nella difesa dei diritti umani fondamentali e delle libertà civili. Memorial considera il radicamento dei valori liberali e dei principi democratici nella società, come sancito dalla Costituzione della Federazione Russa, la principale garanzia per non ripetere la tragedia del passato totalitario.


Tre sono gli indirizzi principali del lavoro di Memorial: ricerca storica, educazione e diritti umani.


Nell’ambito del lavoro storico e di ricerca, l’organizzazione dispone di materiali unici, raccolti in una sala messa a disposizione tempo addietro dall’amministrazione comunale: un grande archivio di documenti, una biblioteca e materiali relativi a casi di repressioni politiche che denunciano i crimini dello stalinismo. Inoltre, vengono condotte ricerche e organizzate visite ai luoghi di memoria delle vittime delle repressioni, con relativa pubblicazione sui siti Internet della organizzazione.


Come centro educativo, fino a poco tempo fa Memorial Ekaterinburg collaborava attivamente con le istituzioni scolastiche, organizzando regolarmente mostre storiche, conferenze e seminari per bambini e adulti, partecipando a programmi di partenariato con il Museo Ernst Neizvestnyj e il Centro El’cin di Ekaterinburg. Per studenti, scolaresche e visitatori di Memorial venivano organizzate visite guidate ai luoghi della memoria e alle fosse comuni delle vittime delle repressioni.

Memorial Ekaterinburg per la regione è un importante centro per la difesa dei diritti civili e delle libertà. Nel corso della sua esistenza, Memorial Ekaterinburg ha sempre assunto una chiara posizione civica, criticando apertamente i processi politici non democratici e le modifiche legislative volte a opprimere i diritti e le libertà individuali, fornendo uno spazio e un centro di risorse per l’attivismo civico e proteggendo i cittadini e le organizzazioni dalle persecuzioni a sfondo politico, in collaborazione con il progetto per i diritti umani OVD-Info e il gruppo di attivisti civici «Ekaterinburg Per la Libertà» (Ekaterinburg Za Svobodu).


La mancanza di libertà della società civile


Memorial Ekaterinburg, come molte organizzazioni non governative russe, ha sofferto il processo di soppressione dei diritti e delle libertà civili individuali, dell’attivismo politico personale e la lotta contro il dissenso.

Nel 2003 Memorial Ekaterinburg, per iniziativa del governo russo, è stata privata di un edificio nel centro della città che le era stato assegnato all’inizio degli anni ’90 e solo nel 2005, grazie al sostegno di cittadini attivi e di noti personaggi pubblici, le è stato destinato un seminterrato in condizioni fatiscenti e con tubature che perdevano. La presidente A. Pastuchova e i suoi colleghi hanno lavorato duramente per ristrutturarlo e riqualificarlo.


Nel 2015, le autorità russe hanno riconosciuto come agenti stranieri le tre entità giuridiche sotto le quali operava l’organizzazione no profit Memorial. Da allora Memorial Ekaterinburg e la sua presidente Anna Pastuchova sono stati ripetutamente e ingiustificatamente multati per aver svolto indebitamente, secondo il Ministero della Giustizia, il compito di agente straniero. I membri e i volontari dell’organizzazione sono stati inoltre sanzionati con multe e detenzioni amministrative.


Aumento delle repressioni


Dopo l’inizio della guerra, è stato vietato qualunque esplicito dissenso contro le autorità in qualsiasi forma (un picchetto individuale, un post sui social media, ogni evento pubblico organizzato da persone con uno spirito critico). La “corretta” copertura degli eventi in Ucraina e la graduale revisione dei fatti storici a vantaggio del potere del dittatore sono il principale ambito di controllo ideologico da parte dello Stato. Nel Paese è stata di fatto introdotta la censura militare, ogni discorso pubblico che critichi le autorità viene punito e le manifestazioni di protesta vengono duramente represse.


Memorial e tutti i suoi attivisti si sono apertamente opposti alla guerra. Il sito web di Memorial Ekaterinburg ha pubblicato una dichiarazione di Aleksej Mosin, storico e direttore dell’organizzazione, in cui si afferma l’opposizione dell’organizzazione all’invasione militare dell’Ucraina e si chiede alle autorità di fermare le azioni militari. Già prima dell’inizio della guerra, per diverse settimane, gli attivisti di Memorial Ekaterinburg avevano organizzato quasi quotidianamente picchetti di protesta solitari contro il possibile imminente scoppio della guerra. Fin dal primo giorno di guerra, gli attivisti per i diritti civili di Memorial hanno trascorso diversi giorni alla settimana nelle stazioni di polizia e nei tribunali per difendere i diritti dei cittadini alla libertà di espressione e di riunione.


Di conseguenza, si sono intensificate le misure repressive contro l’organizzazione e i suoi membri dediti alla difesa dei diritti umani.


La mattina del 23 giugno 2022, alcuni agenti del Centro di lotta all’estremismo si sono recati presso l’abitazione di Aleksej Mosin, direttore di Memorial Ekaterinburg e lo hanno prelevato con la forza per condurlo all’ufficio di Memorial.


Per oltre 6 ore sono stati perquisiti i locali dell’organizzazione, impedendo ad Aleksej Gennadievič di partecipare a una conferenza internazionale sulla storia dello stalinismo.


Secondo gli agenti, il presupposto per la perquisizione consisteva nell’informazione che Memorial, con sede a Ekaterinburg, stesse pubblicando e facendo circolare letteratura estremista. Le forze dell’ordine hanno sequestrato 43 libri, 26 fumetti, altri prodotti stampati e supporti elettronici. Di fatto, non sono state mosse accuse contro l’organizzazione o i suoi membri. I beni sequestrati durante la perquisizione non sono ancora stati restituiti.


Nel dicembre del 2022, le autorità hanno disposto il sequestro dei locali di Memorial. Con una lettera del 20 dicembre (numero di protocollo 02.15-14/002/6841), il Dipartimento per la gestione dei beni comunali di Ekaterinburg ha notificato a Memorial Ekaterinburg la risoluzione del contratto di locazione per uso non residenziale di un immobile comunale a Ekaterinburg.


Le nuove disposizioni di legge vietano agli agenti stranieri di impegnarsi in attività formative (come, ad esempio, l’organizzazione di concorsi di saggistica storica tra gli studenti delle scuole), rendendo impossibile la collaborazione attiva con scuole e altri istituti educativi. Ora anche gli insegnanti, temendo di essere perseguiti, non sono disposti a collaborare con un’organizzazione riconosciuta dallo Stato come agente straniero. Le autorità hanno ripetutamente posto fine a eventi gestiti in collaborazione con varie comunità e organizzazioni facendo leva su misure amministrative e di polizia; ad esempio, le iniziative del progetto “Lo Spazio della Politica” e un ciclo di conferenze sulla storia non solo delle repressioni, ma della Russia in generale, presso il centro bibliotecario municipale di Ekaterinburg, sono state annullate grazie alle pressioni esercitate sui proprietari dei locali.


Elena Šukaeva, una giornalista che aveva seguito da vicino le proteste contro la guerra e i successivi processi agli attivisti di Ekaterinburg nei primi giorni della guerra, è stata riconosciuta dalle autorità come agente straniero per la sua collaborazione con Radio Liberty (Radio Svoboda); è stata inoltre multata 5 volte per aver rilasciato commenti contro la guerra sui social media e poi è stata detenuta per 14 giorni per aver pubblicato un videoclip realizzato da Aleksej Naval’nyj 5 anni fa. Il video era solo un pretesto: il vero scopo della detenzione era la volontà delle autorità locali di metterla a tacere.


Anatolij Svečnikov è stato multato per la sua partecipazione a eventi pubblici e sanzionato tre volte, con l’assegnazione di 80 ore di lavoro obbligatorio, per aver partecipato come difensore dei diritti umani a manifestazioni di protesta pacifiche. È stato formalmente detenuto in un centro di detenzione speciale per un mese per aver tentato di deporre dei fiori in memoria di Boris Nemcov. La vera ragione era la sua attività di coordinamento e assistenza per i diritti umani a decine di detenuti in attesa di giudizio in procedimenti giudiziari nell’arco dei 3 giorni successivi allo scoppio della guerra.


Nell’estate del 2022, una “proposta” dei servizi di sicurezza è stata consegnata ai difensori dei diritti umani della organizzazione tramite terzi: lasciare il territorio della Federazione Russa entro due settimane.


Le continue repressioni, la sorveglianza, le violazioni illegali della privacy, la lettura delle conversazioni su applicazioni di messaggistica istantanea e nelle e-mail, la pubblicazione sui media controllati dalla polizia della data, dell’ora e del luogo esatti dell’attraversamento del confine russo da parte del personale di Memorial hanno fatto sì che tre membri della organizzazione, impegnati nel lavoro sui diritti umani, siano stati costretti a abbandonare la Russia nell’autunno del 2022.


Elena Parij, Aleksej Mosin, Irina Skačkova
Elena Parij, Aleksej Mosin, Irina Skačkova durante una manifestazione di protesta nel 2020
(foto di Ivan Abaturov, CC BY-SA 4.0)


Memorial Russia in esilio è il nuovo progetto che unisce centinaia di attivisti di Memorial costretti a lasciare il proprio Paese


La Russia, in realtà, non possiamo abbandonarla e rimanere indifferenti al suo destino.


Elena Šukaeva continua il suo lavoro di giornalista, collaborando con Radio Liberty e altri media indipendenti e con il progetto “Ultimo indirizzo” in Germania.


Anatolij Svečnikov continua a coordinare le attività di Memorial Ekaterinburg ed è coinvolto in progetti sui diritti umani.


Irina Ručko ha rinunciato al proprio status di avvocata e fornisce consulenza ai difensori dei diritti umani rimasti in Russia e alle persone richiedenti sostegno.


Memorial Ekaterinburg


I processi farsa nella società russa non hanno tuttavia fermato le attività di Memorial Ekaterinburg.


Nel maggio 2022, Memorial Ekaterinburg, rappresentata dal suo presidente, lo storico Aleksej Mosin, opponendosi al recupero dello stalinismo e alla giustificazione dei suoi crimini, ha avviato un’azione legale contro il Circolo degli Ufficiali del Distretto Militare Centrale per costringere i responsabili a rimuovere il bassorilievo di Iosif Stalin dalla facciata dell’edificio. La posa del bassorilievo era avvenuta il 13 dicembre 2021, con numerose violazioni delle leggi federali sulla protezione del patrimonio culturale, infrazioni di cui sono state presentate al tribunale numerose prove, compresa una perizia di un esperto del settore. Purtroppo, i tribunali russi non hanno ascoltato Memorial, ritenendo che il bassorilievo del criminale che ha assassinato milioni di innocenti rappresentasse un elemento decorativo degno del patrimonio culturale e artistico del Ministero della Difesa russo.


Dal 23 al 25 giugno 2022, il Centro El’cin ha ospitato la XIV Conferenza internazionale «Storia dello stalinismo», dedicata alla storia della fondazione e della dissoluzione dell’URSS: «L’emergere della statualità sovietica: la scelta del percorso e le sue conseguenze».


Dal 27 giugno 2022, è in corso lo scavo di una fossa comune a Čeljabinsk, effettuato su richiesta dell’amministrazione locale da parte dei volontari del “Movimento di ricerca russo”. A questo proposito, gli attivisti di Memorial Ekaterinburg hanno pubblicato diversi materiali, anche sul sito web di Radio Svoboda.


Il progetto “Ultimo indirizzo” dedicato alla commemorazione delle vittime delle repressioni politiche a Ekaterinburg è stato praticamente sospeso, poiché la sua coordinatrice, Elena Šukaeva, è dovuta fuggire all’estero per sfuggire alle persecuzioni. Ma a Ekaterinburg ci sono ancora persone pronte a portare avanti questa meritevole iniziativa.

I tempi sono cambiati; ora, con lo scoppio della guerra, le autorità nazionali non autorizzano l’iniziativa di strada mensile “Strategia-6”, che in precedenza si svolgeva il 6 di ogni mese: in questo modo, per diversi anni, abbiamo tenuto informati i cittadini di Ekaterinburg sul problema dei prigionieri politici in Russia. Nell’ambito della campagna, sono stati distribuiti centinaia di volantini con informazioni aggiornate sul numero di prigionieri politici e sui nuovi casi più rilevanti di repressione politica nel Paese. Attualmente, invece, gli attivisti di Memorial e di «Ekaterinburg Per la Libertà» organizzano ogni mese la «Serata delle Lettere ai Prigionieri Politici».


Alla fine del 2022, abbiamo avviato un nuovo progetto chiamato «Incontri con Memorial». Si tratta di una serie di conferenze educative periodiche tenute da membri e attivisti di Memorial Ekaterinburg.


Negli ultimi anni sono state allestite diverse mostre fotografiche e realizzati video informativi sulla storia delle repressioni in concomitanza con alcuni eventi organizzati da Memorial Ekaterinburg: visite alla regione di Tomsk, un viaggio nella regione di Tjumen’, nella regione di Tver’, una gita di un giorno a Nižnij Tagil: tutti i materiali sono ancora disponibili sul sito web e sul canale YouTube di Memorial Urali.


Prosegue la lotta per la salvaguardia del più famoso luogo di memoria delle repressioni, il memoriale nel sito delle fosse comuni al 12° km del Moskovskij Trakt. Per tre anni, l’opinione pubblica ha cercato caparbiamente di convincere le autorità a rinunciare allo sfruttamento economico di questi territori. Quest’anno l’amministrazione, approfittando dell’abolizione di fatto di molte leggi in Russia, ha deciso di “chiudere la questione” dei confini dei luoghi di sepoltura delle vittime delle repressioni, organizzando in modo frettoloso e noncurante scavi non professionali vicino ai luoghi di sepoltura conosciuti e identificati su soli 10 ettari invece che su quasi 200.


Nonostante le proteste pubbliche e le dichiarazioni ai media da parte di Memorial Ekaterinburg, si stanno ultimando i documenti ufficiali, in base ai quali solo 10 ettari, nella migliore delle ipotesi, saranno destinati al luogo di sepoltura delle persone giustiziate, mentre il resto del territorio verrà ceduto al proprietario della Compagnia russa del rame, il signor Altuškin, che in quell’area ha già costruito e gestisce poligoni di tiro. Lì, i commilitoni di quella che è di fatto la sua compagnia militare privata si allenano a sparare con munizioni vere.


Non sappiamo dove verranno impiegate queste competenze, ma qualche ipotesi la possiamo azzardare. All’inizio del 2019, sono state proprio queste formazioni ad aver disperso migliaia di cittadini che protestavano contro la costruzione di una chiesa ortodossa in un parco pubblico nel centro della città. I rappresentanti di Memorial Ekaterinburg e alcuni storici di fama della regione di Sverdlovsk continuano a credere che “costruire sulle ossa” sia illegale, immorale e dannoso per la memoria delle vittime delle repressioni.


Proprio come in passato, gli attivisti di Memorial Ekaterinburg partecipano all’iniziativa internazionale “La restituzione dei nomi”, che si svolge ogni anno e consiste nella lettura pubblica dei nomi dei repressi che, all’epoca delle uccisioni di massa dei cittadini da parte dello Stato, sono stati sepolti in modo anonimo nelle discariche di tutto il Paese. Oggi gli abitanti di Ekaterinburg possono leggere i nomi delle vittime delle repressioni: in questo modo onorano la loro memoria mentre si trovano in diverse città e paesi, continuando a credere nella splendida Russia del futuro…

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

#2 | Modalità e strumenti della propaganda russa.

Continuiamo a segnalare materiali che analizzano e aiutano a comprendere meglio le modalità e gli strumenti utilizzati dalla propaganda russa per seminare incertezza, disinformazione e caos anche ben oltre i confini nazionali. Con il protrarsi della guerra i meccanismi con cui si cerca di infiltrare narrazioni propagandistiche e “alternative” sull’invasione dell’Ucraina continuano a funzionare. Sono vari gli strumenti che ne facilitano l’insediamento e la diffusione. Riteniamo dunque importante segnalare documentari, ricerche e articoli che analizzano le narrazioni propagandistiche russe e i tentativi di penetrare il sostrato dell’informazione globale e, in molti casi, italiana. Il sito di LA7 mette a disposizione il documentario di Francesca Mannocchi Lirica ucraina. Dopo mesi in cui questioni economiche e geopolitiche sono state i principali temi del dibattito pubblico, il documentario rimette al centro le principali vittime dell’aggressione russa: la popolazione civile e le città ucraine. Le immagini mostrano testimonianze di chi è costretto a vivere quotidianamente la guerra in prima persona e la distruzione provocata da più di tre anni di bombardamenti sul territorio ucraino: RivediLa7, Lirica Ucraina, francesca Mannocchi. L’Istituto Gino Germani pubblica la ricerca Narrazioni strategiche russe nei libri di testo delle scuole secondarie di primo grado italiane, condotta da Massimiliano Di Pasquale e Iryna Kashchey. Lo studio è basato su quattro case study con l’obiettivo di discutere i principali fattori storico-politici e culturali che hanno reso la società italiana più permeabile all’influenza della narrazioni strategiche filo-Cremlino e sulla base dei ventotto manuali scolastici analizzati individua le principali narrazioni filorusse: Il paper integrale di Massimiliano Di Pasquale e Iryna Kashchey su “Narrazioni strategiche russe nei libri di testo delle scuole secondarie di primo grado italiane” – Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici. Matteo Pugliese per Affari Internazionali si concentra sulle operazioni clandestine condotte dal regime russo evidenziando in particolare quelle svolte sul territorio italiano: La campagna di sabotaggi russi in Europa interessa anche l’Italia – Affarinternazionali.

Leggi

Roma, 10-11 giugno 2025. Oleg Orlov, Oleksandra Romantsova e Leanid Sudalenka presentano la campagna People First.

Dall’8 all’11 giugno 2025 Oleg Orlov, Oleksandra Romantsova e Leanid Sudalenka, rappresentanti delle ONG insignite del Premio Nobel per la Pace 2022, presentano in Italia la campagna People First, proposta e sostenuta da più di quaranta associazioni ucraine, russe e internazionali, tra le quali Memorial Italia e la Federazione Italiana Diritti Umani, per richiedere di inserire al tavolo delle trattative di pace tra Russia e Ucraina la questione della liberazione di tutte le persone incarcerate o deportate dopo il 24 febbraio 2022. Dopo gli incontri milanesi di domenica 8 giugno che prevedono la tavola rotonda I confini dell’impero di Putin al Festival di Radio Popolare e un incontro con l’Associazione dei russi liberi, Oleg Orlov raggiungerà a Roma due rappresentanti delle altre associazioni insignite del Premio Nobel per la pace 2022 oltre a Memorial: Oleksandra Romantsova, direttrice esecutiva del Centro per le Libertà Civili di Kyiv e Leanid Sudalenka, direttore della sezione di Gomel’ di Vjasna, associazione per la difesa dei diritti umani in Belarus fondata da Ales’ Bjaljacki. La delegazione dei Premi Nobel parteciperà a eventi strategici mirati a chiedere all’Italia di sostenere la campagna People First. Martedì 10 giugno alle 11.00 Oleg Orlov, Oleksandra Romantsova e Leanid Sudalenka terranno un’audizione presso la Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati sul tema della liberazione delle persone incarcerate o deportate dall’inizio del conflitto russo-ucraino: evento | WebTV. Quindi alle 15.00 animeranno l’incontro, aperto al pubblico, Putin’s Russia and the war against Ukraine: Insights from Human Rights Activists presso l’Istituto Affari Internazionali (via dei Montecatini 17), coordinato dalla direttrice Nathalie Tocci. Per partecipare è necessario registrarsi: Putin’s Russia and the war against Ukraine: Insights from Nobel Prize winning Human Rights Activists | IAI Istituto Affari Internazionali. Infine mercoledì 11 giugno alle 10:30 la delegazione parteciperà all’Udienza generale del Santo Padre Papa Leone XIV in piazza San Pietro e alle 14:30 terrà un’audizione presso le Commissioni riunite Affari esteri e difesa e Diritti umani del Senato della Repubblica: Audizione informali in Commissioni riunite 3a e Diritti umani | Senato della Repubblica.

Leggi

Raccolta fondi per i prigionieri ucraini detenuti nelle carceri della Federazione Russa.

Memorial Political Prisoners Support aiuta da tempo in modo autonomo i cittadini ucraini detenuti nelle carceri delle Federazione Russa per ragioni di carattere politico. Al momento la situazione è ulteriormente peggiorata e per questo motivo l’associazione desidera chiedere sostegno anche attraverso la rete dei Memorial europei, promuovendo una campagna di raccolta fondi. Le donazioni saranno destinate alla copertura delle spese legali e alla fornitura di aiuti umanitari. I prigionieri ucraini detenuti nelle carceri della Federazione Russa hanno bisogno di assistenza legale, hanno bisogno di aiuti umanitari, ma soprattutto hanno bisogno di non essere dimenticati. Per maggiori informazioni e per contribuire –> Urgent appeal: help Ukrainian prisoners in Russia – Поддержка политзаключённых. Мемориал. Appello urgente: raccolta fondi per i prigionieri ucraini detenuti nella Federazione Russa. La tragedia dei prigionieri ucraini detenuti nelle carceri della Federazione Russa si consuma tra le pressioni degli agenti di sicurezza, condizioni di detenzione disumane, torture e processi già decisi. “In cella non c’erano né acqua, né gabinetto, né brande; dormivamo su tavolacci di legno. Alla latrina comune non ci portavano tutti i giorni, e comunque sempre col tempo contato. Giorno e notte si sentivano le urla dalla stanza delle torture: non c’era modo di tranquillizzarsi o di raccogliere i pensieri. Una volta ho sentito trascinare qualcuno fuori da una cella vicina, poi uno sparo. Le guardie ci dicevano che presto sarebbe toccato anche a noi, che eravamo troppi.” A questo clima di terrore spesso si aggiunge la totale assenza di contatti con i propri cari. La corrispondenza, l’invio di pacchi e le visite – rari momenti di sollievo nella prigionia – sono per molti detenuti ucraini difficilissimi, se non impossibili da ottenere. Trovare e poter pagare un avvocato indipendente, che svolga il proprio lavoro con coscienza, sostenga il suo assistito e ne difenda i diritti, è un’impresa altrettanto ardua. Riusciamo ancora a offrire questo tipo di supporto, ma ora più che mai abbiamo bisogno del vostro aiuto per andare avanti. Per garantire assistenza legale e aiuti umanitari ai cittadini ucraini detenuti nella Federazione Russa per motivi politici servono 38.000 euro. È una cifra considerevole, ma siamo migliaia anche noi che sosteniamo i prigionieri ucraini. In fondo, basterebbe che 3.800 persone donassero 10 euro ciascuna. Questa volta, però, non vi chiediamo solo una donazione. Vi invitiamo a parlare di questa raccolta fondi alle persone di cui vi fidate: amici, familiari, compagni di emigrazione e colleghi. L’appello è disponibile anche in inglese: potete condividerlo anche con chi non parla russo. A chi sono destinati i fondi? A causa degli alti rischi cui sono esposti i prigionieri ucraini nelle carceri della Federazione Russa molte richieste di aiuto ci arrivano in forma anonima. Possiamo condividerne solo alcune, a titolo esemplificativo. Aiuti umanitari Inviamo regolarmente pacchi a decine di ucraini detenuti nelle carceri della Federazione Russa: cibo, medicinali, libri, sigarette, articoli per l’igiene, vestiti, scarpe – beni di uso quotidiano che in carcere diventano inaccessibili. Sergej Gejdt: “Vi scrivo per chiedervi aiuto. Se riusciste a mandarmi qualcosa da mangiare e delle sigarette ve ne sarei immensamente grato. I miei hanno problemi di soldi, mi pare di capire, e neanche io ho modo di chiedere a loro di darmi una mano, non avendo nessuno cui scrivere o che possa informarli che non ho più nulla. Il problema è che con i pochi rubli che avevo sul conto ho ordinato l’indispensabile: quel poco per lavarmi… E per il cibo non mi è rimasto nulla. Qualche compagno, per fortuna, mi dà una mano come può. Grazie infinite per il vostro tempo e per aver letto la mia richiesta.” Janina Akulova, condannata a nove anni di colonia penale a regime ordinario e a una multa di 700.000 rubli, chiede aiuto per un’altra detenuta: “C’è una ragazza qui che ha urgente bisogno d’aiuto, non ha letteralmente nulla. Noi cerchiamo di tenere duro, ma lei è messa davvero male. Dico sul serio: non ha niente di niente, neppure l’essenziale per lavarsi. Le abbiamo dato quello che potevamo, ma… potete ben capire.” Per continuare a spedire pacchi, servono attualmente 3.320 euro. Assistenza legale Non possiamo divulgare l’identità dei prigionieri ucraini che difendiamo legalmente: metteremo a rischio loro e i loro avvocati. Attualmente sono decine gli uomini e le donne – già condannati o in attesa di giudizio – che dipendono dal nostro aiuto. Quello che gli ucraini sono costretti a subire nelle carceri russe è sconvolgente anche per chi credeva di conoscere bene la brutalità del sistema. Condizioni inumane, torture, violenza oltre ogni limite. Benché, in assenza di un processo equo, un avvocato non possa garantire la liberazione di un innocente, il suo lavoro resta fondamentale. L’avvocato tutela i diritti del detenuto, richiama l’attenzione pubblica sul caso e, spesso, è l’unico interlocutore libero con cui il prigioniero possa comunicare direttamente, l’unico tramite per mantenere un legame con i familiari. Da mesi finanziamo gli avvocati che seguono decine di prigionieri ucraini. Molti casi durano da più di sei mesi e non accennano a finire. Per garantire assistenza legale ai prigionieri politici ucraini servono 31.300 euro. Totale della raccolta: 38.000 euro.Il 10% della somma sarà destinato a coprire le commissioni dei sistemi di pagamento e le perdite dovute alla conversione in rubli. Ogni donazione è importante! La cifra si può raggiungere solo se sono in tanti a contribuire, anche con un piccolo gesto. Al momento, per poter fare la differenza, abbiamo un enorme bisogno non solo di donazioni, ma anche di aiuto nella condivisione. Se 3.800 persone donassero 10 euro ciascuna, potremmo farcela. 5 giugno 2025

Leggi