Ripensare l’Ostpolitik. Indulgenza e gasdotti, gli errori della Germania con la Russia

Gli esempi di decisioni politiche sbagliate prese a Berlino nei confronti dell'Europa orientale sono molti, e ben analizzati in un libro di Sabine Adler, ma quello più evidente sono i due famigerati gasdotti sottomarini che attraversano il Mar Baltico: Nord Stream e Nord Stream 2.

(di Andreas Umland, Centro di Stoccolma per gli studi sull’Europa orientale e Accademia di Kyiv-Mohyla)


21 settembre 2023 
alle 09:54

Copertina del libro
Copertina del libro Die Ukraine und wir di Sabine Adler

La pubblicazione, nell’agosto del 2022 a Berlino per i tipi della casa editrice Ch. Links, del libro Die Ukraine und wir: Deutschlands Versagen und die Lehren für die Zukunft [L’Ucraina e noi: Il fallimento della Germania e le lezioni per il futuro] dell’influente giornalista radiofonica Sabine Adler è stato un evento nel mondo intellettuale tedesco. Il motivo della grande attenzione per il libro di Adler è ovvio: l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ha immediatamente messo in discussione il precedente approccio politico ed economico della Germania nei confronti dell’Europa orientale. Per tre decenni, gli interessi e le preoccupazioni dell’Ucraina, il secondo stato più grande d’Europa, sono stati largamente trascurati da Berlino, mentre le élite politiche ed economiche della Russia sono state ampiamente corteggiate.


Adler rintraccia le origini storiche, politiche, economiche e culturali del fondamentale fallimento della politica tedesca verso lo spazio post-sovietico nel periodo 1991-2021. La sua analisi si concentra non solo sulle cause e sull’inizio della grande guerra del 2022, ma anche sul precedente ruolo della Germania nei confronti del Paese invaso dalla Russia. L’autrice è una delle esperte tedesche di lunga data dell’Europa orientale, e nel suo libro spiega come le omissioni politiche tedesche, il lobbismo, i doppi standard e una forma mendace di pacifismo abbiano indirettamente reso più facile l’attacco russo all’Ucraina. Gli esempi di decisioni politiche sbagliate prese a Berlino nei confronti dell’Europa orientale sono molti, e ben analizzati dal libro di Adler, ma quello più evidente sono i due famigerati gasdotti sottomarini che attraversano il Mar Baltico, Nord Stream e Nord Stream 2. Il primo, un progetto lanciato nel 1997, è entrato in funzione nel 2011 e ha ridotto la dipendenza della Russia dal sistema di trasporto del gas che attraversa anche l’Ucraina. Ha quindi contribuito all’escalation delle tensioni russo-ucraine per tutto il 2013 e, alla fine, allo scoppio della guerra nel 2014. Il progetto Nord Stream 2 non è mai stato completato, ma è ancora più scandaloso che sia stato iniziato nel 2015, quando la guerra russo-ucraina infuriava già da oltre un anno e aveva ucciso migliaia di persone. Tra queste, anche i 298 passeggeri e membri dell’equipaggio (di cui 201 cittadini dell’Unione Europea) che si trovavano sul volo MH17 della Malaysian Airlines abbattuto da un missile antiaereo russo nei cieli dell’Ucraina orientale il 17 luglio 2014.


Di conseguenza, l’analisi critica di Adler sulla politica ucraina di Berlino rappresenta una pietra miliare nella pubblicistica politica tedesca. Ecco cosa hanno scritto i primi recensori del libro per una serie di importanti media tedeschi. Natascha Freundel della RBB Kulturradio lo ha definito “un contributo autorevole per illuminare [i lettori sulle relazioni tedesco-ucraine]”. Viola Schenz sulla Süddeutsche Zeitung ha scritto che “Adler valuta [le relazioni della Germania con l’Ucraina] con saggezza e con un’acutezza tagliente come un rasoio”. Paul Toetzke su Liberale Moderne ha sostenuto che “con il suo libro, Adler riesce a farci da specchio. Mette in evidenza gli errori del [nostro] pensiero”. Bernd Schekauski di MDR Kultur l’ha definito un libro unico “per profondità e acutezza”.


Il libro di Adler non è il primo che valuta criticamente l’eccessivo rispetto per la Russia da parte di Berlino, un rispetto basato su una diffusa incomprensione delle dinamiche politiche e culturali russe da parte della classe dirigente tedesca, che ha finito per portare ad un atteggiamento troppo indulgente verso le mire imperiali di Mosca. La prima crepa in questo muro di compiacenza e incomprensione è stato forse il libro di Gerd Koenen, Der Russland-Komplex: Die Deutschen und der Osten 1900-1945 [Il complesso Russia: la Germania e l’Est 1900-1945] (München: C. H. Beck, 2005, ripubblicato con una nuova prefazione nel 2022). All’autorevole studio di Koenen si sono aggiunti, molto più recentemente, quello di Thomas Urban, Verstellter Blick: Die deutsche Ostpolitik [La vista oscurata. La politica orientale tedesca] (Berlino: Tapeta, 2022), e quello di Rüdiger von Fritsch, Zeitenwende: Putins Krieg und die Folgen [La svolta: la guerra di Putin e le sue ripercussioni] (Berlino: Aufbau, 2022). Pubblicato sei mesi prima del libro di Adler, lo studio di Urban è stato completato poco prima dell’invasione russa su larga scala ed è apparso nelle librerie nel marzo 2022, tre settimane dopo il suo inizio. Rüdiger von Fritsch è invece un ex ambasciatore tedesco a Mosca. Dopo la pubblicazione del suo libro nel maggio 2022, von Fritsch è diventato uno dei più prolifici commentatori della guerra russa contro l’Ucraina nei mass media tedeschi.


Dopo la famosa dichiarazione sulla Zeitenwende (“cambiamento dei tempi”, o svolta) da parte del Cancelliere federale Olaf Scholz il 27 febbraio 2022 e la pubblicazione del libro di Adler nell’agosto 2022, vari giornalisti hanno pubblicato diversi libri sulla questione. Tra quelli più importanti e approfonditi si segnalano, in ordine cronologico di apparizione, quello di Michael Thumann, Revanche: Wie Putin das bedrohlichste Regime der Welt geschaffen hat [Revanche: Come Putin ha creato il regime più pericoloso del mondo] (München: C.H. Beck, 2023); il libro scritto a quattro mani da Reinhard Bingener e Markus Wehner, Die Moskau-Connection: Das Schröder-Netzwerk und Deutschlands Weg in die Abhängigkeit [La Mosca-Connection: La rete Schroeder la via tedesca alla dipendenza] (München: C.H. Beck, 2023); e lo studio di Winfried Schneider-Deters, Russlands Ukrainekrieg und die Bundesrepublik: Deutsche Debatten um Frieden, Faschismus und Kriegsverbrechen, 2022-2023 [La guerra russa all’Ucraina e la Repubblica federale: dibattiti tedeschi su pace, fascismo e crimini di guerra, 2022-2023] (Stoccarda: ibidem-Verlag, 2023).


Mentre altri libri hanno fornito importanti spunti di riflessione prima e dopo Adler, il suo studio è stato nel 2022, e rimane tale nel 2023, uno dei contributi più significativi all’attuale ripensamento tedesco della cosiddetta Ostpolitik (letteralmente: “politica orientale”, un termine legato alla politica inaugurata dal cancelliere Willy Brandt a partire dal 1969) dopo la fine della Guerra Fredda. L’atteggiamento tedesco nei confronti dell’Europa orientale, a sua volta, è stato una delle relazioni internazionali più significativi dell’intera Europa. È stato così in passato, lo è ancora oggi e presumibilmente lo sarà anche in futuro. È una relazione destinata a co-determinare il percorso dell’Europa nei prossimi anni.


Adler è (come me) una tedesca dell’Est e non dell’Ovest, con una notevole esperienza di vita nell’ex blocco sovietico. Con il suo passato nella cosiddetta Repubblica Democratica Tedesca (DDR nell’acronimo tedesco), Adler possiede un retroterra culturale e un punto di vista diverso rispetto ai tedeschi occidentali sulla Russia, l’Ucraina e il ruolo della Germania nell’Europa orientale. Con il suo lungo e forte scetticismo nei confronti di Putin e la sua simpatia per l’Ucraina e le altre repubbliche ex sovietiche, Adler si unisce ad altri influenti analisti tedeschi dell’Europa orientale cresciuti nella DDR. Tra questi, il compianto Werner Schulz, membro di lungo corso dei Parlamenti tedesco ed europeo per il Partito Verde tedesco, Stefan Meister del Consiglio tedesco per le relazioni estere (DGAP), Jörg Forbrig del Fondo Marshall tedesco (GMFUS) e Andre Härtel dell’Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza (SWP). Come questi altri prolifici specialisti dell’Europa orientale, Adler è da oltre due decenni tra gli analisti tedeschi del mondo post-sovietico che, con le loro pubblicazioni e i loro interventi pubblici, hanno preparato la recente svolta radicale nell’atteggiamento di Berlino verso la Russia e l’Ucraina.


Il libro di Adler sta per essere ripubblicato in un’edizione destinata a un pubblico più ampio, è in uscita in lingua inglese presso la ibidem Press di Stoccarda e sarà distribuito fuori dall’Europa dalla Columbia University Press. Questa traduzione fornirà al pubblico al di fuori della Germania uno sguardo sui meccanismi interni della Ostpolitik tedesca. I lettori non tedeschi dovrebbero tuttavia tenere presente che il libro di Adler è stato originariamente scritto non per un pubblico straniero, ma per un pubblico di lettori tedeschi. Si rivolge soprattutto ai lettori delle élite politiche e intellettuali della Repubblica Federale.


Esaminando criticamente le politiche tedesche nei confronti della Russia e dell’Europa centro-orientale, il libro di Adler – come già detto – non è certo l’unico libro tedesco recente che merita di essere tradotto in altre lingue e di essere letto anche al di fuori della Germania. Tuttavia, lo studio di Adler rappresenta ancora l’unica indagine di questo tipo che si concentra specificamente sulle relazioni ucraino-tedesche all’interno della più ampia Ostpolitik di Berlino. Inoltre, Adler non ha scritto uno studio accademico, ma un libro per un pubblico più ampio. L’affascinante esplorazione di Adler dovrebbe quindi essere letta anche un pubblico non tedesco interessato all’evoluzione della posizione di Berlino nei confronti di Kyiv e Mosca. Costituisce una vivida illustrazione, documentazione e interpretazione dei recenti dibattiti, concetti e politiche tedesche riguardanti l’Ucraina, la sicurezza in Europa orientale e la minaccia russa. Chiunque voglia capire il passato, l’attualità e il futuro del rapporto tra Berlino e Kyiv dovrebbe leggere il libro di Adler.

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2 luglio 2025. Risposta del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale all’interrogazione della deputata Lia Quartapelle in merito al caso di Ruslan Sidiki.

Il 2 luglio 2025 il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha risposto all’interrogazione presentata il 20 dicembre 2024 dalla deputata del Partito Democratico Lia Quartapelle a proposito del trentaseienne prigioniero politico Ruslan Sidiki, doppia cittadinanza, russa e italiana, attualmente condannato nella Federazione Russa a ventinove anni di reclusione. Di Ruslan Sidiki abbiamo già avuto modo di parlare. Interrogazione della deputata Lia Quartapelle Ruslan Sidiki, 36 anni, è un cittadino con doppia cittadinanza italiana e russa;il signor Sidiki ha rivendicato la responsabilità per le esplosioni avvenute nella base aerea militare di Djagilevo il 20 luglio 2023, e per un sabotaggio alla linea ferroviaria nella regione di Rjazan’, che ha causato il deragliamento di un treno merci, alcuni mesi dopo. 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Risposta del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale segue sin dal principio il caso del signor Ruslan Sidiki, doppio cittadino italo-russo, benché non sia mai pervenuta alcuna comunicazione ufficiale dalle Autorità russe in merito al suo arresto.Il signor Sidiki fu fermato presso l’aeroporto di Vnukovo, a Mosca, a fine novembre 2023 in quanto sospettato di aver fatto esplodere l’11 novembre 2023 un treno merci nella regione di Rjazan’, circa 200 chilometri a sud della capitale. Il Consolato generale a Mosca, appresa la notizia da fonti stampa russe nella mattinata del 1 dicembre 2023, si attivò prontamente per le opportune verifiche sul caso.Il signor Sidiki risulta residente a Rjazan’ a seguito del trasferimento, nel 2008, dal comune di Siracusa. 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Illustrazione in copertina di Marija Tolstova /

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