Giornata dei prigionieri politici, 30 ottobre 2023

I prigionieri politici sono numerosi nella Federazione Russa ancora oggi. Il 30 ottobre 2023 Memorial Italia vuole ricordarli pubblicando una serie di video in cui vengono lette le ultime dichiarazioni di alcuni di loro, celebrando in tal modo una triste ricorrenza che fu istituita ormai quasi cinquant'anni fa.

Il 30 ottobre 1974, i prigionieri politici Kronid Ljubarskij e Aleksei Murženko, detenuti nel campo di lavoro sovietico noto come Dubravlag, istituirono la Giornata del prigioniero politico per ottenere il riconoscimento dello status di prigioniero politico, l’abolizione delle limitazioni alla corrispondenza, ai pacchi e alle spedizioni, l’aumento del numero di visite dei parenti e l’assistenza medica completa.

In questa giornata i prigionieri politici, ma anche molte persone in libertà, proclamarono uno sciopero della fame. Per chi era detenuto significava incorrere in ulteriori sanzioni: le amministrazioni penitenziarie di tutto il Paese punivano chiunque rifiutasse il cibo con la reclusione nelle celle di punizione.

La figura del prigioniero politico rischia di parere un retaggio del passato, una realtà confinata all’Unione Sovietica ormai crollata. Eppure non è così. Purtroppo è drammaticamente attuale. Nella Russia di Putin il numero dei prigionieri politici è in costante crescita, le condanne diventano esemplari, le amministrazioni carcerarie ricorrono sempre più spesso a torture, trattamenti psichiatrici obbligatori e vessazioni di ogni genere. Di fatto, queste donne e questi uomini in carcere si ritrovano in balia dell’arbitrio del sistema penitenziario, in cui non sono rari episodi di vero e proprio sadismo.

Le già terribili condizioni di detenzione sono aggravate dall’isolamento, dal vuoto che il regime crea attorno a questa categoria di prigionieri. I canali di comunicazione sono spesso interrotti. Ultimamente sono stati presi di mira anche gli avvocati, che fungono da importante tramite anche nella possibilità del prigioniero di intrattenere relazioni semplicemente con la famiglia.

 

immagine del volto di Jurij Dmitriev
Lo storico Jurij Dmitriev, prigioniero politico

Riallacciandosi alla tradizione nata il 30 ottobre 1974, i prigionieri politici di oggi in Russia hanno dichiarato una giornata di sciopero della fame.

Il 30 ottobre 2023 Memorial Italia vuole ricordare le prigioniere e i prigionieri politici di oggi pubblicando una serie di video in cui vengono lette le ultime dichiarazioni di alcuni di loro. Sono i discorsi che le imputate e gli imputati hanno il diritto di pronunciare prima che venga emessa la sentenza. Sono testi sinceri, forti, coraggiosi, pronunciati da esponenti dell’intera società russa: giornaliste e giornalisti, studenti, persone dello spettacolo, attiviste e attivisti, ma anche uomini e donne comuni: tutte vittime del regime. Si tratta di un’occasione importantissima per poter far udire la propria voce, prima di essere condannati al silenzio e, nelle intenzioni del regime, all’oblio.

Una scelta di discorsi era stata pubblicata in traduzione italiana nel volume Proteggi le mie parole, pubblicato da E/O edizioni in collaborazione con Memorial Italia.

Ora nel canale YouTube di Memorial Italia sarà possibile ascoltare alcune di queste potenti dichiarazioni finali lette da persone che si sono prestate a dare loro voce in questo progetto. Eccone l’elenco.

 

Volodja Metelkin, redattore, giornalista – Anastasija Komarova

1° aprile 2022

Ljusja Štejn, artista, Pussy Riot – Gioia Pettinari

25 agosto 2021

Julija Galjamina, docente universitaria, politica – Ottavia Piccolo, attrice

18 dicembre 2020

Kirill Serebrennikov, regista – Teodoro Bonci del Bene, regista e attore

22 giugno 2020

Jurij Dmitriev, storico e ricercatore – Gabriele Nissim, scrittore e presidente Fondazione Gariwo

Ottavia Piccolo legge Julija Galjamina

8 luglio 2020

Marija Alëchina, artista, Pussy Riot – Helena Savoldelli, giornalista, Fondazione Gariwo

9 settembre 2021

Egor Žukov, videoblogger, politico – Joshua Evangelista, giornalista, Fondazione Gariwo

4 dicembre 2019

Il’ja Šakurskij, attivista di sinistra, antifascista – Francesco M. Cataluccio, scrittore, Fondazione Gariwo

Andrea Braschayko legge Vladimir Kara-Murza

17 gennaio 2020

Aleksej Gorinov, avvocato, attivista, consigliere municipale – Paolo Pignocchi, Amnesty International Italia [Coordinamento Europa]

7 luglio 2022

Azat Miftachov, matematico, anarchico – Alessio Lega, cantautore, anarchico

23 dicembre 2020

Nataša Tyškevič, redattrice, attivista – Daria Sitek

1° aprile 2022

Vjačeslav Egorov, attivista – Luca Santilli, sindaco di Gagliano Aterno

8 ottobre 2021

 

Vladimir Kara Murza, storico, politico – Andrea Braschayko, giornalista

10 aprile 2023

Anna Zafesova legge Aleksej Naval'nyj

Aleksej Naval’nyj, giornalista, politico – Anna Zafesova, giornalista e scrittrice

15 marzo 2022

Nikita Uvarov, studente – Andrea, studente

7 febbraio 2022

Alla Gutnikova, redattrice, scrittrice – Irene Muscarà, attrice

1° aprile 2022

Il’ja Krasilščik, giornalista – Luciano Capone, giornalista

Svetlana Prokop’eva, giornalista – Micol Flammini, giornalista

3 luglio 2020

Salech Magamadov, Izmail Isaev, moderatori di un canale Telegram – Luca Paladini, fondatore de I Sentinelli di Milano

11 febbraio 2022

Ringraziamo chi ha prestato la propria voce in questo progetto per ricordare e mantenere alta l’attenzione verso tutte e tutti coloro che hanno subito o continuano a subire la violenza di Stato, ma ci ricordano che anche dietro le sbarre, in uno stato che non garantisce più i diritti fondamentali, si può essere liberi.

Grazie a

Andrea

Teodoro Bonci del Bene

Andrea Braschayko

Luciano Capone

Francesco M. Cataluccio

Joshua Evangelista

Micol Flammini

Anastasija Komarova

Alessio Lega

Irene Muscarà

Gabriele Nissim

Luca Paladini

Gioia Pettinari

Ottavia Piccolo

Paolo Pignocchi

Luca Santilli

Helena Savoldelli

Daria Sitek

Anna Zafesova

Gariwo, La Foresta dei Giusti

Regia e montaggio di Riccardo Pittaluga

Riprese realizzate da: Sara Del Dot, Riccardo Pittaluga, Greta Vilotta – Albore

 

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 gennaio 2025 sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina.

Il 23 gennaio 2025 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione contro la disinformazione e la falsificazione storica utilizzate dalla Russia per giustificare la sua guerra di aggressione ai danni dell’Ucraina. La risoluzione evidenzia come Mosca diffonda sistematicamente false informazioni sulle cause e sul corso del conflitto con l’intento di manipolare l’opinione pubblica sia all’interno del paese, sia a livello internazionale. Il regime russo distorce la veridicità dei fatti storici, in particolare quelli relativi alla Seconda guerra mondiale, per legittimare la propria aggressione. Il Parlamento richiama l’attenzione su come la macchina della propaganda russa sia riuscita a trasformare il 9 maggio, giorno della vittoria, in una celebrazione del militarismo ricorrendo alla narrazione della “liberazione dell’Europa dal nazismo” e ignorando deliberatamente la successiva occupazione dei paesi baltici e l’oppressione di quelli dell’Europa centrale. Questa stessa narrazione viene oggi utilizzata come alibi per la guerra contro l’Ucraina. L’Unione Europea invita a intensificare gli sforzi contro la disinformazione russa attraverso una maggiore cooperazione tra gli stati membri, il rafforzamento degli aiuti all’Ucraina, il sostegno dei media indipendenti russi e l’adozione di iniziative mirate a contrastare i mezzi di informazione filorussi che giustificano e promuovono l’aggressione contro l’Ucraina. Il documento condanna inoltre i tentativi del governo russo di ostacolare le organizzazioni che si occupano di salvaguardare la memoria storica: l’approvazione di leggi che criminalizzano la divulgazione delle atrocità sovietiche e russe, la classificazione di tali organizzazioni come “agenti stranieri”, nonché la liquidazione di istituzioni come Memorial, il Gruppo Helsinki di Mosca e il Centro Sacharov. È fondamentale che il Parlamento europeo riconosca esplicitamente il valore del lavoro sistematico sulla verità e sulla memoria come possibile strumento per contrastare l’aggressione russa in Ucraina e che il nostro impegno, insieme a quello di ONG e attivisti, si muova nella stessa direzione dei paesi dell’Unione Europea. Nicolas Werth, storico e presidente di Memorial France e del consiglio direttivo dell’Associazione Internazionale Memorial, commenta: “Questa risoluzione rimarca quanto la guerra della Russia contro l’Ucraina si fondi sull’incredibile falsificazione espressa da Putin nel discorso del 24 febbraio 2022. Tale falsificazione ha fornito una solida ‘base teorica’ per l’invasione dell’Ucraina, spacciata come guerra di liberazione del popolo ucraino, ‘unito a quello russo da legami di sangue’ e presunta vittima di violenza da parte di una ‘fazione nazista’. Del resto questa stessa dichiarazione fa parte di una più ampia narrazione nazionale costruita negli ultimi vent’anni dal regime putiniano. Una narrazione antioccidentale, ultranazionalista e conservatrice che esalta il potere di uno Stato forte e rivendica il ‘cammino russo’ di sviluppo fondato sulla salvaguardia dei ‘valori spirituali’ contro un Occidente ritenuto aggressivo e decadente. Al centro di questa narrazione vi sono la grandezza e la gloria militare della ‘Russia eterna’, risorta dopo il crollo dell’URSS, un evento che Putin ha definito la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo. Il governo russo ha creato potenti strumenti di propaganda: istituzioni statali e para-statali finalizzate alla promozione della narrazione storica ufficiale. Questa politica, sempre più aggressiva, non solo ha marginalizzato punti di vista alternativi, ma ha anche messo seriamente a rischio tutti i custodi della storia: studiosi, scrittori, giornalisti ed esponenti della società civile che si occupano di storia e memoria in contrasto con la narrazione ufficiale, incluso Memorial che è stato liquidato nel dicembre 2021, poche settimane prima dell’inizio della guerra”.

Leggi

29 gennaio 2025. Presentazione on line di “La mia vita nel Gulag” di Anna Szyszko-Grzywacz.

Mercoledì 29 gennaio alle 16:00 Stroncature, piattaforma scientifica, tecnologica e culturale, ospita la presentazione di La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della nostra collana Narrare la memoria, curata dalle socie Nadia Cicognini, Patrizia Deotto, Francesca Gori e Natalija Mazour per Edizioni Guerini e Associati. Con il curatore del volume, Luca Bernardini, dialogano Barbara Grzywacz e Carla Tonini. Modera l’incontro Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.

Leggi

La mia Russia. Storie da un Paese perduto.

La mia Russia. Storie da un Paese perduto. di Elena Kostjučenko. A cura di Claudia Zonghetti. Traduzioni di Maria Castorani, Martina Mecco, Riccardo Mini, Giulia Sorrentino, Francesca Stefanelli (Einuadi Editore, 2023). «Dalla migliore reporter russa gli incandescenti reportage che hanno contribuito a far chiudere la Novaja Gazeta». «La più importante giornalista d’inchiesta russa apre uno squarcio su un mondo al limite dell’inimmaginabile. Dall’ascesa di Putin alla guerra in Ucraina, un ritratto agghiacciante e umanissimo del Paese vero e della sua gente, vicino e lontano da Mosca e dal Cremlino». Il 28 marzo 2022, sei mesi dopo che era stato assegnato il Nobel per la pace al suo direttore Dmitrij Muratov, la Novaja Gazeta fu costretta a sospendere le pubblicazioni. Due pezzi in particolare avevano irritato le autorità russe: lunghi reportage dalle città assediate di Mykolaïv e Cherson, scritti dalla trentaquattrenne Elena Kostjučenko. Già da tempo nel mirino dei servizi russi e arrestata varie volte, Kostjučenko racconta da anni il degrado e la desolazione morale del proprio Paese. La mia Russia è un libro incendiario e straziante in cui ai reportage scritti tra il 2008 e il 2022 si alternano riflessioni che scavano nel torbido di quanto sta accadendo oggi. Tredici storie che compongono un eccezionale ritratto della Russia negli ultimi dieci anni. “Per tutta la carriera ho raccontato come la Russia ha sistematicamente tradito i propri cittadini. Eppure la Russia è il Paese che amo. Vorrei che questo libro uscisse il prima possibile, anche se so che probabilmente non mi sarà consentito pubblicare altro per lungo tempo, forse per sempre”. La televisione come religione nazionale; l’ospedale dismesso e le centinaia di bambini e ragazzi abbandonati dalle famiglie che lo hanno scelto come casa; la strada, le prostitute e i loro clienti; la persecuzione delle minoranze; i disastri ambientali sottaciuti; una giornata in un comando di polizia; gli istituti psichiatrici e gli orrori che nascondono; il coraggio delle donne russe; e naturalmente l’Ucraina. Storie intime e apocalittiche di violenza, repressione, miseria filtrate dallo sguardo unico, partecipe e lucido di una giornalista sul campo.

Leggi