Bollettino della Russia che resiste, 23-30 marzo 2024

Notizie e fotografie raccolte e riportate da volontari di Memorial.

Voci dalla città



Alcune fotografie inviate sul gruppo Telegram del movimento “Vesna” (“Primavera”): scritte contro la guerra a Krasnodar’, Ivanovo, Mosca, San Pietroburgo e Omsk.



Scritte contro la guerra a Mosca, Chabarovsk, Barnaul, Dzeržinsk e San Pietroburgo.


Provvedimenti amministrativi e procedimenti penali

Il canale Baza riferisce che a metà marzo nella regione di Samara Andrej Žvakin, ecoattivista locale, ha perso la vita innescando un ordigno esplosivo mentre veniva arrestato. L’uomo stava tentando di fuggire quando l’ordigno gli è esploso tra le mani. Secondo le forze dell’ordine, l’attivista stava agendo per conto del Corpo Volontario Russo (unità militare ucraina formata da oppositori politici russi) ed eracoinvolto nella recente esplosione di un ponte sul fiume Čapaevka. L’FSB riferisce inoltre di aver impedito un attacco terroristico da lui organizzato a un punto di raccolta di aiuti umanitari. Il Corpo Volontario Russo nega qualsiasi legame con l’uomo, che sosteneva le vittime delle repressioni politiche e aveva tenuto picchetti contro la guerra a Samara.



Una donna di Tula è stata multata per 30 mila rubli (circa 300 euro, pari a 1,5 volte il salario minimo) per aver scritto una frase contro la guerra sulla sua scheda elettorale. La donna, mentre  votava al seggio, aveva cancellato il nome di tutti i candidati, scrivendo sulla casella con il nome di Putin: “Brucia all’inferno per sempre!!!!! Perdonaci, Ucraina!!! Ladro e assassino!!!”. La scheda, inserita nell’urna elettorale trasparente, era caduta a faccia in su, rivelando le scritte. Così facendo, secondo il tribunale, la donna avrebbe diffamato pubblicamente l’esercito russo.



Il tribunale regionale di Tula ha confermato la condanna di Julija Tiščenko a quattro anni di reclusione in una colonia penale per aver invitato a devolvere fondi a favore delle forze armate ucraine. La sentenza era stata emessa alla fine del 2023. Il procedimento era stato avviato a causa di un suo post su Facebook: un testo in ucraino con informazioni su una raccolta di denaro per radio e termocamere destinato ai soldati dell’esercito ucraino. La donna è in custodia cautelare dal 30 agosto 2023.



Nella regione di Kaluga è stato avviato un  procedimento penale contro Egor Karpunin per aver affisso ai muri delle case alcuni volantini con un QR code. Secondo la polizia, il QR code consentiva di accedere a una pagina che “diffamava l’ esercito russo”. L’uomo aveva già dei precedenti penali per aver tenuto un picchetto a Mosca nell’estate del 2022 presso il Museo Politecnico con il cartello “PACE!!!!! AL MONDO!!!”.



Aleksej Čursin, ingegnere di Tjumen’, è stato condannato agli arresti domiciliari per aver postato dei commenti contro la guerra sul social “VKontakte” due anni fa. L’abitazione dell’uomo e della moglie incinta è stata perquisita il 21 marzo, dopodiché l’ingegnere è stato condannato agli arresti domiciliari per due mesi.



Il  tribunale di Surgut ha multato Nikolaj Korvjakov  per 30 mila rubli (circa  300 euro, pari a 1,5 volte il salario minimo) per aver deposto dei fiori, un peluche e un cartello con la scritta “Basta morti senza senso!No alla guerra” presso un memoriale spontaneo davanti alla sala concerti Crocus City Hall.  In tribunale l’uomo ha dichiarato di voler attirare l’attenzione sulla guerra in Ucraina.



Il 28 marzo il tribunale distrettuale Sverdlovskij di Belgorod ha prorogato fino al 31 maggio l’arresto di Nadežda Rossinskaja. Dopo l’inizio della guerra, aveva fondato l'”Esercito delle bellezze”, un movimento di volontariato femminile che raccoglie aiuti umanitari per i civili in Ucraina e fa evacuare gli ucraini dalle zone colpite dai bombardamenti. La ragazza era stata arrestata il 1° febbraio mentre rientrava in Russia dalla Georgia, poiché sospettata di aver “pubblicato su Internet inviti a raccogliere donazioni per le forze armate ucraine” e per il battaglione Azov, dichiarato organizzazione terroristica in Russia. L’attivista, nota anche con il nome di Nadin Gejsler, lamenta le cattive condizioni di detenzione e ha dichiarato di essere stata minacciata di morte in carcere.



Contro Sergej Železnjakov, residente a Tomsk, è stato avviato un procedimento penale per aver pubblicato su VKontakte la canzone “Non abbiamo bisogno della guerra” del gruppo “Nogu Svelo” e un videoclip in cui mostrava  ai passanti il cartello “Abbracciami se sei contro la guerra”. Mentre veniva arrestato, l’uomo è stato colpito alle costole con una ginocchiata. In precedenza, era stato multato per diffamazione dell’esercito per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra.



Un tribunale di Mosca ha prorogato la durata degli arresti domiciliari per Andrej Kuršin, amministratore del canale Telegram Moscow Calling, per diffusione di “fake news” sull’esercito motivata da odio politico. L’uomo era stato arrestato il 31 agosto 2023 a Mosca a causa di due post  pubblicati nell’autunno del 2022 sui bombardamenti russi in Ucraina. Kuršin lavora come ingegnere, ha accesso ad alcuni documenti coperti dal segreto di Stato e in passato aveva combattuto per l’auto-proclamata Repubblica Popolare di Doneck. In seguito ha creato il canale telegram Moscow Calling, in cui analizza gli errori degli eserciti russo e ucraino.



A Surguta a un profugo ucraino è stata comminata una multa pari a 40 mila rubli (circa 400 euro, ovvero due volte il salario minimo) per diffamazione dell’esercito: l’uomo avrebbegridato nella hall dell’hotel “Berlino” gli slogan “Gloria all’Ucraina”, “No alla guerra in Ucraina” e “Fermate la guerra”. In tribunale si è giustificato spiegando che la sua famiglia è rimasta in Ucraina interrompendo ogni contatto con lui.



Contro una donna di Sudak, nell’annessa Crimea, è stato avviato un procedimento penale per  incitamento all’estremismo su Internet a causa di commenti che, secondo gli inquirenti, spingevano a attaccare i soldati russi. A riferirlo è la TASS, riportando anche il servizio stampa dell’FSB. All’imputata è stato imposto l’obbligo di firma ed è stata multata per 30 mila rubli (circa 300 euro, pari a 1,5 volte il salario minimo), come riporta “Radio Crimea”.



A Tambov è stato avviato un procedimento penale contro l’attivista Andrej Poljakov a causa di un commento pubblicato sul social VKontakte sotto un post relativo all’ inaugurazione di una targa commemorativa a un militare russo. L’uomo, che era già stato multato per “estremismo”, aveva scritto: “Dovremmo chiamare gli eroi dell’operazione militare speciale con la cara vecchia parola coglioni” (nell’originale russo la parola svoloč, coglioni, contiene la sigla svo, operazione militare speciale).



Nikolaj Farafonov, amministratore del canale Telegram contro la guerra «Il cinico Komjak»,  è stato condannato a 6 anni di reclusione in una colonia penale a regime ordinario. L’uomo è stato dichiarato colpevole di “apologia del terrorismo” in un procedimento penale avviato a causa di un messaggio sul suo canale Telegram relativo all’incendio doloso di commissariati militari a seguito dell’annuncio di Putin relativo alla mobilitazione. Inoltre, il tribunale gli ha vietato per 3 anni la gestione di siti, portali e canali Internet.



Il tribunale del distretto meridionale di Sachalin ha multato Aleksandr Vdovičenko, di origine ucraine, per  130 mila rubli (circa 1300 euro, pari a 7 volte il salario minimo) per “ripetuta diffamazione” dell’esercito. Era stato accusato per la prima volta di “diffamazione dell’esercito” a seguito di una denuncia secondo cui l’uomo «aveva condannato l’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina e espresso sostegno al battaglione militare Azov» in una conversazione privata. Non è noto il motivo della seconda accusa. In precedenza era stato condannato a 6,5 anni di reclusione per tentato omicidio.



Il tribunale militare di Omsk ha imposto a Anton Platov di sottoporsi a trattamento psichiatrico forzato, a seguito di un procedimento penale per tentato incendio doloso di un commissariato militare. Secondo gli inquirenti, l’uomo aveva lanciato delle molotov nel commissariato e per questo motivo si trova in carcere dal febbraio 2023. È il canale Telegram “SVOBOT!” a riferire che l’uomo è stato trasferito in ospedale.



Nella regione di Mosca un tribunale locale sta esaminando il caso del barista Vladimir Malina, accusato dell’incendio doloso di un armadio relè al passaggio a livello vicino a Naro-Fominsk  nell’aprile 2023. Dopo il suo arresto, l’uomo ha dichiarato di aver commesso l’incendio doloso di propria iniziativa. Sul barista pendono diversi capi di accusa, tra cui sabotaggio e partecipazione a un’organizzazione terroristica. Tuttavia, la difesa sostiene che le accuse siano inconsistenti e infondate.



Il 25 marzo Dmitrij Ivanov, creatore del canale Telegram “L’Università statale di Mosca in protesta”, ha finito di scontare i 10 giorni di detenzione che gli spettavano nel reparto di isolamento punitivo della colonia penale 3 della regione di Tambov. Tuttavia, il 27 marzo l’attivista è stato nuovamente trasferito nello stesso reparto. Il ragazzo  è uno studente dell’Università statale di Mosca condannato a 8,5 anni di carcere per “diffusione di fake news sull’esercito” a causa di alcuni post sulla guerra in Ucraina.



Daria Kozyreva, diciottenne accusata di “ripetuta diffamazione dell’esercito”è ancora detenuta in prigione, secondo quanto riferito dal canale Telegram di un gruppo a sostegno di Saša Skočilenko, altra prigioniera politica. La ragazza è trattenuta in una cella per 18 persone, non le è stato concesso l’accesso ai libri e al suo conto bancario. Il 24 febbraio 2024 aveva affisso un cartello con un estratto della poesia «Testamento» sul monumento a Taras Ševčenko ed è quindi stata arrestata.



Marina Ovsjannikova, ex giornalista della principale emittente televisiva russa “Pervyj Kanal”, è stata condannata in contumacia a 8,5 anni di reclusione in una colonia penale per “diffusione di fake news sull’esercito”. La sentenza era stata emessa a ottobre, un anno prima che la donna evadesse dagli arresti domiciliari con la figlia, e al momento le due sono ancora espatriate. La giornalista era diventata famosa nel 2022 quando aveva interrotto il telegiornale per  mostrare un cartello contro la guerra alle spalle della conduttrice.



Nella città di Rež (regione di Sverdlovsk) è stato avviato un procedimento penale per diffamazione dell’esercito contro Alena Smysheljaeva, che aveva lasciato la Russia nel maggio 2022. Nella primavera dello stesso anno la donna era stata multata sei volte per diffamazione dell’esercito e accusata di diffusione di fake news.



Ljusja Štejn, cantante delle Pussy Riot che aveva lasciato la Russia nel 2022, è stata condannata in contumacia a sei anni di colonia penale a causa di un tweet contro la guerra e le è stato vietato di accedere al social per tre anni. A novembre la ragazza era stata arrestata in contumacia e inserita nella lista dei terroristi e degli estremisti.



Žan-Michel Otelli, studente della facoltà di scienze politiche dell’università statale di Mosca, è stato trattenuto per tre giorni per apologia e multato per 30 mila rubli per diffamazione dell’esercito a causa di alcuni post sul canale “Il comitato contro la guerra della Russia” ripubblicati con gli hashtag #IlMezzogiornocontroPutin e #noallaguerra. Il giovane attualmente si trova in un centro per ragazzi iperdotati a Soči.



Lidija Prudovskaya, residente nella regione di Arcangelo che ha lasciato la Russia, è stata arrestata in contumacia con l’accusa di “aver ripetutamente diffamato l’esercito”. In precedenza, la figlia di 9 anni e il figlio di 10 anni della donna erano stati convocati per essere interrogati come testimoni. I bambini erano stati interrogati in presenza di uno psicologo e del personale di sicurezza del carcere.



Anastasija Ageeva di Mosca è stata condannata in contumacia a otto anni di reclusione in una colonia a regime ordinario, poiché dichiarata colpevole di diffusione di fake news sull’esercito  motivata da odio politico a causa di due post pubblicati sui social network. In precedenza, la donna, che alla fine del 2022 aveva lasciato la Russia, era stata arrestata almeno due volte durante alcune azioni di protesta contro la guerra in Ucraina.



Al sacerdote Aleksandr Vostrodymov, che si è opposto all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, è stato vietato di officiare fino a Pasqua. Il sacerdote ha poi scritto sul suo canale Telegram di essere stato sospeso dal servizio a causa di alcune sue dichiarazioni su Internet e ha espresso solidarietà per padre Aleksej Uminskij, un noto sacerdote interdetto dal servizio ecclesiale a causa delle sue posizioni contro la guerra.



Gli organizzatori della fiera del libro “non/fictioN” hanno eliminato dal programma la presentazione del libro dello storico Ivan Kurilla dal titolo “Gli americani e tutti gli altri: le origini e il significato della politica estera degli Stati Uniti”. Fin dai primi giorni del conflitto l’uomo, che era stato licenziato dall’Università europea di San Pietroburgo, ha dichiarato la sua opposizione, firmando anche una lettera aperta contro la guerra insieme ad altri scienziati e giornalisti.

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18 luglio 2025. Stop alla propaganda russa in EU: appelli alle istituzioni.

Stop alla propaganda russa in EU: premi Nobel, artisti e cittadini scrivono a Ursula von der Leyen, Memorial Italia chiede ai presidenti di Camera e Senato di istituire una commissione speciale. Oggi, 18 luglio 2025, Memorial Italia ha consegnato due lettere per chiedere alle istituzioni europee e italiane di adoperarsi per interrompere il dilagare della propaganda russa in Europa. La prima lettera, indirizzata a Ursula von der Leyen e a Vincenzo De Luca, chiede non solo la cancellazione del concerto del 27 luglio a Caserta diretto da Valery Gergiev, ma anche l’istituzione di un’inchiesta sull’utilizzo di fondi pubblici per eventi legati alla propaganda russa nel territorio dell’Unione Europea e la promozione di un fondo culturale dedicato agli artisti che si oppongono al regime putiniano. La petizione è stata sottoscritta da più di 700 persone in poco meno di un giorno: tra i firmatari illustri figurano Oleksandra Matviichuk (direttrice del Centro per le Libertà Civili di Kiev, Premio Nobel per la pace 2022), Oleg Orlov, Svetlana Gannushkina e Irina Scerbakova di Memorial (Premio Nobel per la pace 2022), gli scrittori Herta Müller (Premio Nobel per la letteratura 2009), Jonathan Littell (Prix Goncourt 2006) e Mikhail Shishkin (Russian Booker Prize 2000), il coreografo Alexei Ratmansky (New York City Ballet, Dutch National Ballet), la storica Anna Foa (Premio Strega saggistica 2025), i direttori d’orchestra Michail Agrest e Nazar Kozhukhar, il regista d’opera Eugene Lavrenchuk, i violinisti Misha Nodelman e Michel Gershwin, la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, i deputati Lia Quartapelle, Benedetto Della Vedova e Federica Onori, gli scienziati Eugene Koonin e Igor Aizenberg, la regista Helga Landauer, il collezionista d’arte Marat Gelman, gli studiosi Mikhail Epstein, Nicolas Werth, Andrea Graziosi, Lara Lempert e Gian Piero Piretto, il biologo Eugene Koonin e il matematico e informatico Igor Aizenberg. Numerose anche le firme delle associazioni dedicate alla difesa dei diritti umani: Ivar Dale (Norwegian Helsinki Committee), Eleonora Mongelli (Federazione Italiana Diritti Umani), Leonid Sudalenko (Vjasna, Belarus, l’associazione del Premio Nobel per la pace 2022 Ales’ Bialiatski, ora in carcere in Belarus). Tra i tanti firmatari ucraini, anche il pittore Matvii Vaisberg, l’attivista per i diritti umani Evgenij Zacharov e Mikhailo Savva del gruppo per i diritti umani Sova. To the President of the European Commission Mrs. Ursula von der LeyenTo the President of Campania Mr. Vincenzo De LucaOpen Letter to contrast Valery Gergiev’s performance in Caserta We, the undersigned, write to express our deepest concern over the scheduled performance of Valery Gergiev — a public and official supporter of Vladimir Putin — at the Un’estate da Re festival in Caserta, Italy, on the 27th of July 2025.This concert, subsidized by public funds, marks Gergiev’s symbolic return to Europe’s cultural arena. It is not a neutral act. It is a political gesture — one that risks legitimizing the regime he represents and the violence it continues to unleash.Our request has nothing censorious in itself. We are not asking to silence art, but to remove visibility from a figure who is openly conniving and complicit with a political line that Europe, on the other hand, abhors and contrasts.Gergiev has consistently aligned himself with the Kremlin. He is not only an artist — he is a visible agent of cultural propaganda for a regime internationally accused of war crimes.After the invasion of Ukraine in 2022, major cultural institutions across Europe and North America have severed ties with him. His removal from the Munich Philharmonic, the Rotterdam Philharmonic Orchestra and other leading stages was not censorship — it was a moral stand against war propaganda cloaked in cultural prestige. Because of Gergiev’s stance on Mr. Putin and his politics, personal sanctions against him were recently adopted by Canada.This return on a prestigious stage in the heart of Europe, thanks to the support of public institutions, signals a dangerous shift. It normalizes an effective weapon in hybrid war: cultural propaganda. As widely documented, the Russian regime makes extensive use of such events internally to justify its aggression against Ukraine and its war against Western values. On the other hand, such events have a detrimental effect on the European Union, as they discredit the same countries and institutions that have been engaged for years in a longstanding fight against the threat posed by the Russian regime on European values, culture, and security.Art is never apolitical in times of war. Cultural spaces are not neutral zones; they shape public memory, values, and legitimacy. Hosting Gergiev while war crimes continue — while Ukrainian cities are bombed and civilians are killed and deported — turns theaters into platforms for whitewashing brutality. For all of the above reasons, we call for: • The cancellation of the 27th of July 2025 event in Caserta. • A transparent investigation by the European Commission into the use of public funds, including EU funding, for cultural events featuring Valery Gergiev or other active supporters of the Russian regime. • The launch of initiatives by the European Commission aimed at promoting a culture of peace through art, as a response to the use of culture as a propaganda tool by the Russian regime. La seconda lettera è stata consegnata ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Memorial Italia, a fronte delle ormai numerose occasioni in cui la propaganda russa ha avuto la possibilità di trovare spazio in Italia (oltre al caso Gergiev, si nominano le proiezioni dei documentari prodotti da Russia Today, sottoposta a sanzioni UE e altri casi), richiede la creazione di un apposito organismo di controllo parlamentare per contrastare il dilagare della propaganda russa in Italia, anche alla luce dell’uso strumentale che il regime putiniano fa della propaganda sul fronte interno. Alla c.a. del Presidente del Senato della Repubblica On. Ignazio La Russa e del Presidente della Camera dei Deputati On. Lorenzo FontanaMisure urgenti contro la propaganda russa e la guerra ibrida del Cremlino in relazione all’aggressione dell’Ucraina Egregi Presidenti,la nostra associazione, Memorial Italia, è espressione nel nostro paese della ONG russa Memorial, impegnata dai

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15 luglio 2025. Sedici anni dalla morte di Natal’ja Estemirova.

Il 15 luglio 2009 è stata uccisa Natal’ja Estemirova, attivista per i diritti umani e giornalista. Le circostanze della sua morte non sono ancora state chiarite. Estemirova era direttrice della sezione cecena del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, si è occupata di crimini di guerra, torture e rapimenti di civili durante la Seconda guerra cecena. Per celebrare la memoria della nostra collega Natal’ja Estemirova, MOST Summer School di Memorial Italia (2-6 settembre 2025) sarà ospite di Alloro Fest, festival organizzato dal Giardino dei Giusti di Palermo. Il Giardino dei Giusti di Palermo è stato inaugurato il 25 febbraio 2008 in via Alloro, nel centro storico della città e nei pressi del vecchio quartiere ebraico della Moschita. Grazie alla collaborazione con Gariwo il 4 settembre verrà posata nel Giardino una maiolica in ricordo dell’impegno di Natal’ja per i diritti umani, la libertà di informazione e la memoria degli oppressi. La cerimonia avrà luogo alle 17:00 alla presenza delle autorità cittadine e di tutta la cittadinanza. Natal’ja Estemirova nasce il 28 febbraio 1958 nella città di Kamyšlov nella regione di Sverdlovsk in una famiglia di origine ceceno-russa. Si laurea in storia all’università di Groznyj e lavora come insegnante. Dopo la Prima guerra cecena si occupa di giornalismo, difesa dei diritti umani, assistenza agli ex prigionieri dei “centri di filtraggio” in Cecenia. Nell’autunno del 1999 Estemirova inizia a collaborare con il Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, lavora nella sede del Centro Memorial aperta a Groznyj, indaga su rapimenti e uccisioni di civili in Cecenia. Nel 2001 si avvicina alla giornalista Anna Politkovskaja e all’avvocato Stanislav Markelov. Dopo l’assassinio di Anna Politkovskaja inizia a scrivere per Novaja gazeta sotto pseudonimo. Estemirova documenta i crimini di guerra commessi dalle forze armate della Federazione Russa in Cecenia, i “rastrellamenti”, le esecuzioni sommarie di civili e gli attacchi indiscriminati sui centri abitati. Grazie al suo lavoro il mondo può vedere le immagini della cittadina di Novye Aldy, nei pressi di Groznyj, distrutta dalle forze armate della Federazione Russa, e può ascoltare le testimonianze degli abitanti. Il 5 febbraio 2000 le forze armate della Federazione Russa uccidono almeno 56 persone (secondo le informazioni del Centro Memorial) nel corso di un “rastrellamento” a Novye Aldy: anziani, donne e bambini. Tra le vittime non c’è nessun combattente. Si tratta di uno degli episodi più sanguinosi della Seconda guerra cecena. A venticinque anni dalla tragedia i colpevoli non sono ancora stati trovati né sono state individuate le responsabilità. Nel 2009 Estemirova torna a Novye Aldy per parlare con gli abitanti. Nell’occasione viene girato Aldy. Bez sroka davnosti (Aldy. Non c’è prescrizione), documentario del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, che uscirà dopo la morte di Natal’ja. Grazie alle inchieste di Estemirova si apprende anche del bombardamento sul paese di Rigach, avvenuto l’8 aprile 2004, nel corso del quale muoiono una donna e i suoi cinque bambini. Le forze armate della Federazione Russa negano i fatti. Estemirova fotografa le conseguenze del bombardamento, le case distrutte, i frammenti della bomba con la marcatura. Di propria iniziativa gli abitanti aprono la tomba per permetterle di fotografare e riprendere i cadaveri. Si apre un procedimento penale, ma il processo non viene istituito. Estemirova fa parte della Commissione di ispezione carceraria, per un mese presiede il Consiglio pubblico di Groznyj, ma il presidente ceceno Ramzan Kadyrov la “dispensa” dall’incarico. Due volte, dopo avere avuto una “conversazione” con il presidente ceceno che la minaccia personalmente, Natal’ja lascia per alcuni mesi la Russia, ma poi fa ritorno in Cecenia. La mattina del 15 luglio 2009 ignoti rapiscono Natal’ja Estemirova nei pressi della sua abitazione a Groznyj. Lo stesso giorno il suo cadavere viene ritrovato intorno alle tre di pomeriggio in Inguscezia, nella località di Gazi-Jurt. Il corpo di Natal’ja riporta ferite da arma da fuoco al torace e alla testa. Il funerale di Natal’ja Estemirova si tiene a Groznyj il giorno successivo. Partecipano centinaia di persone. I mandanti, gli organizzatori e gli esecutori dell’omicidio non sono ancora stati individuati. La versione ufficiale dell’istruttoria, grossolanamente prefabbricata, parla di “vendetta dei combattenti”. Natal’ja Estemirova sul ruolo dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani in situazioni di guerra: “Capisci che la forza è impari: la forza sta dalla parte dei cannoni e un giornalista ha solo l’arma della parola. E vedi che le persone hanno priorità differenti. I giornali e le persone istruite dicono che stiamo con i separatisti, con i combattenti, ma per gli abitanti dei villaggi di montagna la cosa importante è non essere ammazzati. Lo devo dire, sono una pacifista assoluta, sono contro la guerra in ogni forma, senza alcuna riserva. Sono contro l’avere un’arma in casa: di sicuro sparerà e di certo non salverà nessuno. Da noi il pacifismo non è popolare. E non lo è nemmeno la difesa dei diritti umani. Ma questo non significa che la situazione sia disperata. Lo ripeto, più di una volta nella mia esperienza ho visto che proprio la parola è stata più che efficace, soprattutto quando si sono unite le voci di giornalisti di provenienza diversa, di paesi diversi”.  

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8 luglio 2025. Perquisizioni e arresti per Revol’t Centr a Syktyvkar.

Ultimo aggiornamento al 10 luglio 2025. Come riferisce la testata indipendente 7×7 Gorizontal’naja Rossija, già il 10 luglio il tribunale di Syktyvkar ha rilasciato Dar’ja Černyšova, direttrice di Revol’t Centr, cui è stato tuttavia vietato di accedere alla sede di Revol’t Centr, comunicare con i testimoni del caso e con i collaboratori di Revol’t Centr e 7×7 Gorizontal’naja Rossija. Le è stato inoltre vietato l’utilizzo di Internet e telefono. * * * Ieri, martedì 8 luglio 2025, a Syktyvkar, capoluogo della Repubblica dei Komi nella Russia europea nordoccidentale, le forze dell’ordine hanno perquisito i collaboratori e i locali di Revol’t Centr, spazio culturale indipendente dedicato a Revol’t Pimenov, matematico e dissidente, tra i fondatori di Memorial Komi e del movimento Memorial stesso, scomparso nel 1990. È stata perquisita anche l’abitazione di Igor’ Sažin (nella foto), come Pimenov tra i fondatori di Memorial Komi. Sažin è stato prelevato e quindi interrogato in qualità di testimone. Inoltre, nel corso della mattina, attivisti, difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati perquisiti e interrogati a Petrozavodsk, Kaliningrad, Novgorod, Irkutsk e Joškar-Ola: alcune di queste perquisizioni sembrano essere collegate a quella svolta presso Revol’t Centr. Così si è espresso Memorial Komi: Nella mattina dell’8 luglio 2025 le forze dell’ordine hanno effettuato perquisizioni ingiustificate nei confronti dei collaboratori dello spazio culturale indipendente Revol’t Centr a Syktyvkar. Non esiste alcuna spiegazione di carattere pubblico circa le motivazioni di queste perquisizioni. Riteniamo illecite tali azioni. Revol’t Centr è uno spazio culturale che ospita fiere del libro, conferenze di storia, mostre fotografiche e molto altro. Per tutti noi Revol’t Centr promuove i valori della libertà, della creatività e dell’amore per la nostra città! Condividiamo le parole di solidarietà, sostegno e gratitudine di Memorial: per noi Revol’t Centr è simbolo di libertà e intraprendenza nella terra del Gulag, simbolo di memoria e superamento delle difficoltà, ma anche simbolo di una natura fatta di erica, muschio e licheni. Come riportato dalla testata giornalistica indipendente Vot Tak, in seguito alle perquisizioni è stata arrestata Dar’ja Černyšova, direttrice di Revol’t Centr, accusata di avere violato le norme previste in quanto agente straniera. In realtà Černyšova non è mai stata iscritta nel cosiddetto registro degli agenti stranieri, ma nel 2023 è stato iscritto nel registro il portale d’informazione indipendente 7×7 Gorizontal’naja Rossija con il quale Černyšova ha collaborato fino al 2022. Contestualmente è stato avviato un procedimento per tradimento della patria nei confronti di Pavel Andreev. Andreev, oltre a essere uno dei creatori di 7×7 Gorizontal’naja Rossija e di Revol’t Centr, è anche uno degli attivisti di spicco di Memorial, essendo stato membro del consiglio direttivo di Memorial Internazionale fino alla sua chiusura imposta dal governo russo nel 2022. Il nostro collega al momento non si trova nella Federazione Russa.

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