L’ultima sfida di Zelensky: diventare un leader diverso

Appare indurito, invecchiato, affaticato. Porta il peso di una nazione che affronta una minaccia esistenziale. È stato abilissimo, è ancora popolare, è determinato e impara in fretta. Ma ora è fondamentale trovare un modo sostenibile di mobilitare e gestire le risorse e il rimpasto di governo è legato al bisogno di un apparato diverso. Perché dietro di lui, scalpitano Yermak e Zalužnyj.

(di Julia Kazdobina, Senior Fellow nel programma di studi sulla sicurezza del Consiglio di Politica Estera “Ukrainian Prism” a Kyiv, e Andreas Umland, analista presso il Centro di Studi sull’Europa Orientale di Stoccolma dell’Istituto svedese di Affari internazionali)


03 ottobre 2024 
ore 09:57


Appare indurito, invecchiato, affaticato. Porta il peso di una nazione che affronta una minaccia esistenziale. È stato abilissimo, è ancora popolare, è determinato e impara in fretta. Ma ora è fondamentale trovare un modo sostenibile di mobilitare e gestire le risorse e il rimpasto di governo è legato al bisogno di un apparato diverso. Perché dietro di lui, scalpitano Jermak e Zalužnyj.


Volodymyr Zelens'kyj / Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky
(fonte: The Presidential Office of Ukraine; CC BY 4.0, nessuna modifica)


Nell’aprile 2019, l’imprenditore, attore e showman Volodymyr Zelens’kyj è stato eletto sesto Presidente dell’Ucraina con poco meno del 75% dei voti. Quando è entrato in carica il 20 maggio 2019, lo ha fatto con il numero di voti più alto mai ottenuto da un candidato presidenziale ucraino nelle elezioni. All’età di 41 anni, Zelens’kyj era anche di gran lunga il capo di stato più giovane e dinamico nella storia dell’Ucraina, un fattore decisivo nel suo successo elettorale.


Nell’autunno 2024, Zelens’kyj appare invecchiato. Le sue espressioni facciali e i suoi gesti hanno perso la leggerezza di un tempo. Contrariamente a quanto accadeva prima del 2022, il presidente quasi non fa battute. Il suo sorriso è diventato più rigido. Zelens’kyj non sta solo soffrendo per la guerra, come tutti gli ucraini.


L’ex showman porta il peso di guidare una nazione che sta affrontando una minaccia esistenziale. Dal 2022, i portavoce della Russia hanno chiaramente ribadito di rifiutare gli ucraini come comunità culturale indipendente e come stato-nazione. Le enormi risorse del più grande stato al mondo in quanto a territorio sono state utilizzate per due anni e mezzo per raggiungere questo obiettivo. In questo contesto, Zelens’kyj deve prendere ogni settimana decisioni moralmente difficili e spesso impopolari. Il suo compito principale, oggi, è convincere gli alleati dell’Ucraina a non abbandonarla e a fornirle armi e denaro sufficienti.


Ex-collaboratori lo descrivono come una persona che impara in fretta, con una mente curiosa e in grado di prendere decisioni velocemente. Nonostante tutti i cambiamenti, Zelens’kyj trasmette una determinazione incrollabile, proprio come il primo giorno di guerra. Oggi, tuttavia, appare più impassibile e serio rispetto all’inizio del suo mandato. Nel 2019, nel suo discorso inaugurale in parlamento, ha detto: “Nei prossimi cinque anni farò di tutto, cari ucraini, per impedirvi di piangere. Oggi è in questione la mera sopravvivenza.


Il potere di Zelens’kyj è legittimo?


Il mandato di Zelens’kyj come presidente è scaduto dopo cinque anni nel maggio 2024. Tuttavia, la legislazione ucraina, come quella di altri paesi, esclude che si possano tenere elezioni politiche quando il paese è in guerra. Un sondaggio a livello nazionale di febbraio 2024, quando sarebbe dovuta iniziare la campagna elettorale, ha rilevato che il 67% degli intervistati si opponeva alle elezioni presidenziali durante la guerra. Il 49% non voleva “assolutamente” le elezioni, mentre il 18% era “piuttosto contrario” a votare.


I sondaggi mostrano l’apprezzamento degli ucraini per il loro presidente per la sua resistenza all’aggressione russa e i suoi sforzi per sostenere l’Ucraina a livello internazionale. Tuttavia, la popolarità di Zelens’kyj, che ha avuto un’impennata nella primavera del 2022, è di nuovo molto più bassa negli ultimi due anni. In un sondaggio alla fine di maggio 2024, il 56% ha valutato positivamente il lavoro di Zelens’kyj come presidente, mentre il 37% ha espresso un disaccordo totale o parziale sul suo operato. Circa la metà degli ucraini critica anche il fatto che il presidente non abbia mantenuto tutte le sue promesse elettorali. Molti ritengono che le cause di questo siano alcune persone corrotte o incompetenti del suo team. Altri attribuiscono il fallimento all’invasione russa su vasta scala a partire dal 2022 (31%), all’inesperienza di Zelens’kyj (27%) e all’influenza degli oligarchi (26%).


Il comunicatore


In quanto ex intrattenitore, Zelens’kyj ha dimostrato di essere un eccellente comunicatore sia per il suo paese che all’interno di esso, specialmente durante il primo anno dell’invasione su larga scala iniziata il 24 febbraio 2022. A partire da quel momento, Zelens’kyj ha utilizzato i social media più attivamente rispetto al passato per comunicare direttamente con il suo popolo e con l’estero. L’opzione di fuggire dall’Ucraina non è mai stata presa in considerazione. Al contrario, il presidente e il suo team si sono mostrati in un video di fronte alla sede del governo a Kyiv, un chiaro messaggio di essere intenzionati a restare. In Ucraina, la comunicazione video quasi quotidiana del capo dello stato crea un senso di unità e di solidarietà tra l’élite politica e la popolazione in generale.


Le apparizioni di Zelens’kyj sulla scena internazionale e le sue visite ai parlamenti di molti Paesi sono diventate leggendarie. Sono pochi i suoi discorsi considerati deboli in termini di efficacia retorica e politica. Curiosamente, anche se Zelens’kyj è di origine ebraica sia da parte di madre sia di padre e gran parte della sua famiglia è stata sterminata nell’Olocausto, forse il discorso in Israele davanti alla Knesseth nel marzo 2022 è considerato la sua peggiore performance nei suoi viaggi all’estero.


Mentre Zelens’kyj continua ancora oggi a comunicare con successo con le opinioni pubbliche all’estero, le sue pratiche comunicative nel suo stesso paese sono state oggetto di crescenti critiche a partire dal 2023. I giornalisti ucraini lo accusano di parlare di più con i media stranieri che con quelli ucraini e di evitare argomenti difficili come la mobilitazione militare o la sicurezza energetica. Il principale quotidiano ucraino, Ukrainska Pravda, ha ricevuto una risposta ostile da parte del presidente durante la sua ultima conferenza stampa del 27 agosto a causa di una domanda sul suo entourage.


È stato anche accusato di maquillage politico in Ucraina in relazione all’ultimo ampio rimpasto di governo effettuato all’inizio di settembre 2024. Zelens’kyj ha parlato di rinnovamento e ha sottolineato: “è importante che le istituzioni governative ora lavorino il più attivamente possibile, ancor più di prima. A tutti i livelli.” Tuttavia, i nuovi ministri non sono volti nuovi. La maggior parte di loro ha ricoperto in precedenza posizioni di alto livello nel governo, nell’amministrazione presidenziale o in quelle regionali. Alcuni ministri rimossi dal governo sono passati all’ufficio presidenziale, guadagnando influenza politica invece di perderla. Tali discrepanze tra retorica e pratica alimentano la sfiducia.


Zelens’kyj e il suo ambiente


In un libro recentemente pubblicato sull’ex comandante capo delle forze armate ucraine, Valerij Zalužnyj, intitolato Il Generale di Ferro, il suo consigliere per le comunicazioni strategiche, Liudmyla Dolhanovska, descrive la carriera militare di Zalužnyj. Secondo Dolhanovska, Zalužnyj comunicava poco con i media ucraini durante il suo comando per evitare conflitti con il presidente, che aveva nominato il relativamente giovane maggior generale comandante in capo nel 2021. L’ufficio presidenziale monitora costantemente i sondaggi e vuole assicurarsi che non vi sia concorrenza politica per il presidente in carica. Tuttavia, la popolarità di Zalužnyj è cresciuta rapidamente dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, nonostante il suo basso profilo mediatico. Questo, secondo molti, è stato il motivo per cui Zalužnyj è stato rimosso dal comando nel febbraio 2024 e inviato a Londra come ambasciatore dell’Ucraina.


Secondo alcune teorie giornalistiche, l’ex ministro degli Esteri Dmytro Kuleba aveva sviluppato una propria immagine popolare durante il suo mandato dal 2020 al 2024. Kuleba aveva ottenuto troppa visibilità, motivo per cui è stato sostituito. Tuttavia, tende a godere di un riconoscimento particolarmente elevato all’estero piuttosto che in patria e, a differenza di Zalužnyj, non è una figura particolarmente popolare all’interno dell’Ucraina. È più un intellettuale pubblico che un potenziale tribuno del popolo. Dopo quattro anni e mezzo come ministro degli esteri, Kuleba ha anche completato il secondo mandato più lungo in questa funzione statale (è superato solo dall’ex ministro degli esteri Pavlo Klimkin, che ha ricoperto l’incarico per poco più di cinque anni, dal 2014 al 2019).


La nuova leadership del paese


Dopo l’ascesa al potere nel 2019, Zelens’kyj ha goduto di una posizione particolarmente solida, dal momento che è stato il primo presidente dell’Ucraina il cui partito ha ottenuto anche la maggioranza assoluta nel parlamento unicamerale ucraino, la Verchovna Rada (Consiglio Supremo). Questo inizialmente ha permesso a Zelens’kyj di ignorare l’opposizione. Tuttavia, il gruppo parlamentare del partito presidenziale “Servitori del Popolo” si è successivamente disgregato. Dall’introduzione della legge marziale nel 2022 non sono state possibili nuove elezioni. Pertanto, come i suoi predecessori, Zelens’kyj è ora costretto a cercare maggioranze per le leggi attraverso alleanze congiunturali tra gruppi parlamentari.


La figura più controversa oggi nella cerchia di Zelens’kyj è Andrij Jermak, capo dell’ufficio presidenziale dal febbraio 2020. Nel corso degli anni, la leadership ucraina ha affrontato crescenti critiche secondo cui Jermak starebbe concentrando il potere nelle sue mani, almeno secondo la percezione di molti giornalisti e commentatori.  Jermak sostiene di fare solo ciò che il presidente gli dice di fare, e Zelens’kyj ha confermato questa affermazione. Tuttavia, in Ucraina si sta diffondendo la sensazione che un funzionario non eletto sia diventato il presidente-ombra del paese.


La grande riorganizzazione governativa di settembre 2024 viene anche interpretata come un consolidamento del controllo di Jermak sugli organi di potere. Il giornalista investigativo Jurij Nikolov ha scritto riguardo all’ultimo rimpasto di governo: “Oggi nessuno si chiede per quali interessi lavori una persona [ovvero, di quale oligarca], chi nomina chi o chi controlla i flussi [di denaro]. Ora si discute solamente sul livello di lealtà a Jermak.” Alcuni, tuttavia, potrebbero ritenere che la riduzione dell’influenza dei magnati dell’economia in competizione tra loro, dovuta alla concentrazione del potere, sia uno sviluppo positivo.


In alcuni casi, l’esperienza professionale non sembra influire sulle nomine. Ad esempio, il diplomatico ed ex funzionario dell’ufficio presidenziale Mykola Točyc’kyj è stato nominato Ministro della Cultura e delle Comunicazioni Strategiche, nonostante la sua poca esperienza nel settore culturale. Vitalij Koval’, che è passato dal Fondo di Proprietà Statale a capo del Ministero dell’Agricoltura, ha acquisito almeno un po’ di esperienza nel settore agricolo in quanto è stato a capo per cinque anni di una società agricola attiva nel commercio di cereali.


La destituzione del capo della compagnia energetica statale Ukrenergo, Volodymyr Kudryc’kyj, è probabilmente la decisione più controversa delle ultime settimane. Kudryc’kyj è considerato un esperto competente che ha costruito un’azienda statale trasparente e ha lavorato efficacemente con i partner occidentali. La domanda ora è se il suo successore sarà in grado di essere all’altezza.


D’altra parte, alcuni dei nuovi ministri nominati a settembre sono stati elogiati dalla stampa ucraina per le loro capacità organizzative. Tra questi ci sono Herman Smetanin, ex capo della compagnia statale di armamenti Ukroboronprom, nominato Ministro per lo Sviluppo delle Industrie Strategiche. Oleksij Kuleba (nessuna parentela con Dmytro Kuleba), ex vicecapo del Dipartimento presidenziale per la politica regionale, ha una buona reputazione, ed è stato nominato Ministro per lo Sviluppo Municipale, dei Territori e delle Infrastrutture.


Iryna Vereščuk è passata da Vice Primo Ministro e Ministro per la Reintegrazione dei Territori Occupati all’Ufficio del Presidente in qualità di responsabile per le questioni sociali. È una delle poche funzionarie del governo ucraino con esperienza rilevante nella politica locale. Dal 2010 al 2015, Vereščuk è stata sindaco della sua città natale, Rava-Ruska, al confine tra Ucraina e Polonia.


Olha Stefanišyna, Vice Primo Ministro per l’Integrazione Europea, ben nota anche in Occidente, è ora anche Ministro della Giustizia. Ciò non solo ha aumentato il potere di Stefanišyna, ma le ha anche dato la capacità di promuovere l’adesione dell’Ucraina all’UE attraverso il suo ministero. Ciò che è positivo in questo sviluppo è che due importanti politiche ucraine, Vereščuk e Stefanišyna, sono riuscite a superare il rimpasto di governo dal punto di vista politico e hanno rafforzato le loro posizioni.


Conclusione


La guerra ha indurito Zelens’kyj, come si può facilmente vedere dal suo volto e dal suo linguaggio del corpo. Le abilità acquisite di Zelens’kyj nella sua carriera di star televisiva sono state utili quando si è trattato di raccogliere il sostegno internazionale e di incoraggiare la resistenza ucraina. Tuttavia, ora che la lotta difensiva è diventata una guerra di logoramento, è necessario un tipo diverso di leadership. È fondamentale trovare un modo sostenibile di mobilitare e gestire le risorse. Per questo, Zelens’kyj ha bisogno di un apparato diverso rispetto a tre anni fa. Se il recente cambio di leadership riuscirà o meno a rispondere a questa sfida è una domanda cruciale per l’Ucraina.


Zelens’kyj stesso deve anche diventare un leader diverso rispetto a quello che era all’inizio della guerra. La maggioranza della popolazione lo sostiene ancora a causa della sua indiscutibile risolutezza e costante visibilità. Tuttavia, stanno crescendo i dubbi sul fatto che Zelens’kyj sia la scelta giusta come capo di stato per il prolungato scontro con la Russia; uno scetticismo che si esprime, tra l’altro, nell’elevata popolarità del generale Zalužnyj. Finora, la capacità di Zelens’kyj di imparare e adattarsi lo ha aiutato molto. Forse questo gli permetterà anche di continuare a ricoprire al meglio il suo nuovo ruolo di leader di guerra.

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15 luglio 2025. Sedici anni dalla morte di Natal’ja Estemirova.

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La cerimonia avrà luogo alle 17:00 alla presenza delle autorità cittadine e di tutta la cittadinanza. Natal’ja Estemirova nasce il 28 febbraio 1958 nella città di Kamyšlov nella regione di Sverdlovsk in una famiglia di origine ceceno-russa. Si laurea in storia all’università di Groznyj e lavora come insegnante. Dopo la Prima guerra cecena si occupa di giornalismo, difesa dei diritti umani, assistenza agli ex prigionieri dei “centri di filtraggio” in Cecenia. Nell’autunno del 1999 Estemirova inizia a collaborare con il Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, lavora nella sede del Centro Memorial aperta a Groznyj, indaga su rapimenti e uccisioni di civili in Cecenia. Nel 2001 si avvicina alla giornalista Anna Politkovskaja e all’avvocato Stanislav Markelov. Dopo l’assassinio di Anna Politkovskaja inizia a scrivere per Novaja gazeta sotto pseudonimo. Estemirova documenta i crimini di guerra commessi dalle forze armate della Federazione Russa in Cecenia, i “rastrellamenti”, le esecuzioni sommarie di civili e gli attacchi indiscriminati sui centri abitati. Grazie al suo lavoro il mondo può vedere le immagini della cittadina di Novye Aldy, nei pressi di Groznyj, distrutta dalle forze armate della Federazione Russa, e può ascoltare le testimonianze degli abitanti. Il 5 febbraio 2000 le forze armate della Federazione Russa uccidono almeno 56 persone (secondo le informazioni del Centro Memorial) nel corso di un “rastrellamento” a Novye Aldy: anziani, donne e bambini. Tra le vittime non c’è nessun combattente. Si tratta di uno degli episodi più sanguinosi della Seconda guerra cecena. A venticinque anni dalla tragedia i colpevoli non sono ancora stati trovati né sono state individuate le responsabilità. Nel 2009 Estemirova torna a Novye Aldy per parlare con gli abitanti. Nell’occasione viene girato Aldy. Bez sroka davnosti (Aldy. Non c’è prescrizione), documentario del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, che uscirà dopo la morte di Natal’ja. Grazie alle inchieste di Estemirova si apprende anche del bombardamento sul paese di Rigach, avvenuto l’8 aprile 2004, nel corso del quale muoiono una donna e i suoi cinque bambini. Le forze armate della Federazione Russa negano i fatti. Estemirova fotografa le conseguenze del bombardamento, le case distrutte, i frammenti della bomba con la marcatura. Di propria iniziativa gli abitanti aprono la tomba per permetterle di fotografare e riprendere i cadaveri. Si apre un procedimento penale, ma il processo non viene istituito. Estemirova fa parte della Commissione di ispezione carceraria, per un mese presiede il Consiglio pubblico di Groznyj, ma il presidente ceceno Ramzan Kadyrov la “dispensa” dall’incarico. Due volte, dopo avere avuto una “conversazione” con il presidente ceceno che la minaccia personalmente, Natal’ja lascia per alcuni mesi la Russia, ma poi fa ritorno in Cecenia. La mattina del 15 luglio 2009 ignoti rapiscono Natal’ja Estemirova nei pressi della sua abitazione a Groznyj. Lo stesso giorno il suo cadavere viene ritrovato intorno alle tre di pomeriggio in Inguscezia, nella località di Gazi-Jurt. Il corpo di Natal’ja riporta ferite da arma da fuoco al torace e alla testa. Il funerale di Natal’ja Estemirova si tiene a Groznyj il giorno successivo. Partecipano centinaia di persone. I mandanti, gli organizzatori e gli esecutori dell’omicidio non sono ancora stati individuati. La versione ufficiale dell’istruttoria, grossolanamente prefabbricata, parla di “vendetta dei combattenti”. 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8 luglio 2025. Perquisizioni e arresti per Revol’t Centr a Syktyvkar.

Ultimo aggiornamento al 10 luglio 2025. Come riferisce la testata indipendente 7×7 Gorizontal’naja Rossija, già il 10 luglio il tribunale di Syktyvkar ha rilasciato Dar’ja Černyšova, direttrice di Revol’t Centr, cui è stato tuttavia vietato di accedere alla sede di Revol’t Centr, comunicare con i testimoni del caso e con i collaboratori di Revol’t Centr e 7×7 Gorizontal’naja Rossija. Le è stato inoltre vietato l’utilizzo di Internet e telefono. * * * Ieri, martedì 8 luglio 2025, a Syktyvkar, capoluogo della Repubblica dei Komi nella Russia europea nordoccidentale, le forze dell’ordine hanno perquisito i collaboratori e i locali di Revol’t Centr, spazio culturale indipendente dedicato a Revol’t Pimenov, matematico e dissidente, tra i fondatori di Memorial Komi e del movimento Memorial stesso, scomparso nel 1990. È stata perquisita anche l’abitazione di Igor’ Sažin (nella foto), come Pimenov tra i fondatori di Memorial Komi. Sažin è stato prelevato e quindi interrogato in qualità di testimone. Inoltre, nel corso della mattina, attivisti, difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati perquisiti e interrogati a Petrozavodsk, Kaliningrad, Novgorod, Irkutsk e Joškar-Ola: alcune di queste perquisizioni sembrano essere collegate a quella svolta presso Revol’t Centr. Così si è espresso Memorial Komi: Nella mattina dell’8 luglio 2025 le forze dell’ordine hanno effettuato perquisizioni ingiustificate nei confronti dei collaboratori dello spazio culturale indipendente Revol’t Centr a Syktyvkar. Non esiste alcuna spiegazione di carattere pubblico circa le motivazioni di queste perquisizioni. Riteniamo illecite tali azioni. Revol’t Centr è uno spazio culturale che ospita fiere del libro, conferenze di storia, mostre fotografiche e molto altro. Per tutti noi Revol’t Centr promuove i valori della libertà, della creatività e dell’amore per la nostra città! Condividiamo le parole di solidarietà, sostegno e gratitudine di Memorial: per noi Revol’t Centr è simbolo di libertà e intraprendenza nella terra del Gulag, simbolo di memoria e superamento delle difficoltà, ma anche simbolo di una natura fatta di erica, muschio e licheni. Come riportato dalla testata giornalistica indipendente Vot Tak, in seguito alle perquisizioni è stata arrestata Dar’ja Černyšova, direttrice di Revol’t Centr, accusata di avere violato le norme previste in quanto agente straniera. In realtà Černyšova non è mai stata iscritta nel cosiddetto registro degli agenti stranieri, ma nel 2023 è stato iscritto nel registro il portale d’informazione indipendente 7×7 Gorizontal’naja Rossija con il quale Černyšova ha collaborato fino al 2022. Contestualmente è stato avviato un procedimento per tradimento della patria nei confronti di Pavel Andreev. Andreev, oltre a essere uno dei creatori di 7×7 Gorizontal’naja Rossija e di Revol’t Centr, è anche uno degli attivisti di spicco di Memorial, essendo stato membro del consiglio direttivo di Memorial Internazionale fino alla sua chiusura imposta dal governo russo nel 2022. Il nostro collega al momento non si trova nella Federazione Russa.

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