Viktor Semënovič ABAKUMOV

Nato a Mosca nel 1908, figlio di un fuochista, fino ai tredici anni studiò nella scuola comunale. Fino al 1927 fu manovale e svolse lavori non qualificati. Nel 1927 entrò nel Komsomol, dove ricopr? cariche elettive in diverse organizzazioni di fabbrica. Nel 1931-1932 fu dirigente della sezione militare del comitato del quartiere di Zamoskvoreč'e, a Mosca.

Nel 1932 fu inviato a lavorare nell'apparato centrale degli organi dell'NKVD. Per i primi quattro anni ebbe incarichi di scarso rilievo, e ottenne il grado di sottotenente solo nel dicembre del 1936. Ma nel periodo del "Grande terrore" fece una carriera folgorante: in tre anni passò da sottotenente a maggiore anziano della sicurezza dello Stato, grado corrispondente a quello di generale, e da semplice funzionario operativo divenne capo della direzione di una delle pi&?grave; importanti sottosezioni regionali dell'NKVD, quella della regione di Rostov (1938-1941). Avendo saputo guadagnarsi le simpatie di Berija, durante la purga dei quadri dell'apparato centrale del commissariato agli interni non condivise la sorte di altri che avevano fatto carriera sotto Ežov.

Nel febbraio 1941 Abakumov ebbe un'ulteriore importante promozione. Allorch? l'NKVD fu diviso in due organi, Abakumov fu richiamato da Rostov a Mosca e nominato vicecommissario agli Affari Interni, cioè braccio destro di Berija. Nel primo mese di guerra (luglio 1946), Abakumov fu alla guida del controspionaggio militare, che si occupava non solo di soffocare gli umori antisovietici e disfattisti nell'esercito, ma anche della reale lotta contro lo spionaggio nemico nella zona del fronte.

Nell'aprile 1943 le sezioni speciali furono distaccate dall'NKVD e trasferite al commissariato del popolo alla Difesa, personalmente subordinato a Stalin: nasceva la direzione del controspionaggio, che prese il nome di SMERŠ ("Smert' špionam", "Morte alle spie"). Abakumov aveva ormai accesso diretto al leader, e ne approfittò per rafforzare le sue posizioni personali all'interno dei servizi speciali sovietici. Rimase a capo dello SMERŠ fino alla fine della guerra, raggiungendo il grado di generale di corpo d'armata. Fu insignito delle massime onorificenze militari, alcune ottenute per aver partecipato all'organizzazione della deportazione dei popoli del Caucaso del nord nel 1944. L'identità stessa di Abakumov era segreta, il suo nome non compariva quasi mai sulla stampa, non se ne pubblicavano le fotografie.

Nel maggio 1946 Abakumov sostituì nella carica di ministro della sicurezza dello Stato il protetto di Berija Merkulov e rinnovò quasi completamente i quadri dell'apparato centrale del ministero, mettendo in tutti i posti di rilievo ex funzionari dello SMERŠ. Partecipò all'organizzazione di grossi casi politici, come quello dell'EAK ("Comitato antifascista ebraico", 1948-1949), dei dirigenti dell'industria aeronautica e il "caso di Leningrado" (1950-1951). Gradualmente ampliò la sfera di competenza dell'MGB, che assorbì anche la milizia, la polizia criminale, la difesa militarizzata delle imprese.

La fine della carriera di Abakumov è legata alla successiva campagna antisemita. Nel rivedere l'istruttoria sul caso di una organizzazione giovanile clandestina, i cui membri erano accusati di preparare l'assassinio di Stalin, Abakumov decise di non gonfiare le dimensioni del caso, come voleva il primo giudice istruttore M.D. Rjumin, titolare dell'inchiesta. Allora Rjumin scrisse a Stalin una delazione contro Abakumov, accusandolo di assecondare i "sionisti" sia nel caso specifico, sia proteggendo i "quadri sionisti" nell'apparato centrale dell'MGB.

Stalin reagì immediatamente alla delazione: il 4 luglio 1951 Abakumov fu sollevato dalla carica di ministro, e una settimana dopo arrestato con l'accusa di avere coperto un "complotto sionista" nell'MGB. Durante l'istruttoria Abakumov fu recluso per qualche tempo in un carcere segreto speciale; per indicazione personale di Stalin fu torturato crudelmente. Dopo la morte di Stalin il caso del "complotto sionista" fu archiviato, ma Abakumov rimase in carcere: Berija lo riteneva un rivale troppo pericoloso. N? gli giovò l'arresto di Berija: a questo punto cominciarono ad accusarlo non di insufficiente zelo, ma di eccessiva attività: in particolare, di aver falsificato i fascicoli processuali durante il suo lavoro alla carica di ministro (in primo luogo, di aver montato il "caso di Leningrado"). Nella seduta del Collegio militare della Corte suprema dell'URSS a Leningrado del 14-19 dicembre 1954, Abakumov e alcuni alti funzionari dell'MGB della fine degli anni '40, che avevano condotto l'istruttoria sul caso di Leningrado, furono condannati alla pena di morte. Il processo si tenne a Leningrado, e bench? fosse a porte chiuse, fu ampiamente commentato sulla stampa. La corte riconobbe Abakumov colpevole di tradimento della patria, sabotaggio, esecuzione di atti terroristici, partecipazione a organizzazione controrivoluzionaria. Il giorno stesso dell'emissione della sentenza Abakumov fu fucilato (19 dicembre 1954). Nel 1994 il Collegio militare della Corte suprema della Federazione Russa ridefinì i delitti di Abakumov: anzich? di tradimento della patria fu accusato di reati d'ufficio e gli fu inflitta la condanna postuma a venticinque anni di detenzione senza confisca dei beni.

Fonti:

K. Stoljarov, Golgofa, Moskva 1991.

V.F. Nekrasov, Trinadcat' železnych narkomov, Moskva 1995.

N. Petrov, K. Skorkin, Kto rukovodil NKVD. 1934-1941, Moskva 1999, p. 80 (anche in http://www.memo.ru/history/NKVD/BIOGR/czeka1.htm).

Internet:

(Scheda biografica) http://www.hronos.km.ru/biograf/abakumov.html