Vjačeslav Rudol'fovič
Menžinskij
Nato il 19 agosto 1874 a San Pietroburgo in una
famiglia aristocratica (il padre era un polacco russificato, insegnante di
storia), ricevette un'ottima istruzione, appassionandosi alla letteratura e
alla linguistica (alla fine della vita conosceva 16 lingue straniere). Nel 1898
si laure? in legge all'università di Pietroburgo e cominci? a esercitare la
professione di avvocato a Pietroburgo e poi a Jaroslavl'. Entr? in contatto con
la clandestinità socialdemocratica, tenne lezioni nelle scuole serali per
operai e in circoli illegali. Contemporaneamente si dedicava all'attività
letteraria: nel 1904 pubblic? un racconto nell'almanacco modernista "Zelënyj
sbornik". Dopo la scissione della RSDRP ader? alla frazione bolscevica, e negli
anni della Prima rivoluzione russa (1905-1907) fu membro dell'Organizzazione
militare presso il CC della RSDRP. Dopo il fallimento della rivoluzione emigr?:
visse in Belgio, Svizzera, Francia, Stati Uniti, collaborando a edizioni bolsceviche.
Dopo la rivoluzione di Febbraio torn? in Russia.
Nell'agosto 1917 Menžinskij fu introdotto nel Bjuro panrusso delle
organizzazioni militari dei bolscevichi. Fu attivo sostenitore
dell'insurrezione armata e durante il rivolgimento di Ottobre partecip?
personalmente alla presa del Palazzo d'Inverno. Dopo la vittoria fu nominato
Vicecommissario del popolo per le Finanze e fino al marzo 1918 diresse di fatto
il passaggio dell'apparato delle finanze zarista al governo bolscevico. Nel
dicembre 1917, quando fu fondata la VČK, fu nominato anche membro del suo
Collegio, ma nell'aprile del 1918 fu inviato al lavoro diplomatico: fino al
novembre 1918 fu console generale della RSFSR a Berlino. Dopo la rottura dei
rapporti diplomatici fra Germania e RSFSR, torn? in Russia e per qualche tempo
rimase membro del Collegio del Commissariato del popolo agli affari esteri, ma
già nel 1919 si trasfer? definitivamente a lavorare alla VČK.
Membro del Presidium della VČK dal 1919 al
1922, si occup? prevalentemente di spionaggio esterno e controspionaggio, dei
rapporti operativi con il servizio diplomatico sovietico e dell'organizzazione
di un sistema di controllo per l'ingresso e l'uscita dal Paese, nonch? di
questioni di crittografia, che lo interessavano particolarmente. Negli organi
della sicurezza acquist? la reputazione di "generatore di idee", elaboratore di
astute operazioni, che determinarono per molti anni lo stile dello spionaggio e
controspionaggio sovietico (la particolare posizione dell'"intellettuale" Menžinskij
nella VČK era sottolineata da fatto che, a causa delle cattive condizioni
di salute, nel suo ufficio della Lubjanka egli lavorava e perfino riceveva i
visitatori stando sdraiato sul divano). L'idea fondamentale di Menžinskij
consisteva nella necessità di infiltrare nell'ambiente dei nemici del potere
sovietico (sia emigrati, sia rimasti nel Paese) dei gruppi di provocatori
totalmente controllati dalla ČK, grazie ai quali si potevano
disorganizzare e annientare i reali movimenti di opposizione. In alcuni momenti
agivano fino a una cinquantina di tali strutture provocatorie (fra le pi?
famose, l'operazione "Trust", i "Democratici liberali" ecc.).
Dopo la trasformazione della VČK in OGPU e
l'allontanamento di molti čekisti della prima ora (Lacis, Peters e altri),
Menžinskij non solo rimase al suo posto, ma nel 1923 divenne primo
vicepresidente dell'OGPU, che di fatto diresse, in quanto il presidente F.D.
Dzeržinskij in quel periodo era anche impegnato negli organi che gestivano
l'economia dell'URSS. Nel 1926, dopo la morte di Dzeržinskij, Menžinskij
divenne capo dell'OGPU, carica in cui rimase per otto anni. Spesso malato, Menžinskij
affidava la gestione ordinaria al suo vice G.G. Jagoda, continuando per? a
rimanere il cervello della struttura: cos?, proprio a lui apparteneva l'idea
dello sfruttamento massiccio del lavoro dei detenuti per la realizzazione del
primo piano quinquennale, che fu accolta dalla leadership del partito nel 1929.
Per tre volte (1927, 1930, 1934) Menžinskij fu eletto membro del CC della
VKP(b). Mor? il 10 maggio 1934 nella dacia "Gorki-6" nei pressi di Mosca; le
esequie furono solenni, e l'urna con le sue ceneri fu sigillata nelle mura del
Cremlino (nel 1938, al processo contro il blocco antisovietico trockista di
destra, a Bucharin, Rykov e Jagoda fu mossa l'assurda accusa di avere ucciso Menžinskij facendolo curare in modo scorretto).
Fonti:
T. Gladkov, M. Smirnov, Menžinskij, Moskva 1969.
Političeskie dejateli Rossii 1917. Biografičeskij spravočnik, Moskva 1993, pp. 213-214.
Internet:
[Biografia] http://www.hronos.km.ru/biograf/menzhin.html.