Biologo, dissidente, confondatore di Memorial, racconta a Meduza la sua liberazione tramite trattativa con gli Usa. Le ultime ore di detenzione, gli ultimi inganni, le ultime insensatezze. La grazia rifiutata, un viaggio nel buio. L’addio obbligato alla Russia (“Ci tornerò”) e la libertà: “Da quanto tempo non camminavo sotto la pioggia…”.
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Oleg Orlov: “Oggi è peggio dell’epoca sovietica, ma siamo molti di più a opporci”.
Oleg Orlov, copresidente di Memorial, è detenuto in carcere in Russia a causa di una persecuzione politica. Presentiamo la traduzione di un’ampia intervista a Orlov raccolta dal giornalista e scrittore Filipp Dzjadko (Memorial Zukunft) prima della sentenza definitiva.