Siberiana di nascita, forzatamente emigrata in Lituania, è una politica russa di opposizione, per anni vicina ad Aleksej Naval’nyj. Negli tempi la sua è una vita da romanzo di spionaggio: complotti dei servizi, provocazioni, arresti, un tentato omicidio. “Dopo città ucraine distrutte, migliaia di civili uccisi, l’assassinio di Naval’nyj, migliaia di prigionieri politici in tutta la Russia, osservare il processo di normalizzazione del regime di Putin fa una gran tristezza”.
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L’eredità di Naval’nyj è l’ottimismo politico
Non il tipo di ottimismo da meme della “bella Russia del futuro” che vediamo ovunque, né quello forzato che rasenta la propaganda e si riduce a illudere sé stessi e gli altri che il tiranno ha i giorni contati. Il suo è di una categoria superiore, è dato dalla consapevolezza che i tuoi ideali politici sono così importanti e la tua fede in essi così forte, che nemmeno non sapere quando potranno essere messi in atto può incrinarli. Non hai scelta: devi fare quello che fai e basta.