Il direttore d’orchestra torna così su un grande palco europeo, finanziato anche da fondi pubblici, a dispetto delle sanzioni che lo hanno colpito in molti paesi. Se in tempi normali, la separazione tra arte e politica può sembrare un principio nobile e difendibile, in tempi di guerra, come quella della Russia in Ucraina, ogni pretesa di “neutralità culturale” suona ingenua, se non complice.
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Sul colonialismo russo
La sua negazione è un atteggiamento che lega l’ala anti-Putin della società russa all’ala pro-Putin. Lo sciovinismo russo è radicato nella storia e nell’inconscio culturale molto più profondamente del putinismo. Dietro questa retorica si nasconde il rifiuto fondamentale di studiare le radici storiche e i metodi di creazione di questo “contesto culturale comune” con i popoli conquistati, russificati con la forza e in parte sterminati: l’ignoranza della storia dei ceceni, degli ingusci, dei buriati, dei baschiri, dei calmucchi, dei tuvini, degli jakuti, degli adigei, dei vepsi o dei keti.

