Il 24 settembre 2025 a Ginevra, a margine della sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani del 22 settembre dedicata alla situazione dei diritti umani nella Federazione Russa, si è tenuto un incontro che ha avuto per tema la sorte degli ostaggi civili, dei prigionieri di guerra e dei prigionieri politici detenuti in relazione alla guerra della Federazione Russa contro l’Ucraina. L’iniziativa si è svolta nell’ambito della campagna People First e ha visto la partecipazione di Mariana Katzarova, relatrice speciale ONU sui diritti umani nella Federazione Russa, Oleksandra Romantsova del Centro per le libertà civili (Ucraina), Sergej Davidis, responsabile del progetto Sostegno ai prigionieri politici Memorial (Federazione Russa), Tatiana Lokshina per Human Rights Watch. I relatori hanno chiesto il rilascio immediato e incondizionato dei civili ucraini detenuti illegalmente nella Federazione Russa, di tutti i bambini deportati con la forza dalla Federazione Russa, dei prigionieri di guerra da entrambe le parti, dei prigionieri politici russi condannati per la loro posizione contro la guerra e il sostegno all’Ucraina. Nel corso dell’incontro è emerso che la maggior parte dei civili ucraini detenuti in Russia è tenuta in isolamento, senza accuse formali, accesso legale o assistenza medica; il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) non ha accesso a loro; alcuni prigionieri gravemente malati rischiano di non sopravvivere fino a uno scambio; l’ultimo grande scambio è avvenuto a maggio 2025 (2000 persone), da allora, solo casi isolati. Sergej Davidis ha sottolineato che il rilascio, nell’ambito di un futuro accordo di pace in Ucraina, non solo dei cittadini ucraini ma anche dei cittadini russi condannati per la loro opposizione alla guerra e il sostegno all’Ucraina, non è solo una necessità morale e umanitaria. Liberare chi si è apertamente opposto alla guerra sarà un segnale forte di sostegno alla società civile russa, potrà incentivare l’attivismo civico e contribuire al cambiamento interno. Mariana Katzarova ha evidenziato la necessità di creare un meccanismo internazionale per il ritorno immediato e incondizionato di tutti i civili ucraini deportati, compresi i bambini, indipendentemente dall’andamento dei negoziati di pace. Nel rapporto ONU Katzarova suggerisce, in primo luogo, di creare un meccanismo internazionale efficace, con il coinvolgimento del CICR, per garantire il ritorno di tutti i civili deportati e, secondariamente, di garantire al CICR accesso illimitato ai prigionieri politici russi, ai prigionieri di guerra ucraini e ai civili detenuti. Oleksandra Romantsova ha ricordato che il 90% dei civili ucraini detenuti nella Federazione Russa si trova in un vuoto giuridico totale, senza accuse formalizzate o accesso alla giustizia. Tatiana Lokshina ha evidenziato come le istituzioni internazionali debbano dare priorità assoluta alla questione della liberazione dei civili detenuti. Documentare le violazioni su larga scala è estremamente difficile: sparizioni forzate, luoghi di detenzione inaccessibili, mancanza di accesso per le ONG e gli organismi internazionali. Tuttavia la raccolta delle prove continua. La liberazione incondizionata di tutte le persone detenute illegalmente, civili, militari, prigionieri politici, deve essere parte integrante di qualsiasi processo negoziale e della pressione internazionale sulla Federazione Russa. Non è solo una questione umanitaria. È una questione di giustizia.
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28 novembre 2024. Sergej Davidis inserito nella lista degli estremisti e terroristi.
Il 28 novembre 2024 Sergej Davidis, copresidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, è stato inserito nella “lista degli estremisti e dei terroristi” stilata da Rosfinmonitoring, agenzia federale russa per il monitoraggio delle operazioni finanziarie, con una postilla su un suo “coinvolgimento nel terrorismo”. Inoltre il 5 dicembre il tribunale Ljublinskij di Mosca ha ricevuto la documentazione relativa all’apertura di un procedimento amministrativo. La documentazione ha permesso di comprendere che nei confronti di Davidis è stata emessa una denuncia amministrativa per partecipazione alle attività di un’“organizzazione indesiderata”. Davidis ha anche ricevuto una comunicazione scritta con la quale gli è stato richiesto di presentarsi in procura per fornire spiegazioni e prendere conoscenza della possibilità di dover rispondere a responsabilità amministrativa. Come si evince dalla lettera, l’indagine della procura è legata a materiali di Radio Free Europe/Radio Liberty, indicata in Russia come organizzazione indesiderata. Sembra si faccia riferimento a interviste rilasciate da Sergej Davidis o a suoi commenti sui canali di Radio Free Europe. Con ogni probabilità il procedimento contro Davidis è legato alle sue attività: difendere i prigionieri politici, organizzare il sostegno e richiamare l’attenzione sulla loro situazione in Russia e nel mondo. Non si tratta del primo episodio di repressione nei confronti del copresidente del Centro Memorial nel 2024. A marzo il ministero della giustizia ha dichiarato Memorial “agente straniero”. Ad agosto il Roskomnadzor, servizio per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media della Federazione Russa, ha formalizzato un’accusa per violazione da parte di Davidis delle regole di marcatura in quanto “agente straniero”, indicando otto post apparsi sul suo canale Telegram. A settembre gli è stata comminata una multa di 30.000 rubli. Sergej Davidis ha dichiarato: “Non sono a conoscenza di motivi specifici per aprire nuovi procedimenti. E quale delle mie attività – la co-presidenza del Centro Memorial o la direzione del programma di sostegno ai prigionieri politici – ne sia la ragione. Ma non c’è dubbio che questi nuovi fatti sono un segno dell’attenzione dello Stato nei confronti del nostro lavoro. Ma noi, naturalmente, continueremo a lavorare.”
Aperti procedimenti amministrativi contro Sergej Davidis e Svetlana Gannuškina
Nei giorni scorsi sono stati avviati procedimenti amministrativi contro Sergej Davidis, attuale presidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, e Svetlana Gannuškina, storica attivista tra i fondatori del Centro. Il 19 agosto si è appreso che il Roskomnadzor, Servizio per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media della Federazione Russa, ha formalizzato un’accusa per violazione delle regole di marcatura in quanto “agente straniero” (art. 5, c. 19.34 del Codice amministrativo) contro Sergej Davidis, attuale presidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial. L’elenco delle violazioni comprende otto post sul canale Telegram personale di Davidis, tra i quali le foto pubblicate da Davidis della mezza maratona di Vilnius cui aveva recentemente partecipato e alcune fotografie scattate a Ginevra. Il Roskomnadzor fa riferimento anche al Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, già incluso nel registro degli “agenti stranieri”. A conferma delle attività di Davidis in veste di socio del Centro Memorial il Roskomnadzor cita tre post del suo canale Telegram, tutti repost dal canale Telegram del Centro Memorial. La seconda pagina dell’atto contiene un errore. Il Roskomnadzor afferma che i post Telegram di Davidis sono stati “prodotti, diffusi e/o inviati da un socio di Radužnaja Associacija (Associazione Arcobaleno)”, inclusa anch’essa nel registro degli “agenti stranieri”. Tuttavia Sergej Davidis non è un socio di questa associazione. Il processo è previsto per il 3 settembre. In base all’articolo che gli viene contestato Sergej Davidis rischia una multa da 10.000 a 30.000 rubli. Il 14 agosto E.B. Ponomarëv, sostituto procuratore del tribunale interdistrettuale Basmannyj di Mosca, ha formalizzato l’apertura di un procedimento amministrativo a carico di Svetlana Gannuškina, tra i fondatori del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial. Ponomarëv ha rinvenuto un illecito nel fatto che, nella corrispondenza con Tat’jana Moskal’kova, commissaria per i diritti umani della Federazione Russa, Gannuškina non ha indicato il suo status di “agente straniero”. Svetlana Gannuškina aveva inviato sull’e-mail personale di Moskal’kova le informazioni di cui disponeva il Centro Memorial sul caso della ventitreenne inguscia Lejla Gatagaževa, chiedendo di vagliare con attenzione il caso della giovane madre accusata di “partecipazione a organizzazione terroristica”, nonostante la donna avesse già scontato una condanna a cinque anni di reclusione in Iraq in base a un’accusa analoga. 21 agosto 2024.

