Aleksandr Isaevič Solženicyn (Kislovodsk, 11.12.1918 – Mosca, 3.8.2008)
Laureato in fisica e matematica all’università di Rostov, negli anni della seconda guerra mondiale Solženicyn è ufficiale, riceve decorazioni e medaglie. Nelle lettere inviate dal fronte a un amico, esprime giudizi critici su Stalin. Le lettere vengono intercettate dal controspionaggio e il 9 febbraio 1945 Solženicyn e il suo amico sono arrestati. Il 7 luglio Solženicyn è condannato a 8 anni di campo di lavoro correzionale da una commissione speciale presso l’NKVD dell’URSS, in base agli articoli 58-10, c.2 e 58-11 del Codice penale della RSFSR.
Le impressioni del carcere e del lager, gli incontri con centinaia di persone estremamente diverse per convinzioni e destini determinano un profondo mutamento delle opinioni di Solženicyn. Egli diventa cristiano ortodosso, anticomunista, considera la Rivoluzione d’ottobre la più grande tragedia nella storia della Russia. Nei campi comincia a scrivere, imparando a memoria le proprie opere, e l’esperienza del lager starà alla base di molte sue opere, fra cui Una giornata di Ivan Denisovič e Arcipelago Gulag
Il’ja Jašin. Intervento del 18 luglio 2024.
Pubblichiamo la traduzione del discorso tenuto giovedì 18 luglio 2024 da Il’ja Jašin in occasione dell’udienza, svoltasi presso il tribunale di Safonovo, relativa alla richiesta,