Vladimir Makanin, Underground

ovvero un eroe del nostro tempo A cura e con una postfazione di Sergio Rapetti Milano, Editoriale Jaca Book, 2012

Vladimir Makanin
Underground
ovvero un eroe del nostro tempo
A cura e con una postfazione di Sergio Rapetti

Editoriale Jaca Book, Milano 2012

Underground è il maturo capolavoro di un affermato scrittore che viene in questi anni continuamente riproposto e studiato in Russia, in quanto testo essenziale, e ineguagliato, indispensabile per la comprensione del cruciale passaggio dall’era sovietica al postcomunismo.
Ne è protagonista, in pochi mesi della sua vita nei quali sono in realtà compressi gli anni cruciali tra il 1989 e il 1993, Petrovi, scrittore senza un libro pubblicato, filosofo quasi clochard, insofferente di ogni potere e ogni autorità costituita, anche minuscola, il quale s’è scelto, per “esserci” comunque, una marginale attività di custodia di alloggi momentaneamente disabitati in una “casalbergo” che ancora si erge, imponente relitto dei tempi del collettivismo, nel panorama urbano di Mosca e che è in fase di sbrigativa e anche criminale privatizzazione.
Di questa obščaga in disarmo egli è custode volontario e sempre meno tollerato, il quale non solo vigila sui “metri quadrati” altrui, ma ascolta e accoglie le confidenze e sofferenze di quell’umanità in affanno, ricevendone a sua volta qualche boccone di cibo, di calore, di effimera considerazione e intimità sessuale.
Eroe dei tempi grami – picaresco corsaro nelle vite e destini altrui –, egli si presenta come scrittore fallito, con una macchina da scrivere che si trascina dietro quale status symbol, ma sui cui tasti ha allenato dita e muscoli forti, utili nelle risse e per il coltello, e maturato un “io” debordante che lo porta a macchiarsi, nobilitandoli come «duelli», di due omicidi.
Ma la linea di resistenza, sulla breccia della quale egli soprattutto si sente e vede, è quella degli eroi letterari di Puškin, Lermontov, Dostoevskij, Čechov… E da loro ha imparato a declinare un alfabeto del riscatto spirituale e morale tutto in “a”: autonomia, attenzione, ascolto, accoglienza, amore, anima, contro i feticci del potere, del successo, del denaro.
E c’è infine un Eroe vero e puro e coerente che, sempre più precisandosi come coscienza di Petrovi, alla fine gli toglie anche la scena: il fratello Venjamin, artista autentico almeno quanto lui è scrittore presunto, e per questo votato a una integrità senza compromessi, di conseguenza in manicomio da decenni, ridotto a bimbo inerme dalla violenza dei medici-criminali nelle cui mani è stato consegnato dal potere-padrone perché gli “spegnessero” il cervello.
Un grandioso affresco-apologo sulla vittoriosa irriducibilità e unicità di ogni persona, reietta e rifiutata che sia, contro ogni aspettativa, perfino sua.

Vladimir Makanin (1937) vive e lavora a Mosca. Laureato in matematica e scacchista di valore, ha anche insegnato e ultimato studi superiori di cinematografia. A partire dal 1965 ha pubblicato decine di romanzi e racconti, è stato nella direzione dell’Unione degli Scrittori dell’urss dal 1985 e nel comitato di redazione della rivista «Znamja» dal 1987. Nella Russia postsovietica è assai popolare e i suoi libri gli hanno guadagnato alcuni dei maggiori premi letterari del Paese.

 

Dalle prime recensioni:

Makanin con il romanzo Underground ha scritto una delle satire epiche più significative della letteratura russa del Novecento, così come le Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij lo furono dell’Ottocento.”
Armando Torno, «Magazine – Corriere della Sera», 7 dicembre 2012

Underground, il monumentale romanzo di Vladimir Makanin… è l’opera dell’ultimo erede e più degno allievo dei classici.”
Alessandra Iadicicco, «Tutto libri – La Stampa», 8 dicembre 2012

“Leggiamo questo grande libro per capire la Russia di oggi, e per ritrovare la grande tradizione di chi sapeva interpretare il disagio di tutti.”
Goffredo Fofi, «Internazionale», 21 dicembre 2012

 

 

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Giugno 2025. People First in Italia: l’appello della delegazione dei Premi Nobel per la pace 2022.

Al termine di una quattro giorni di incontri istituzionali e pubblici Memorial Italia esprime soddisfazione e gratitudine nei confronti dei numerosi interlocutori con i quali ha avuto modo di confrontarsi tra l’8 e l’11 giugno 2025 come parte della delegazione dei Premi Nobel per la pace 2022 in Italia, costituita da Oleg Orlov (Memorial, Russia), Oleksandra Romantsova (Center for Civil Liberties, Ucraina) e Leonid Sudalenka (Viasna. Human Rights in Belarus, Belarus), accompagnati da Giulia De Florio e Andrea Gullotta, presidente e vicepresidente di Memorial Italia. La delegazione ha presentato la campagna People First, proposta e sostenuta da più di quaranta associazioni ucraine, russe e internazionali, tra le quali Memorial Italia e la Federazione Italiana Diritti Umani, il cui obiettivo è richiedere di inserire al tavolo delle trattative di pace tra Russia e Ucraina la questione della liberazione di tutte le persone incarcerate o deportate dopo il 24 febbraio 2022. Dopo gli incontri milanesi di domenica 8 giugno che prevedevano la tavola rotonda I confini dell’impero di Putin al Festival di Radio Popolare e un incontro con l’Associazione dei russi liberi, a Roma la delegazione dei Premi Nobel ha partecipato a eventi strategici mirati a chiedere all’Italia di sostenere la campagna People First. Il 9 giugno si è tenuto presso la Farnesina un incontro con la Direzione generale per gli Affari politici e di sicurezza nel quale Orlov, Romantsova e Sudalenka, dopo aver esposto alcuni degli aspetti più gravi delle numerose crisi legate al mancato rispetto dei diritti umani nella Federazione Russa, in Ucraina e nella Belarus, hanno illustrato la campagna People First. I funzionari del ministero presenti all’incontro hanno esposto i numerosi interventi dell’Italia all’ONU, al Consiglio d’Europa e in altre sedi a sostegno dell’Ucraina e delle società civili russe, ucraine e bielorusse e assicurato il costante impegno dell’Italia e del proprio governo in difesa dei diritti umani nel mondo e in particolare nei paesi dove operano le tre ONG. Il 10 giugno Orlov, Romantsova e Sudalenka hanno tenuto un’audizione presso la Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati sul tema della liberazione delle persone incarcerate o deportate dall’inizio del conflitto russo-ucraino, cui è seguito un incontro con Benedetto Della Vedova, attualmente membro della Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati. Nel marzo del 2022 Della Vedova, all’epoca sottosegretario agli Esteri, aveva avuto modo di parlare telefonicamente con Oleg Orlov nel corso delle perquisizioni condotte nella sede di Memorial a Mosca, esprimendo solidarietà a nome del governo italiano. Nell’occasione si è intrattenuto con la delegazione per approfondire le questioni legate al sostegno italiano e internazionale agli attivisti dei tre paesi. Nel pomeriggio Orlov, Romantsova e Sudalenka hanno animato l’incontro Putin’s Russia and the war against Ukraine: Insights from Human Rights Activists presso l’Istituto Affari Internazionali. A seguire la delegazione è stata ricevuta presso la Camera dei deputati dalla segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein insieme alla capogruppo del PD alla Camera dei deputati Chiara Braga, al responsabile Esteri, Europa, Cooperazione internazionale del PD Giuseppe Provenzano e alla vicepresidente della Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati Lia Quartapelle. Elly Schlein ha ribadito l’impegno del proprio partito a sostegno dell’Ucraina e contro i regimi russo e bielorusso e ha discusso con gli attivisti una serie di iniziative istituzionali volte a rafforzare il sostegno dell’Italia alla campagna People First. Nella mattinata dell’11 giugno la delegazione ha partecipato all’udienza generale del Santo Padre Papa Leone XIV in piazza San Pietro e nel pomeriggio ha tenuto un’audizione presso le Commissioni riunite Affari esteri e difesa e Diritti umani del Senato della Repubblica, intrattenendosi al termine con alcuni senatori, tra i quali Cinzia Pellegrino (FDI) e Filippo Sensi (PD), per approfondire le questioni emerse nel corso dell’audizione. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato agli incontri e tutti i giornalisti che hanno voluto dare spazio e risonanza all’iniziativa. Corriere della Sera (Irene Soave): Il Nobel dissidente Oleg Orlov: «L’Ucraina è stata disponibile, Mosca mente anche sui detenuti. Un dialogo però è possibile» | Corriere.it. Il Giornale (Angelo Allegri): ll premio Nobel Orlov: “Cedere adesso a Putin aiuta solo gli estremisti del regime russo” – il Giornale. Tg1 (Enrico Bona): Il dissidente Oleg Orlov: “Migliaia di civili ucraini detenuti in Russia in condizioni spaventose”. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): La visione della pace di Orlov. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): La visione della pace di Romantsova. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): La visione della pace di Sudalenka. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): Orlov sullo scambio mediato da Biden. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): Orlov su negoziati prigionieri. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): Orlov su diaspora. Gr1, Rai Radio1, ore 08:00 (Carla Frogheri): Intervista a Oleg Orlov sulla campagna “People First” (dal minuto 10.30). Rai Radio1 (Carla Frogheri): Radio anch’io | Proteste pro-migranti negli USA. Il conflitto in Ucraina | Rai Radio 1 | RaiPlay Sound (dal minuto 34.50). L’Avvenire (Raffaella Chiodo Karpinsky): Orlov: «Il bavaglio a Memorial non riesce a zittirci dall’estero». Adnkronos (Simona Poidomani): “In Russia torture sistematiche su dissidenti e ucraini”, la denuncia di Oleg Orlov. Radio Radicale (Francesco De Leo): Intervista a Oleg Petrovic Orlov, biologo, politico e attivista russo, impegnato nei movimenti per i diritti umani post-sovietici in Russia, tra i fondatori e co-presidente del consiglio direttivo del Memorial Human Rights Center, associazione premiata ne (12.06.2025). Il Manifesto (Sabato Angieri): «Putin è imperialista, ma i russi vogliono la fine della guerra» | il manifesto. Vita (Alexander Bayanov): Il Nobel per la pace Orlov: «Sono tanti i russi che non vogliono la guerra, ma non possono dirlo» – Vita.it. L’Europeista (Marco Setaccioli): “In Russia regime fascista, ma la gente ormai vuole solo pace”, intervista al Premio Nobel Oleg Orlov – L’Europeista.

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