A Mosca è scomparso Semen Samujlovich Vilenskij, poeta, saggista, ex detenuto dei gulag della Kolyma, infaticabile divulgatore della memoria e della letteratura del gulag. Vilenskij era nato nel 1928 a Mosca. Arrestato nel 1948, quando era ancora studente, passa 3 mesi nella pigione di Sukhanovo, dove viene torturato. Condannato a 10 anni di detenzione nei campi, viene trasferito in Kolyma. Rilasciato nel 1955 dopo anni di sofferenze e violenze, ritorna a Mosca solo nel 1963 e forma, assieme ad altri ex detenuti della Kolyma, la “Compagnia di Kolyma”. Dalla perestrojka in poi diventa attivissimo divulgatore della memoria e della letteratura del gulag. Fonda “Vozvrashchenie”, associazione e casa editrice dedita alla pubblicazione di opere di ex detenuti dei campi. Cura e pubblica una quantità notevole di volumi, tra cui “Dodnes’ tjagoteet”, che viene tradotto in diverse lingue. Cura la prima pubblicazione di un’antologia di versi di prigionieri dei campi, “Poety uznikov Gulaga”. In anni più recenti, si fa promotore, assieme a Marietta Cudakova, Vladimir Murav’ev e altri collaboratori di Vozvrashchenie, della pubblicazione di volumi diretti a un pubblico di giovani, di manuali e di opere di Jurij Demidov, oltre a curare il proprio archivio personale, composto da manoscritti e dattiloscritti di migliaia di opere di detenuti dei campi. Con la sua morte scompare uno dei più straordinari testimoni dell’orrore dei campi sovietici.
Brescia, 10 febbraio 2025. La poesia bielorussa di protesta.
ci sentivamo liberi solo nei bagni pubblicidove per dieci rubli nessuno chiedeva cosa ci stessimo facendoeravamo contrari al caldo d’estate, contrari alla neve d’invernoquando venne fuori che eravamo la nostra linguae ci strapparono la lingua, cominciammo a parlare con gli occhie quando ci cavarono gli occhi cominciammo a parlare con le maniquando ci mozzarono le mani parlavamo con le dita dei piediquando ci crivellarono le gambe, facevamo un cenno con la testa per il “sì”e scuotevamo la testa per il “no”… e quando mangiarono vive le nostre testeci infilammo indietro nel grembo delle nostre madri dormienticome in un rifugio antiaereoper nascere un’altra volta. (dalla poesia Lingua bielorussa di Valzhyna Mort) Lunedì 10 febbraio alle 18:00 nella libreria dell’Università Cattolica di Brescia (via Trieste 17/D) si tiene la presentazione della raccolta di poesie Il mondo è finito e noi invece no. Antologia di poesia bielorussa del XXI secolo, curata da Alessandro Achilli, Giulia De Florio, Maya Halavanava, Massimo Maurizio, Dmitrij Strocev per le edizioni WriteUp. Intervengono Giulia De Florio, professoressa di lingua e traduzione russa all’università di Parma e presidente di Memorial Italia, e Maya Halavanava, lettrice di lingua russa nelle università di Padova e Milano, in dialogo con la poetessa Franca Grisoni. L’iniziativa è promossa dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, dall’ordine degli avvocati di Brescia e Memorial Italia con la collaborazione dell’Università Cattolica di Brescia.