Quando infuriava il rock. Il ‘68 all’Est. Dissenso e controcultura

Immagini e documenti che illustrano gli eventi salienti della scena politica e culturale est-europea nel 1968 e negli anni immediatamente successivi

 

Locandina della mostra "Quando infuriava il rock. Il '68 all'Est. Dissenso e controcultura"La mostra, curata da Memorial Italia, si propone di osservare le vicende, i canali e le voci che hanno caratterizzato quell’anno in Russia, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria con alcuni cenni ai Paesi dell’ex Jugoslavia. Uno sguardo nuovo su un periodo ancora da indagare e capire in profondità. A cinquant’anni di distanza si impone una nuova riflessione su questo anno che ha segnato la storia dell’Europa Occidentale e che impatto ha avuto nel contesto culturale e politico dell’Europa dell’Est. Soprattutto per questi paesi, il ’68 rappresenta l’inizio, ancora latente, di una fase di crisi che diverrà più esplicita tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 e porterà, dopo l’avvento di Gorbachev, alla crisi definitiva e alla fine del sistema comunista in questi paesi.

La mostra ripercorre gli avvenimenti salienti del ’68 nei vari paesi, partendo dall’Unione Sovietica dove nel corso degli anni Sessanta i movimenti dissidenti si sono andati sviluppando, pur rimanendo privi di una struttura organizzativa vera e propria, affinando i pochi strumenti a disposizione creando, in forma clandestina ma sempre più allargata, un vero e proprio dibattito culturale. Si registrano eventi significativi quali l’Appello alla comunità mondiale di Pavel Litvinov e Larisa Bogoraz in gennaio; il Festival della canzone d’autore  di Akademgorodok a Novosibirsk il 7 marzo e la comparsa, il 30 aprile, della rivista portabandiera del dissenso, Chronika tekuscich sobytij.

L’invasione sovietica della Cecoslovacchia come rileva Andrej Sacharov, nel suo fondamentale saggio Riflessioni sul progresso, segna un punto di svolta nell’attività dell’opposizione contro il regime che sfocerà nella prima manifestazione di dissenso sulla Piazza Rossa, la cosiddetta “Dimostrazione dei sette” il 25 agosto, a cui partecipano importanti esponenti del dissenso subito dopo i fatti di Praga.

Ma se gli eventi di Praga fungono da detonatore e innescano in Russia un nuovo corso della storia, il ’68 è un anno cruciale anche in altri Paesi dell’Est europeo.

Attraverso una cronologia complessiva il visitatore potrà osservare in modo comparato gli avvenimenti del ’68 nei paesi dell’est con quelli che hanno luogo nel resto del mondo.

Oltre a documentare la cronaca storica, la mostra dedicherà una sezione alla musica che ha un ruolo fondamentale nella trasmissione e condivisione dei valori comuni della libertà dei valori e della protesta civile. I canti di Vladimir Vysockij, Aleksandr Galič, Bulat Okudžava, in Russia, ma anche Karel Kryl, Marta Kubišová in Cecoslovacchia e qualche anno più tardi di Jacek Kaczmarski in Polonia, diventano il simbolo di una società in pieno fermento che non appare più rassegnata ad accettare ogni abuso da parte del potere.

 

La mostra Quando infuriava il rock. Il ‘68 all’Est. Dissenso e controcultura, a cura di Carla Tonini, docente di Storia dell’Europa Orientale all’Università di Bologna, progetto grafico di Martino Gasparini, offre al pubblico italiano un quadro inedito della realtà dell’opposizione culturale nell’Europa dell’Est e delle forme da essa assunte negli anni ’60.

Nel 1968 l’URSS e alcuni paesi dell’ex Blocco sovietico furono scossi da eventi drammatici come la primavera di Praga e le proteste studentesche in Polonia e in Jugoslavia. Il ’68 non fu solo un anno di repressioni, propaganda aggressiva e violente proteste, ma divenne l’apice di una vivace controcultura di cui furono protagonisti gruppi dissidenti e pacifisti e movimenti artistici e musicali, che ebbero diffusione anche in stati in cui il controllo e la repressione del dissenso politico erano particolarmente efficaci. Gli influssi occidentali si fusero con le tradizioni dei singoli paesi, dando vita a esperimenti innovativi.
La mostra presenta immagini e documenti che illustrano gli eventi salienti della scena politica e culturale est-europea nel 1968 e negli anni immediatamente successivi.

Mostra dal 23 ottobre al 27 ottobre 2018
Milano, Università degli Studi
Atrio Aula Magna
Via Festa del Perdono 7
Inaugurazione 23 ottobre 2018 ore 11,00
Intervengono: Laura Rossi (Università degli Studi di Milano), Carlo Montalbetti (Direttore generale Comieco),
Carla Tonini (Università degli Studi di Bologna).

La mostra è la seconda tappa del progetto: La libertà viaggia con la carta, sponsorizzato da Memorial Italia e Comieco.
I materiali provengono dai seguenti archivi:
Memorial, Mosca
Robert-Havemann-Gesellschaft, Berlin
Hungarian Rockmuzeum, Budapest
Fondo Jiří Pelikán, Archivio storico della Camera dei Deputati, Roma

ansa.it | Mostre, il rock all’Est e la repressione
bresciaoggi.it | Il rock all’Est e la repressione
Exibart | Quando infuriava il rock. Il ’68 all’Est
Artribune | Quando infuriava il rock
MilanoToday | Mostra alla Statale di Milano
MentelocaleMilano | Il ’68 all’est, dissenso e controcultura
Il Sussidiario.net | Il ’68 nei paesi dell’Est: perché ai regimi non piaceva il rock?
Grate Game, blog di Emanuele Giordana | LA mia banda suona il rock (a Est)
SISSCO | Quando infuriava il rock – Il ’68 all’Est

I 12 pannelli della mostra

[nggallery id=106]

 

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Berlino, 28-29 marzo 2025. Roginskie čtenija. Conferenza internazionale.

Venerdì 28 e sabato 29 marzo 2025 si svolge a Berlino la quinta edizione delle Roginskie čtenija, conferenza internazionale dedicata al ricordo di Arsenij Roginskij. Tema dell’edizione è L’esperienza delle donne nel blocco (post) socialista: terrore, resistenza, memoria. Organizzata da Zukunft Memorial, Memorial Deutschland e Memorial Italia, la conferenza è disponibile on line, previa registrazione, in tedesco, inglese e russo. Per Memorial Italia partecipano Simone Bellezza, membro del comitato scientifico, e Daniela Steila. Per maggiori informazioni sul programma e per registrarsi e collegarsi: 30marta.memo.ngo/en. Ricordiamo che il 30 marzo Arsenij Roginskij avrebbe festeggiato il suo compleanno. Il documentario Il diritto alla memoria è un ritratto cinematografico a lui dedicato, un monologo-confessione nel quale Roginskij parla di sé, del proprio paese, del suo passato, presente e futuro. Tra i fondatori di Memorial e per molti anni presidente dell’associazione, storico di altissimo profilo, dissidente e prigioniero politico, Roginskij era un formidabile narratore. Un anno prima di morire riflette, per la prima volta davanti a una telecamera, su questioni intime ed essenziali: la sua nascita in un lager sovietico e la morte del padre in una prigione staliniana, l’essenza del Terrore di massa, il dovere dello storico e le ragioni per cui i russi respingono la memoria del passato totalitario del proprio paese. Di Arsenij Roginskij ha voluto parlare anche la nostra Elda Garetto e al ricordo della sua figura è dedicata la lectio Lo storico e il giudice del nostro Carlo Ginzburg.

Leggi

Milano, 28 marzo 2025. Vivere nonostante il GULag.

Quindi arrivò un pizzino portato da uno in libertà. A Czesia riuscì di farne uscire un altro di nascosto. Lo scrivemmo insieme. Dicemmo quante donne eravamo e come ci chiamavamo. E ci fir­mammo “Le Cinque Gemelle” perché eravamo in cinque. Cinque giovani donne molto diverse le une dalle altre, ma straordinariamen­te unite. Eravamo sempre tutte e cinque insieme e tra di noi avevamo degli pseudonimi. Io – per il fatto che ancheggiavo – ero il Pinguino, Czesia era il Vitello, a causa degli occhioni sgranati con cui osservava il mondo, Basia – per via della sua statura – la Giraffa, Bronka era la Civetta, per il fatto che portava gli occhiali, mentre Wanda era l’Ele­fante, visto che non faceva che incespicare e buttare giù le cose. Venerdì 28 marzo 2025 alle 17:30 presso l’associazione Casa delle donne di Milano (via Marsala 10) si tiene la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, compreso nella collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia per Edizioni Guerini. Intervengono le nostre Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice, e Patrizia Deotto. Modera Marilena Salvarezza. La Casa delle donne di Milano rende disponibile la diretta Facebook dell’incontro: Facebook.

Leggi

Bari, 24 marzo-4 aprile 2025. Mostra “Vivere senza menzogna. Solženicyn”.

Dal 24 marzo al 4 aprile Bari ospita la mostra Vivere senza menzogna. Aleksandr Isaevič Solženicyn, promossa dal Centro interculturale Ponte ad Oriente e dal Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro in collaborazione con l’associazione Russia Cristiana. L’esposizione è allestita presso il Centro polifunzionale studenti (ex Poste) in piazza Cesare Battisti 1 ed è visitabile gratuitamente previa prenotazione per gruppi numerosi e percorso guidato. Per maggiori informazioni: A Bari la Mostra “Vivere senza menzogna – Aleksandr Solženicyn”: un viaggio tra libertà e verità. Composta da tre sezioni e trenta pannelli, la mostra ripercorre la vita e il pensiero di Aleksandr Solženicyn, scrittore e premio Nobel per la letteratura nel 1970. Attraverso il suo Arcipelago Gulag Solženicyn racconta il sistema dei campi di lavoro sovietici e denuncia la violenza, l’oppressione dei regimi totalitari e la menzogna che svuota l’uomo della sua libertà. Il percorso espositivo si propone come strumento educativo e di riflessione, capace di stimolare nei visitatori la consapevolezza sulla necessità della verità e della responsabilità individuale, ponendo l’accento sulla lotta dell’uomo contro ogni forma di oppressione e di disumanizzazione.

Leggi