PAROLE TRAFUGATE Diari clandestini dalla Russia (1970-1971) di Eduard Samuilovič Kuznecov

I diari di Eduard Kuznecov usciti clandestinamente dal Lager speciale n. 10 in Mordovia e miracolosamente giunti nelle mani di Sacharov sono una coraggiosa prova di resistenza morale e una potente testimonianza sulle inumane condizioni di vita dei prigionieri politici in Unione Sovietica e insieme una lucida denuncia dei mali che minano il sistema giudiziario sovietico.

Eduard Kuznecov

Parole trafugate. Diari clandestini dalla Russia (1970-1971)

Introduzione di Marcello Flores

Guerini e Associati 2023 (edizione digitale pubblicata in coedizione con goWare)

 

Che cosa significa tenere di nascosto un diario in un campo di lavoro dove tutti i giorni vieni perquisito e vivi sotto la costante minaccia di ricatti e punizioni esemplari? Quale incoercibile determinazione può spingerti a registrare nella scrittura questa esperienza e a cercare di diffondere la tua testimonianza al di là del filo spinato? È quanto si chiede Eduard Kuznecov in questi diari fatti uscire clandestinamente dal Lager speciale n. 10 in Mordovia e miracolosamente giunti nelle mani di Sacharov.

Una coraggiosa prova di resistenza morale e una potente testimonianza sulle degradanti e inumane condizioni di vita dei prigionieri e insieme una lucida denuncia dei mali che minano il sistema giudiziario sovietico e dei meccanismi che regolano uno Stato totalitario; uno Stato «il cui passato, presente e futuro si reggono sul sangue, la menzogna e l’insensibilità e di fronte al cui volto da incubo l’uomo non è nulla». Pagine scritte tra il 1970 e il 1971, ma di drammatica attualità che ci ricordano come il potere anche nella Russia di oggi continui a ricorrere agli stessi metodi manipolativi e a servirsi degli stessi strumenti coercitivi nei confronti dei suoi nuovi oppositori.

 

Eduard Kuznecov, scrittore e giornalista dissidente, nasce a Mosca nel 1939. Nel 1961 è arrestato per la prima volta e condannato a sette anni di reclusione per propaganda antisovietica. Nel 1970 viene processato, per aver tentato, insieme a un gruppo di ebrei russi dissidenti, di dirottare un aereo verso Israele e condannato alla pena di morte; pena che gli viene commutata, grazie alla pressione dell’opinione pubblica internazionale, in quindici anni di reclusione in un campo di lavoro a regime speciale in Mordovia. All’inizio degli anni Settanta i suoi diari, usciti clandestinamente dalla Russia, vengono pubblicati in Occidente. Nel 1979 viene rilasciato ed emigra in Israele dove vive attualmente. Tra il 1983 e il 1990 collabora con Radio Liberty. Nel 1992 è tra i fondatori del quotidiano in lingua russa “Vesti” (Notizie). Nel 2016 la figlia, Anat Zalmason-Kuznecov, ha diretto un documentario sulla storia dei suoi genitori dal titolo Operation Wedding.

 

Recensioni:

 

“Mai mollare. Eduard Samoilovič Kuznecov, o dell’ostinazione come virtù” di David Bidussa in “Gli Stati generali”, 15 novembre 2023

 

 I diari di Kuznecov in un lager dell’Urss: “scrivo solo per conservare il mio volto” di Elena Freda Piredda in “ilSussidiario.net”, 11 gennaio 2024

 

“I diari di Eduard Kuznecov: la scrittura nei lager sovietici” di Simone Campanozzi in “Giornalismo e Storia”, 3 febbraio 2024

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