5 agosto 2025. Giornata dedicata al ricordo delle vittime delle “operazioni nazionali”.

Il 31 luglio del 1937 fu firmato il famigerato ordine operativo n. 00447 “Operazione di repressione di ex kulaki, criminali e altri elementi antisovietici” dell’NKVD dell’URSS. L’ordine n. 00447 è spesso considerato il punto di avvio del Grande terrore. È tuttavia necessario precisare che le repressioni sono collegate anche ad altri ordini come il n. 00439 che di fatto segna l’inizio delle cosiddette operazioni nazionali dell’NKVD. Si tratta di repressioni svolte su tutto il territorio dell’URSS, pianificate in anticipo e attuate con regolarità ai danni dei membri di gruppi etnici “stranieri”: polacchi, tedeschi, finlandesi, careliani, lettoni, greci e molti altri. In totale si contano almeno undici operazioni di questo genere di cui sono vittima oltre 240.000 persone, in gran parte fucilate. È inoltre importante ricordare le “misure precauzionali” che il governo sovietico attua già a partire dal 1936, per esempio la risoluzione del Politburo “Misure per proteggere l’URSS dalla penetrazione di elementi di spionaggio, terrorismo e sabotaggio”. Nikita Ochotin e Arsenij Roginskij ne hanno scritto in russo nell’articolo “Il Grande terrore”: 1937-1938. Breve cronaca.

Il 5 agosto del 1937 tutte le sezioni locali dell’NKVD ricevettero l’ordine n. 00447 ed è per questo motivo che il 5 agosto è la giornata in cui nella Federazione Russa si commemorano le vittime del Grande terrore. Anche quest’anno dunque, come ogni anno, Memorial propone di commemorare le vittime delle “operazioni nazionali”. È possibile inviare foto e video degli oggetti che i cittadini depongono presso i monumenti dedicati alle vittime della repressione – fiori, candele, messaggi – o raccontare di altre iniziative commemorative. Il 5 agosto Memorial condividerà sui suoi canali social i materiali ricevuti.

Memory activism: Memorial e l’attivismo della memoria.


Come Memorial Italia cogliamo l’occasione per ricordare il documentario Il diritto alla memoria di Ljudmila Gordon.

Il diritto alla memoria è un ritratto cinematografico documentale dello storico Arsenij Roginskij (1946-2017), un monologo-confessione su di sé, il proprio paese, il suo passato, presente e futuro. Tra i fondatori di Memorial e per molti anni presidente dell’associazione, storico di altissimo profilo, dissidente e prigioniero politico, Roginskij era un formidabile narratore. Un anno prima di morire riflette, per la prima volta davanti a una telecamera, su questioni intime ed essenziali: la sua nascita in un lager sovietico e la morte del padre in una prigione staliniana, l’essenza del Terrore di massa, il dovere dello storico e le ragioni per cui i russi respingono la memoria del passato totalitario del proprio paese. I genitori hanno interrotto i rapporti con i figli, i mariti con le mogli, le sorelle con i fratelli. In questo documentario il regista esplora esempi di questi conflitti, ponendo l’accento sia sulla impressionante efficacia della propaganda del Cremlino, sia sul dolore che la frattura causa nelle vite dei singoli.

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