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Giovannella Iosifovna Rjazanceva

Giovannella Iosifovna Rjazanceva

La storia

Natal’ja Nikolaevna Volodčenko è nata a Kerč’ il 1 maggio 1939. Sua madre, Polina Savel’evna Delerno (1915-1997) era figlia di Rosalia Markovna Simone e Savelij Markovič Delerno. Il capostipite italiano della famiglia, Mark Simone, garibaldino, si è trasferito a Kerc’ nell’ottobre del 1870. Dal matrimonio tra Rosalia e il marinaio Savelij Delerno sono nati cinque figli: Dolorata (Dora), Debenedikt, Polina (nata nel 1915), Mark e Antonina (nata nel 1926).
Durante la prima guerra mondiale, Savelij è stato fatto prigioniero e, dopo essere tornato a casa, è morto di malattia. Dopo la morte di Rosalia nel 1935, Dora ha dovuto occuparsi della sorella minore Antonina, con la quale si è trasferita a Sverdlovsk (o ad Omsk). Lì Dora ha vissuto insieme al marito Stepan Terent’ev, soldato dell’Armata Rossa. Polina ha frequentato la scuola media e dei corsi di contabilità, poi ha lavorato per la compagnia Azovvodstroj, dove ha conosciuto Vasilij Andreevic Volodčenko (nato nel 1908), cresciuto in una numerosa famiglia di origini ucraine e bielorusse (i genitori si chiamavano Andrej Evseevič e Anna Josifovna Elina). Nel 1939 è nata la loro unica figlia: Natal’ja (Taločka)
Una volta, durante l’occupazione di Kerč’, Polina è stata scambiata per un’ebrea. Stava per essere fucilata quando una vicina di casa ha iniziato a gridare dicendo che era italiana, salvandole così la vita.

Giovannella Iosifovna Rjazanceva

La storia

Gli italiani furono portati a Kamyš-Burun,  e poi via mare  fino a Taman’, dove li fecero salire su un treno, viaggiarono un mese per arrivare a Atbasar in Kazakstan, dove furono alloggiati in baracche, senza vetri alle finestre e senza porte e fu loro distribuito del grano saraceno marcio. Ci fu un epidemia di tifo, e un epidemia  di colera. Soffrirono la fame. Nel 1943 morirono il padre e il fratello del padre Viktor Domenikovič; la madre andava a lavorare con i piedi avvolti negli stracci. Giovannella era coperta di piaghe. Su consiglio della cognata del padre Elizabeta, che li aiutava, decisero di mandare la bambina in un orfanotrofio, dove l’avrebbero nutrita e l’avrebbero curata. Giovannella Iosifovna si ricorda molto poco della vita all’orfanotrofio. Ricorda soltanto che i bambini erano vestiti tutti allo stesso modo e che dovevano raccogliere nei cestini  dei fiori di acacia.

Nel 1944 la mamma fu trasferita a lavorare ad Akmolinsk in una fabbrica militare, decise di riprendere Giovannella dall’orfanotrofio. Qui la vita migliorò, ricevettero gli aiuti umanitari americani. Vivevano in una casa di kazachi che a volte  davano da mangiare a Giovannella. Dopo la liberazione di Kerč’ la nonna Julja si trasferì da Krasnoe Selo, dove aveva vissuto durante l’occupazione, in città, nella sua vecchia casa  bombardata. Da Kerč’ la nonna inviava loro prodotti alimentari. Il marito quando tornò dal fronte costruì una nuova casa

Ad Akmolinsk Giovannella frequentò la scuola nel 1949 e contemporaneamente lavorava al mercato. Nel 1951 tornarono a Kerč’. In un primo tempo la mamma lavorò a Termjuk come cuoca in un asilo. Nel 1953 torna a Kerč’ e lavora come centralinista in una fabbrica di mattoni. Giovannella vive con la nonna e nel 1958 finisce l’ottava classe, studia per dieci mesi all’istituto tecnico professionale e si specializza come imbianchino. Nel 1960 va a lavorare a Jalta, torna dopo quattro anni e fino al 1973 lavora come imbianchino  nella fabbrica  di calcestruzzo Vojkov. Nel 1962 avrebbe voluto andare in Italia su invito della sorella del padre, Vera Domenikovna, ma i familiari temevano delle conseguenze spiacevoli. Nel 1967 sposa Nikolaj Nikolaevič (1941-2007) che lavorava come meccanico al sovchoz “1° maggio” specializzato in prodotti ittici. Nel 1968 nasce la figlia Nadja, nel 1973 Tamara. Dopo la nascita della seconda figlia per alcuni anni  Giovannella  Iosifovna  smette di lavorare. Nel 1982 va a lavorare in una fabbrica tessile come imbianchino e addetta alle pulizie. Nel 1983 la casa della nonna viene demolita e viene assegnato loro un appartamento. Nadja frequenta a Kostroma la Facoltà di fisica e matematica. Tamara frequenta a  Kerč’ l’Istituto per infermieri.  Nel 1996 Giovannella  Iosifovna  va in pensione

Non si ricorda se i parenti parlassero italiano. Ricorda soltanto che durante le feste si riunivano a casa della zia Liza (Elizabeta Domenikovna Fabiano, sorella del padre) e che cantavano “Santa Lucia” in italiano e che la nonna preparava gli spaghetti con il ragù. Il Natale lo festeggiavano secondo il calendario ortodosso.

Le date chiave

28 novembre 1940: nasce a Kerč’. I genitori Iosif  Dominikovič Fabiano (?-1943 comandante di nave  mercantile) e la madre Praskov’ja Nikolaeva Benetti (1917-1976) erano nati anche loro a Kerč’.
29 gennaio 1942: Viene deportata da Kerč’ insieme al padre e alla madre, le sorelle del padre Vera e Elizaveta e il fratello del padre  Viktor Domenikovič, che morirà in Kazakstan. Arrivano in Kazakstan  passando per Kamyš-Burun, Taman’, Atbasar. Arrivano nel febbraio/marzo del 1942.
1943:  muore il padre Iosif Dominikovič Fabiano.
1943-1944: Giovannella viene mandata in un orfanotrofio in Kazakstan.
1944: La madre Praskov’ja Nikolaevna viene trasferita a lavorare ad Akmolinsk e riprende la figlia Giovannella dall’orfanotrofio.
1949-1951: Studia fino alla seconda classe ad Akmolinsk.
1952: Ritorna con la madre a Kerč’ e vivono dalla nonna Julja Stoljarenko Fabiano.
1952 -1958: Termina la scuola fino all’ottava classe a  Kerč’.
1958-1959: Studia 10 mesi in un istituto tecnico professionale e si specializza come imbianchino.
1960-1964: Lavora a Jalta.
1964: Torna a Kerč’ e  fino al 1973 lavora come imbianchino nella fabbrica  di calcestruzzo Vojkov .
1967: Si sposa con Nikolaj Nikolaevič Rjazancev  (1941-2007).
1968: Nascita della figlia Nadezda.
1973:  Nascita della figlia Tamara.
Fino al 1982: Casalinga.
1982-1996: Lavora in una fabbrica tessile come imbianchino e addetta alle pulizie.
1996: Va in pensione.
2005:  Si iscrive all’Associazione degli italiani a Kerč’.

L'intervista

Parte uno

Parte Due

Parte Tre

Credits
Intervistatore: Alena Kozlova
Operatore: Viktor Griberman
Trascrizione: Natalja Christoforova
Traduzione: Zeno Gambini
Giulia Giachetti Boico per la sua preziosa collaborazione a Kerč’

Le foto

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