L’Energia della vergogna | Fazil’ Iskander

Fazil’ Iskander, uno dei massimi scrittori contemporanei, percorre l’infanzia con arguzia e tenerezza, come se fosse un territorio inesplorato.

L'Energia della vergogna
L'Energia della vergogna di Fazil' Iskander

Titolo: L’Energia della vergogna
Autore: Fazil’ Iskander
Prefazione di: Moni Ovadia
Tradotto da: Emanuela Guercetti
Editore: Salani Editore
Data di Pubblicazione: Maggio 2014

 

 

 

 

Nostalgia di infanzia dal mondo abcaso

Alias Domenica – Stefano Garzonio, 28.6.2014

Narrativa di lingua russa. Per la prima volta tradotto da Salani, “L’energia della vergogna” guarda al terribile mondo del totalitarismo attraverso l’occhio di un bambino

Almeno fino agli anni novanta dello scorso secolo era lecito porsi la que­stione dell’esistenza, accanto alla let­te­ra­tura russa sovie­tica e dell’emigrazione, di una let­te­ra­tura rus­so­fona pre­sente in altri con­te­sti etnici e cul­tu­rali. Per molti intel­let­tuali e scrit­tori appar­te­nenti alle mino­ranze pre­senti nei con­fini dell’Unione Sovie­tica era natu­rale rivol­gersi al russo come lin­gua di espres­sione let­te­ra­ria, in modo abba­stanza ana­logo a quanto avve­niva per le let­te­ra­ture post­co­lo­niali anglo­fone e fran­co­fone. La let­te­ra­tura sovie­tica era ricca di casi di scrit­tori non russi che sce­glie­vano il russo come lin­gua let­te­ra­ria: fra que­sti, il kir­ghiso Cin­giz Ajt­ma­tov e il ciu­kci Jurij Rytheu. Oltre a rap­pre­sen­tare la pro­pria cul­tura nazio­nale, que­sti scrit­tori svol­sero un ruolo impor­tante nella sto­ria della let­te­ra­tura russa, arric­chen­dola non solo con temi e con det­ta­gli descrit­tivi eso­tici, ma anche nei toni e nelle diverse forme della narrazione.

Uno degli esempi più inte­res­santi è quello dello scrit­tore abcaso Fazil’ Iskan­der, cer­ta­mente tra gli autori più ori­gi­nali della let­te­ra­tura tardo-sovietica, quella tra sta­gna­zione e pere­stro­jka, e oggi con­si­de­rato un patriarca della let­te­ra­tura russa, come testi­mo­nia, tra l’altro, il pre­mio di stato con­fe­ri­to­gli il 12 giu­gno scorso. Fazil’ Iskan­der è ben noto anche in Ita­lia, dove sono stati tra­dotti veri e pro­pri capo­la­vori quali La costel­la­zione del capro­toroLa notte e il giorno di CikSan­dro di Cegem, e ancora Il tè e l’amore per il mareL’uomo e i suoi din­torni Oh, Marat! Ora la Salani pro­pone, con la pre­fa­zione di Moni Ova­dia e nella bella tra­du­zione di Ema­nuela Guer­cetti, un romanzo breve dal titolo L’energia della ver­go­gna (pp. 208, euro 12,90) scritto nel 1987 e pub­bli­cato la prima volta sulla rivi­sta «Zna­mja» col titolo La vec­chia casa sotto il cipresso.

Nato a Suchumi da madre abcasa e padre ira­niano (il padre, pro­prie­ta­rio di una fab­brica di mat­toni, fu depor­tato dall’Urss nel 1938), Iskan­der si affermò agli esordi come poeta e que­sta sua prima espe­rienza let­te­ra­ria costi­tui­sce senza dub­bio una delle fonti del suo par­ti­co­lare stile imma­gi­ni­fico. Come altri gio­vani scrit­tori dell’epoca – tra i quali Vasi­lij Akse­nov e l’autore del Sol­dato Con­kin Vla­di­mir Voj­no­vic – anche Iskan­der con­sumò la pro­pia for­ma­zione intorno alla rivi­sta «Junost’», uno dei rife­ri­menti costanti della nuova let­te­ra­tura sovie­tica nata dal disgelo.
Il forte senso di libertà e di ribel­lione che per­corre tutta la sua opera si mani­fe­sta, tra le pagine di L’energia della ver­go­gna, affron­tando il ter­ri­bile mondo del tota­li­ta­ri­smo attra­verso il pri­sma dell’ingenua coscienza di un bam­bino, e alter­nan­dovi i toni epici della nar­ra­zione nostal­gica appli­cata alla cata­stro­fica incur­sione della civiltà sovie­tica nel sistema patriar­cale degli abcasi, mino­ranza cau­ca­sica che ancora oggi difende con dif­fi­coltà, ma vigo­ro­sa­mente, la pro­pria iden­tità tra Rus­sia e Geor­gia (per effetto della guerra russo-georgiana l’Abcasia è oggi una repub­blica indi­pen­dente de facto, ma con spo­ra­dici rico­no­sci­menti internazionali).

Nella prosa di Iskan­der com­pare uno spe­ci­fico lin­guag­gio eso­pico che si rea­lizza poi in una dimen­sione ludico-carnevalesca, com­pli­cata dalla tra­spo­si­zione scritta del rac­conto orale nella duplice rice­zione epica e storico-documentaria: un pro­cesso già evi­dente nel ciclo di San­dro di Cegem, per­so­nag­gio gran­dioso e con­trad­dit­to­rio, difen­sore dell’onore, picaro e truf­fa­tore, istrione e fan­nul­lone, grande Tamada di ban­chetti, toast­ma­ster.
San­dro sem­bra un mutante in salsa cau­ca­sica dei per­so­naggi di Rabe­lais o Cer­van­tes, un eroe che agi­sce sullo sfondo dello scon­tro tra mondo patriar­cale e socia­li­smo auto­ri­ta­rio. Sta­lin stesso, come Berija, com­pare come pre­senza ambi­gua e coin­vol­gente nel com­plesso intrec­cio di acca­di­menti e di capo­vol­gi­menti, al di là delle bar­riere tem­po­rali, secondo la migliore tra­di­zione della nar­ra­zione epico-storica. Non a caso il mul­ti­forme e impre­ve­di­bile mondo di Iskan­der, tra saga e satira, ha fatto par­lare di rea­li­smo magico con chiaro rife­ri­mento al mondo di Gabriel Gar­cía Márquez.

Negli anni che sareb­bero seguiti alla scrit­tura di L’energia della ver­go­gnal’autore abcaso aggiunse un sot­to­fondo etico-psicologico nel quale l’impegno civile risul­tava più evi­den­te­mente mar­cato, come nel caso del rac­conto lungo Il pic­colo gigante dal grande sesso che vide la luce su Metro­pol’ nel 1979, il cele­bre alma­nacco che fu al cen­tro di un ecla­tante caso let­te­ra­rio e poli­tico. I tratti filo­so­fici e alle­go­rici sono invece al cen­tro della fiaba Coni­gli e pitoni, nella quale in toni di grot­te­sca tra­gi­cità si offre un qua­dro senza spe­ranze della società sovie­tica. Molti dei pro­ce­di­menti e dei temi impie­gati da Iskan­der sono rin­trac­cia­bili anche inL’energia della ver­go­gna, que­sto breve romanzo di for­ma­zione rac­con­tato con toni che ancora una volta ricor­dano il fluire della nar­ra­zione orale (Iskan­der è scrit­tore for­te­mente radi­cato nella dimen­sione fol­clo­rica) men­tre affron­tano il tema della ver­go­gna come sen­ti­mento che tra­sforma la debo­lezza in ener­gia vitale, tem­prando l’identità e la personalità.

Sullo sfondo di un mondo in disgre­ga­zione, seb­bene ricco di sug­ge­stione poe­tica e cor­ro­bo­rato dalla forza del sogno e dell’ironia, Iskan­der costrui­sce l’azione con­cen­tran­dosi sulla vita di un cor­tile popo­lato da una folla di per­so­naggi eccen­trici (lo zio Samad sem­pre altic­cio, il cap­pel­laio caraita Samuil, il dolce armeno Ave­tik), auten­tici nella loro quo­ti­diana con­cre­tezza. Il risul­tato è un’immagine ori­gi­nale e vitale dell’alterità, della spe­ci­fi­cità cul­tu­rale, della forza della libertà nella peri­fe­ria dell’impero sovie­tico con­tro ogni con­for­mi­smo, ottu­sità e qualunquismo.

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Palermo, 2-6 settembre 2025. MOST. Memorial Open Society Talks Summer School.

A Palermo dal 2 al 6 settembre 2025 Memorial Italia promuove MOST. Memorial Open Society Talks. MOST è una Summer School pensata per studenti e studentesse e giovani giornalisti/e che vogliono approfondire ed esplorare temi trasversali come l’identità, i diritti umani, i regimi politici e la memoria storica in quella vasta e complessa area sociopolitica sorta dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che va dall’Europa Orientale fino all’Estremo Oriente. È possibile inviare la candidatura entro il 20 giugno all’indirizzo email most@memorialitalia.it allegando un breve CV e una lettera motivazionale. Perché MOST? L’aggressione militare russa in Ucraina ha indubbiamente riportato al centro del dibattito pubblico italiano un momento di intenso confronto intorno al significato di alcune categorie politiche e culturali universali: nazione e impero; identità e ideologia; democrazia e autocrazia; e, infine, guerra e pace. Tuttavia, nel linguaggio dei media questa nuova tensione si è trasformata molto spesso in una marcata polarizzazione ideologica che ha rivelato, nel corso degli ultimi anni, un certo livello di astrazione e, in misura ancora più evidente, una carenza di base: molti di coloro che scrivono di storia, società e politica ucraina e russa non hanno alcuna conoscenza dei territori e delle culture dei paesi su cui offrono ampie riflessioni. MOST vuole fornire uno spazio libero e indipendente di formazione e scambio, di analisi e approfondimento. L’ambizione è quella di creare una rete di giovani studiosi/e e giornalisti/e che possano contribuire all’elaborazione di nuovi linguaggi per articolare nel dibattito pubblico italiano un’informazione consapevole: l’intento è aiutare a comprendere non solo quanto avviene oggi in Ucraina, ma anche il significato profondo di eredità storiche, retaggi culturali e dinamiche politiche di lunga durata che hanno caratterizzato la formazione di una regione ampia e complessa come l’area post-sovietica. Cosa è MOST? In molte lingue slave MOST significa ponte, uno spazio di raccordo tra culture e storie. MOST nasce come un vero e proprio laboratorio di idee volto a stimolare il confronto tra i diversi linguaggi con cui oggi possiamo approfondire la conoscenza di un’area geografica tormentata di cui si continua ad avere una conoscenza superficiale e in molti casi prevenuta. MOST è una Summer School pensata per studenti e studentesse e giovani giornalisti/e che vogliono approfondire ed esplorare temi trasversali come l’identità, i diritti umani, i regimi politici e la memoria storica in quella vasta e complessa area sociopolitica sorta dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che va dall’Europa Orientale fino all’Estremo Oriente. MOST è costruita intorno a 5 giornate, ognuna delle quali è dedicata a un macrotema diverso. Lingua, identità e cultura: come si relazionano tra loro dinamiche linguistiche e appartenenze identitarie e culturali? Quali sono le radici storiche dell’Ucraina di oggi? Società civile e regimi politici: qual è il ruolo della società civile nel fungere da contrappeso ai regimi politici? In cosa i regimi politici sorti nell’area nel corso degli ultimi decenni differiscono dalle democrazie occidentali? Diritti umani: come si è evoluta la situazione dei diritti umani e la lotta per il loro rispetto dalla caduta dell’Unione Sovietica a oggi? Chi sono i difensori dei diritti umani nella Federazione Russa? Come hanno concepito il proprio lavoro e quali sfide stanno affrontando? Come ha funzionato dagli anni Novanta a oggi il sistema giuridico in Cecenia, Daghestan, Inguscezia? Confini e conflitti: come comprendere il grado di contestazione dei confini politici nella regione nel corso degli ultimi trentacinque anni? Quali eredità storiche e pratiche politiche influiscono sulla loro politicizzazione e sull’emergere di nuovi conflitti?  Memoria storica: perché la memoria, individuale e collettiva, svolge oggi un ruolo fondamentale nel processo di autoidentificazione e nella mobilitazione sociale delle nuove comunità politiche? Chi ‘fa’ MOST? MOST vuole essere un importante momento di incontro tra la comunità scientifica che si occupa a vari livelli di spazio post-sovietico e il mondo del giornalismo e della comunicazione. Per questo motivo abbiamo invitato studiosi/e ed esperte d’area come le giuriste del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial e giornalisti/e affermati/e come Anna Zafesova (La Stampa, Linkiesta), Eugenio Cau (Il Post) e Daniele Raineri (Il Post), per imparare a maneggiare gli strumenti propri dei rispettivi settori e a sperimentare nuovi linguaggi.  Durante le giornate di MOST sono previste: lezioni con studiose/i d’area sui macrotemi della Summer School; workshop di carattere pratico curati da giornalisti/e; momenti culturali tra cui visite guidate, presentazioni di libri, dibattiti pubblici e commemorazioni. Come unirsi a MOST? Se sei interessato/a ai temi di cui discutiamo a MOST, vuoi far parte di una rete di giovani studiosi/e e giornalisti/e e conoscere da vicino i relatori e le relatrici dei vari incontri, puoi inviare la tua candidatura entro il 20 giugno all’indirizzo email most@memorialitalia.it allegando un tuo breve CV e una lettera motivazionale (max 400 parole) in cui ci racconti dei tuoi interessi e delle tue aspettative. Durante le giornate della Summer School i costi dell’alloggio sono interamente coperti: ci ospita la Casa di Accoglienza il Carmine Maggiore, nel cuore del centro storico di Palermo. Le spese di viaggio e vitto sono a carico dei partecipanti. La quota di partecipazione, utile a contribuire alle spese organizzative, è di €150. Il pagamento viene effettuato dai partecipanti successivamente alla comunicazione di avvenuta selezione. Perché Palermo? Abbiamo scelto Palermo come sede di MOST perché è una città per molti versi di confine, con un passato ricco di memorie intrecciate e un presente in cui la lotta per i diritti umani è parte viva del tessuto urbano. La collaborazione con alcune associazioni presenti nel territorio, come Libera contro le mafie, impegnata da decenni nella lotta alle mafie e nel ricordo delle vittime innocenti, ci permette di affrontare temi cari a Memorial Italia da una prospettiva molto diversa da quella post-sovietica, ma che presenta tante affinità. La presenza di realtà come MoltiVolti, impresa sociale dedicata all’inclusione, alla convivenza e al dialogo tra persone portatrici di culture diverse, consente di tracciare altri fili rossi nelle questioni che riguardano l’identità, i confini, le migrazioni. In vista della nostra prima Summer School abbiamo inoltre voluto chiedere ai nostri partner per quale motivo abbiano

Leggi

Giugno 2025. People First in Italia: l’appello della delegazione dei Premi Nobel per la pace 2022.

Al termine di una quattro giorni di incontri istituzionali e pubblici Memorial Italia esprime soddisfazione e gratitudine nei confronti dei numerosi interlocutori con i quali ha avuto modo di confrontarsi tra l’8 e l’11 giugno 2025 come parte della delegazione dei Premi Nobel per la pace 2022 in Italia, costituita da Oleg Orlov (Memorial, Russia), Oleksandra Romantsova (Center for Civil Liberties, Ucraina) e Leonid Sudalenka (Viasna. Human Rights in Belarus, Belarus), accompagnati da Giulia De Florio e Andrea Gullotta, presidente e vicepresidente di Memorial Italia. La delegazione ha presentato la campagna People First, proposta e sostenuta da più di quaranta associazioni ucraine, russe e internazionali, tra le quali Memorial Italia e la Federazione Italiana Diritti Umani, il cui obiettivo è richiedere di inserire al tavolo delle trattative di pace tra Russia e Ucraina la questione della liberazione di tutte le persone incarcerate o deportate dopo il 24 febbraio 2022. Dopo gli incontri milanesi di domenica 8 giugno che prevedevano la tavola rotonda I confini dell’impero di Putin al Festival di Radio Popolare e un incontro con l’Associazione dei russi liberi, a Roma la delegazione dei Premi Nobel ha partecipato a eventi strategici mirati a chiedere all’Italia di sostenere la campagna People First. Il 9 giugno si è tenuto presso la Farnesina un incontro con la Direzione generale per gli Affari politici e di sicurezza nel quale Orlov, Romantsova e Sudalenka, dopo aver esposto alcuni degli aspetti più gravi delle numerose crisi legate al mancato rispetto dei diritti umani nella Federazione Russa, in Ucraina e nella Belarus, hanno illustrato la campagna People First. I funzionari del ministero presenti all’incontro hanno esposto i numerosi interventi dell’Italia all’ONU, al Consiglio d’Europa e in altre sedi a sostegno dell’Ucraina e delle società civili russe, ucraine e bielorusse e assicurato il costante impegno dell’Italia e del proprio governo in difesa dei diritti umani nel mondo e in particolare nei paesi dove operano le tre ONG. Il 10 giugno Orlov, Romantsova e Sudalenka hanno tenuto un’audizione presso la Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati sul tema della liberazione delle persone incarcerate o deportate dall’inizio del conflitto russo-ucraino, cui è seguito un incontro con Benedetto Della Vedova, attualmente membro della Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati. Nel marzo del 2022 Della Vedova, all’epoca sottosegretario agli Esteri, aveva avuto modo di parlare telefonicamente con Oleg Orlov nel corso delle perquisizioni condotte nella sede di Memorial a Mosca, esprimendo solidarietà a nome del governo italiano. Nell’occasione si è intrattenuto con la delegazione per approfondire le questioni legate al sostegno italiano e internazionale agli attivisti dei tre paesi. Nel pomeriggio Orlov, Romantsova e Sudalenka hanno animato l’incontro Putin’s Russia and the war against Ukraine: Insights from Human Rights Activists presso l’Istituto Affari Internazionali. A seguire la delegazione è stata ricevuta presso la Camera dei deputati dalla segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein insieme alla capogruppo del PD alla Camera dei deputati Chiara Braga, al responsabile Esteri, Europa, Cooperazione internazionale del PD Giuseppe Provenzano e alla vicepresidente della Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati Lia Quartapelle. Elly Schlein ha ribadito l’impegno del proprio partito a sostegno dell’Ucraina e contro i regimi russo e bielorusso e ha discusso con gli attivisti una serie di iniziative istituzionali volte a rafforzare il sostegno dell’Italia alla campagna People First. Nella mattinata dell’11 giugno la delegazione ha partecipato all’udienza generale del Santo Padre Papa Leone XIV in piazza San Pietro e nel pomeriggio ha tenuto un’audizione presso le Commissioni riunite Affari esteri e difesa e Diritti umani del Senato della Repubblica, intrattenendosi al termine con alcuni senatori, tra i quali Cinzia Pellegrino (FDI) e Filippo Sensi (PD), per approfondire le questioni emerse nel corso dell’audizione. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato agli incontri e tutti i giornalisti che hanno voluto dare spazio e risonanza all’iniziativa. Corriere della Sera (Irene Soave): Il Nobel dissidente Oleg Orlov: «L’Ucraina è stata disponibile, Mosca mente anche sui detenuti. Un dialogo però è possibile» | Corriere.it. Il Giornale (Angelo Allegri): ll premio Nobel Orlov: “Cedere adesso a Putin aiuta solo gli estremisti del regime russo” – il Giornale. Tg1 (Enrico Bona): Il dissidente Oleg Orlov: “Migliaia di civili ucraini detenuti in Russia in condizioni spaventose”. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): La visione della pace di Orlov. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): La visione della pace di Romantsova. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): La visione della pace di Sudalenka. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): Orlov sullo scambio mediato da Biden. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): Orlov su negoziati prigionieri. Sky tg24 Mondo (Pamela Foti): Orlov su diaspora. Gr1, Rai Radio1, ore 08:00 (Carla Frogheri): Intervista a Oleg Orlov sulla campagna “People First” (dal minuto 10.30). Rai Radio1 (Carla Frogheri): Radio anch’io | Proteste pro-migranti negli USA. Il conflitto in Ucraina | Rai Radio 1 | RaiPlay Sound (dal minuto 34.50). L’Avvenire (Raffaella Chiodo Karpinsky): Orlov: «Il bavaglio a Memorial non riesce a zittirci dall’estero». Adnkronos (Simona Poidomani): “In Russia torture sistematiche su dissidenti e ucraini”, la denuncia di Oleg Orlov. Radio Radicale (Francesco De Leo): Intervista a Oleg Petrovic Orlov, biologo, politico e attivista russo, impegnato nei movimenti per i diritti umani post-sovietici in Russia, tra i fondatori e co-presidente del consiglio direttivo del Memorial Human Rights Center, associazione premiata ne (12.06.2025). Il Manifesto (Sabato Angieri): «Putin è imperialista, ma i russi vogliono la fine della guerra» | il manifesto. Vita (Alexander Bayanov): Il Nobel per la pace Orlov: «Sono tanti i russi che non vogliono la guerra, ma non possono dirlo» – Vita.it. L’Europeista (Marco Setaccioli): “In Russia regime fascista, ma la gente ormai vuole solo pace”, intervista al Premio Nobel Oleg Orlov – L’Europeista.

Leggi

#2 | Modalità e strumenti della propaganda russa.

Continuiamo a segnalare materiali che analizzano e aiutano a comprendere meglio le modalità e gli strumenti utilizzati dalla propaganda russa per seminare incertezza, disinformazione e caos anche ben oltre i confini nazionali. Con il protrarsi della guerra i meccanismi con cui si cerca di infiltrare narrazioni propagandistiche e “alternative” sull’invasione dell’Ucraina continuano a funzionare. Sono vari gli strumenti che ne facilitano l’insediamento e la diffusione. Riteniamo dunque importante segnalare documentari, ricerche e articoli che analizzano le narrazioni propagandistiche russe e i tentativi di penetrare il sostrato dell’informazione globale e, in molti casi, italiana. Il sito di LA7 mette a disposizione il documentario di Francesca Mannocchi Lirica ucraina. Dopo mesi in cui questioni economiche e geopolitiche sono state i principali temi del dibattito pubblico, il documentario rimette al centro le principali vittime dell’aggressione russa: la popolazione civile e le città ucraine. Le immagini mostrano testimonianze di chi è costretto a vivere quotidianamente la guerra in prima persona e la distruzione provocata da più di tre anni di bombardamenti sul territorio ucraino: RivediLa7, Lirica Ucraina, francesca Mannocchi. L’Istituto Gino Germani pubblica la ricerca Narrazioni strategiche russe nei libri di testo delle scuole secondarie di primo grado italiane, condotta da Massimiliano Di Pasquale e Iryna Kashchey. Lo studio è basato su quattro case study con l’obiettivo di discutere i principali fattori storico-politici e culturali che hanno reso la società italiana più permeabile all’influenza della narrazioni strategiche filo-Cremlino e sulla base dei ventotto manuali scolastici analizzati individua le principali narrazioni filorusse: Il paper integrale di Massimiliano Di Pasquale e Iryna Kashchey su “Narrazioni strategiche russe nei libri di testo delle scuole secondarie di primo grado italiane” – Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici. Matteo Pugliese per Affari Internazionali si concentra sulle operazioni clandestine condotte dal regime russo evidenziando in particolare quelle svolte sul territorio italiano: La campagna di sabotaggi russi in Europa interessa anche l’Italia – Affarinternazionali.

Leggi