Comunicato dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri in sostegno di Memorial

L’Istituto nazionale Ferruccio Parri esprime una ferma condanna per la chiusura arbitraria di Memorial Internazionale.

Ripubblichiamo il comunicato dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri.

In difesa di Memorial

Il 28 dicembre 2021 la Corte Suprema della Federazione Russa ha imposto la chiusura dell’Associazione Memorial Internazionale.

Nata nella seconda metà degli anni Ottanta per iniziativa di alcuni esponenti di spicco del dissenso sovietico, fra cui Andrej Sacharov, Memorial si è posta come obiettivo la preservazione della memoria delle vittime del comunismo e ha rappresentato la più importante organizzazione di denuncia dei crimini del regime sovietico, svolgendo una funzione fondamentale sia sul piano della ricerca storica sia, in anni più recenti, come centro impegnato attivamente nella difesa dei diritti umani. La sentenza accusa l’Associazione di aver violato la controversa legge del 2012 “sugli agenti stranieri” in Russia che impone ad associazioni, enti e istituzioni del paese l’indicazione dei finanziamenti ricevuti dall’estero, di fatto uno strumento legale utilizzato da Putin e dalle autorità di governo per tacitare le voci dissenzienti.

La vera ragione della chiusura di Memorial è emersa dalle dichiarazioni rese dall’ufficio del procuratore generale, secondo cui Memorial avrebbe “creato una falsa immagine dell’Unione sovietica come Stato terrorista” denigrando con ciò “la memoria della Seconda guerra mondiale” e criticando “gli organi di potere”. La colpa di Memorial sarebbe dunque di aver leso il mito della “grande guerra patriottica”, la grande vittoria sovietica sul nazismo trasformata da Putin nel pilastro della memoria nazionale della Russia post-sovietica: una memoria che riabilita Stalin ed esalta il culto della continuità e della potenza dello Stato, verso il quale non sono ammesse né critiche né contestazioni. Criticare e ricordare gli orrori della storia nazionale è considerato pertanto alla stregua di un crimine, un atto anti-patriottico inammissibile da punire severamente.

L’Istituto nazionale Ferruccio Parri esprime una ferma condanna per la chiusura arbitraria di Memorial Internazionale, esprime la propria solidarietà ai ricercatori, alle ricercatrici e a tutti gli aderenti all’Associazione ingiustamente colpita, ribadisce con forza il valore della libertà della ricerca e della libera diffusione dei suoi risultati come presupposto vitale per una società pienamente democratica.

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

9 gennaio 2025. Incontro on line. Lettere alle prigioniere politiche russe.

Memorial Italia e Comunità dei russi liberi invitano a partecipare all’incontro on line dedicato alle prigioniere politiche detenute nelle carceri e colonie penali russe che si terrà on line giovedì 9 gennaio 2025 alle 19:30. Sarà possibile scrivere insieme lettere, messaggi e cartoline e poi spedirle alle destinatarie. L’incontro si svolgerà su Zoom. Per partecipare è necessario scrivere una mail a projectpisma@gmail.com prima dell’inizio dell’evento.

Leggi

Stop alle intimidazioni alle attiviste di Memorial Italia.

Memorial Italia denuncia le intimidazioni subite in Italia da due sue attiviste, Ekaterina Margolis e Maria Mikaelyan, cui va il pieno sostegno dell’associazione. Ekaterina Margolis, da poco dichiarata “agente straniero” dal regime di Putin, riceve da mesi telefonate minatorie, minacce di morte sui social e non. Per la sua attività di denuncia del regime putiniano e delle infiltrazioni nella cultura italiana è stata oggetto di campagne diffamatorie in Russia e sui social media oltre ad avere subito un grave attacco informatico. Maria Mikaelyan, con la sua attività all’interno della Comunità dei russi liberi, a sostegno dei prigionieri politici russi e di denuncia del regime putiniano, ha ricevuto minacce di morte e due atti intimidatori contro le residenze di famiglia: mentre la sua casella di posta veniva vandalizzata, sconosciuti entravano e mettevano a soqquadro la residenza di campagna del marito. Le denunce fatte dalle nostre socie alle forze di polizia finora non hanno sortito nessun risultato: è giunto il momento che la società civile, le forze politiche e gli organi di informazione si occupino delle attività intimidatorie in Italia dei sostenitori del regime putiniano, prima che le intimidazioni si trasformino in atti violenti. 6 gennaio 2025.

Leggi