Quasi tre anni. Leningrado. Cronaca di una città sotto assedio di Vera Inber

 

Vera Inber
Quasi tre anni. Leningrado. Cronaca di una città sotto assedio

 

Traduzione e cura di Francesca Gori

Guerini e Associati 2022 (edizione digitale pubblicata in coedizione con goWare)

 

Quasi tre anni è una testimonianza in presa diretta dei novecento giorni dell’assedio di Leningrado. Vera Inber resta al centro degli avvenimenti partecipando attivamente alle vicende della città con l’intento sincero di narrare e documentare, nel modo più oggettivo possibile, quella pagina cruciale della storia sovietica. Nel diario assegna uno spazio rilevante alla sua fede ideologica, trasfigurando eroicamente la resistenza della città ed esaltando lo sforzo quasi sovrumano degli abitanti di Leningrado, fino a dar forma a una vera e propria epica dell’assedio. Pur utilizzando un linguaggio propagandistico tipico dell’epoca, offre al lettore una descrizione fedele e dettagliata della realtà, al punto che il suo sentimento e la sua fede politica appaiono sempre sinceri. Nel panorama culturale e politico sovietico Vera Inber, con le liriche e le prose scritte nel periodo della guerra, fornisce un contributo determinante all’elaborazione di quello che la storica Lisa Kirschenbaum definisce «mito dell’assedio».

 

Vera Inber nasce a Odessa nel 1890 in una famiglia della borghesia ebraica. Il padre Moisej Špencer, proprietario di un’importante tipografia, era cugino di Lev Trockij, che visse a casa loro dal 1889 al 1895. Questo legame di parentela susciterà la diffidenza del potere sovietico nei confronti dell’autrice, considerandola sempre una potenziale oppositrice e mettendo a repentaglio la sua stessa vita. A Odessa frequenta la facoltà di Storia e Letteratura. Nei primi anni Venti si stabilisce a Mosca. Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1941, si trasferisce a Leningrado con il terzo marito, l’accademico Il’ja Strašun, medico igienista nominato direttore dell’Ospedale Erisman. Durante l’assedio lavora alla TASS e collabora con Radio Leningrado. Dai microfoni della radio, per incoraggiare e sostenere i leningradesi costretti a patire terribili privazioni e traumi quotidiani, declama le sue poesie dove celebra l’eroica resistenza della città sotto assedio. Appartengono a questo periodo le sue due opere più rilevanti: il poema Pulkovskij meridian (Il Meridiano di Pulkovo) e il diario Počti tri goda. Leningradskij dnevnik (Quasi tre anni. Il diario di Leningrado) che nel 1946 fu insignito del Premio Stalin. Al termine della guerra torna a Mosca dove continua la sua opera di scrittrice e traduttrice. Qui muore nel 1972 e viene sepolta nel cimitero di Vvedenskoe.

 

Recensioni:

 

“Quel mito guerriero che è il collante dell’identità russa” di Matteo Sacchi in “Il Giornale”, 15 maggio 2022

 

“Leningrado 1941-1944: diario da una città sotto assedio” di Simone Campanozzi in “Giornalismo e storia”, 11 luglio 2022

 

“Quasi tre anni Cronaca di una città sotto assedio” in “Archivio Storico”, 4 agosto 2022

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