Le notizie riportate in questo Digest sono state raccolte е tradotte da volontari di Memorial
Seguito della storia dei Moskalёv
Aleksej Moskalёv, padre della bambina che aveva fatto un disegno contro la guerra, è stato estradato in Russia dalla Bielorussia. In precedenza Moskalёv era evaso dagli arresti domiciliari in Russia e aveva cercato di lasciare il Paese, ma è stato fermato a Minsk. Maša Moskalёva è stata affidata alla madre.
Durante un concerto a Mosca, Aleksandr “Čača” Ivanov, cantante della band Naiv, è salito sul palco indossando una maglietta con scritto “Maša Moskalёva” e ha raccontato al pubblico della persecuzione della famiglia della bambina. “Amici… inorridite per ciò che è successo a Maša e alla sua famiglia per un disegno che ha fatto durante una lezione di arte”, ha detto il musicista dal palco. Il pubblico ha risposto applaudendo e scandendo “Fanc*lo la guerra!” (Foto 1).
Incendi di commissariati militari
Aleksej Nuriev e Roman Nasryev, musicisti della città di Bakal (regione di Čeljabinsk), sono stati condannati a 19 anni di carcere. Secondo la versione degli inquirenti, i due avevano gettato alcune Molotov contro una finestra della sede dell’amministrazione cittadina, dove si trovava un ufficio di reclutamento (si veda il Digest precedente).
Adela, studentessa dell’undicesima classe in una scuola di Kazan’, è stata condannata a due anni di libertà vigilata per aver tentato di dare fuoco a un commissariato militare. La ragazza ha spiegato che le sue azioni erano una protesta contro la guerra in Ucraina e la mobilitazione militare.
Nella Repubblica dei Komi una donna di 61 anni è stata fermata per aver tentato di incendiare un commissariato militare. Ha lanciato due Molotov contro l’edificio, ma è stata vista e fermata da un agente di polizia in servizio. L’edificio non ha preso fuoco. Nei confronti della donna ora intendono avviare un procedimento penale per atti terroristici (da 10 a 15 anni di carcere).
Dmitrij Ljamin, di Šuja (regione di Ivanovo), è stato condannato a 8 anni di reclusione per aver tentato di incendiare un commissariato militare, con l’obbligo di sottoporsi a cure psichiatriche.
Secondo gli inquirenti, nel marzo 2022 Ljamin avrebbe lanciato una Molotov contro una finestra del commissariato militare; la bottiglia avrebbe rotto il vetro esterno senza cadere all’interno e l’incendio sarebbe stato spento rapidamente. Ljamin è stato arrestato il giorno seguente. In un primo momento è stato accusato di tentato danneggiamento di proprietà; in seguito il reato è stato riqualificato come atto terroristico.
Scritte di protesta contro la guerra
L’attivista di Mosca Nikolaj Korolëv si è rivolto al Ministero degli Interni russo chiedendo di aprire un’indagine sull’imbrattamento del graffito raffigurante Gesù Cristo a San Pietroburgo (Foto 2). Korolëv ritiene che aver distrutto la raffigurazione di Cristo in concomitanza con la festività cristiana della Domenica delle Palme rappresenti un oltraggio nei confronti dei credenti e ha sottolineato di aver utilizzato nella propria segnalazione uno stile volutamente pieno di pathos ultrapatriottico.
Sul graffito “Perdonali, perché non sanno quello che fanno” si veda il Digest precedente.
A Tichvin, città della regione di Leningrado, degli attivisti anonimi hanno attaccato in giro “colombe della pace” (Foto 3).
Una colomba con la scritta “No alla guerra” sul monumento ai bambini uccisi nell’ottobre del 1941 a Leningrado (Foto 4).
A San Pietroburgo in occasione della Giornata della Cosmonautica è comparsa la nuova opera del gruppo artistico “Jav’”. Sul cartello si legge: “Perché stiamo lanciando razzi nel posto sbagliato?” (Foto 5).
Opposizione segreta su internet
L’attivista per i diritti umani Irina Jacenko ha notato il piccolo gesto di protesta dei programmatori del portale nazionale per i servizi ai cittadini, di cui ha poi scritto sulla sua pagina Facebook:
“Ora penso di poterne scrivere. Perché quello di cui parlo non c’è più. Nei tribunali di Mosca lavorano (forse) dei programmatori-pacifisti. Cercando casi relativi all’articolo 207.3 (diffamazione dell’esercito) ho visto che alla fine del link fino a poco tempo fa era stato aggiunto l’hashtag #makeartnotwar (Foto 6). Ora l’hashtag non c’è più, ma il link funziona ancora, verificate voi stessi. E se sapeste quanto mi scalda il cuore pensare a questo programmatore a me sconosciuto che ha aggiunto l’hashtag #makeartnotwar al link ai procedimenti penali più feroci della Russia di Putin. Spero che lui o lei stia bene.”
Proteste di Pasqua contro la Guerra
Durante la Pasqua ortodossa, a Ivanovo, alcuni attivisti contro la guerra hanno appeso nastri blu e gialli e uova di Pasqua su un albero presso la cappella di Aleksandr Nevskij, non lontano dalla quale si trova il governo regionale di Ivanovo. Insieme ai nastri con i colori della bandiera ucraina c’erano anche nastri verdi, simbolo della protesta russa contro la guerra, e nastri bianchi con le parole “pace” e “libertà”.
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È stato avviato un procedimento penale contro l’ex deputata comunale di Mosca Anastasija Brjuchanova per diffusione di “fake news” a causa di un video di dicembre, in cui Brjuchanova parlava dei crimini di guerra a Buča (Foto 7). La pena massima prevista dall’articolo sulle “fake news” sono 15 anni di carcere.
Il 5 aprile, a Mosca una donna è stata multata per 30 mila rubli (circa 335 euro, 2 volte il salario minimo) per diffamazione dell’esercito russo. Una settimana prima aveva discusso in un bar con un uomo che si еra espresso in modo aggressivo sugli ucraini. L’uomo ha registrato una parte della conversazione col telefono e ha poi chiamato la polizia.
Roman Ivanov, giornalista di RusNews e amministratore del canale Telegram “Čestnoe Korolёvskoe!”, è stato messo in custodia cautelare fino al 10 giugno. Contro di lui sono stati aperti tre procedimenti penali per “fake news” sull’esercito russo, a causa di alcuni post pubblicati su Telegram.
L’11 aprile a Chabarovsk l’FSB ha arrestato per “alto tradimento” un uomo che, stando alle forze dell’ordine, trasferiva denaro all’esercito ucraino. In precedenza, le forze dell’ordine avevano riferito della detenzione di un abitante di Sachalin, accusato di aver cercato di arruolarsi nell’esercito ucraino.
A Krasnodar, su richiesta di Nikita Izjumov, capo della sezione regionale del movimento “Car’grad”, è stata annullata l’esibizione del 18 aprile della band Shortparis. Izjumov ha chiesto di proibire il concerto perché, a suo parere, la band si era espressa contro la guerra e il solista, Nikolaj Komjagin, aveva espresso sostegno al presidente Vladimir Zelenskij e aveva partecipato a una manifestazione contro la guerra a San Pietroburgo.