Eduard Limonov, Il trionfo della metafisica

Il trionfo della metafisica Introduzione di Maria Candida Ghidini traduzione di Giulia De Florio ed Elena Freda Piredda Milano, Salani Editore, 2013

Salani editore

Nel Trionfo della metafisica Limonov racconta i mesi trascorsi all’interno della colonia penale n° 13 nelle steppe della regione di Saratov. Al lager Limonov era arrivato all’inizio del maggio 2003 dopo due anni di prigione. Il libro pullula dei personaggi più disparati: i duri passati per le carceri e i campi di rieducazione per giudizi spesso iniqui e affrettati, i criminali incalliti, ma anche gli innocenti ingiustamente condannati. Tutti riforgiati in qualche modo dall’esperienza dolorosa della prigionia, non necessariamente abbrutiti, ma quasi sempre colti dallo sguardo pungente e imperturbabile dello scrittore nella loro insopprimibile ma castrata umanità.

Limonov si inserisce nella grande tradizione letteraria russa: quella che, scontrandosi tragicamente con la realtà del carcere e del gulag, ha trasformato la prigionia in una metafora della società e della condizione umana. Ogni pagina di questo libro è una tensione verso l’ascesi;l’esperienza penitenziaria diventa superamento dei limiti spazio-temporali, esercizio di controllo e padronanza di sé; il recluso è un monaco, la sua libertà è tutta interiore e va conquistata e difesa ogni giorno.

 

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