Budapest 1956.
La memoria divisa Sessant’anni fa la rivoluzione di ottobre in Ungheria.
Una memoria ancora oggi frammentata e contesa.
di Alessandra Solarino
La rivolta per la libertà dei ragazzi di Pest. È questa la narrazione ufficiale del Cinquantasei nell’Ungheria di Orban, a sessant’anni dalle giornate dell’ottobre ungherese, quando studenti, gente comune, intellettuali e politici si trovarono dalla stessa parte della barricata per combattere la dittatura sovietica. I manifesti alle fermate della metro della città danubiana raccontano una rivolta dei senza nome, “perché ognuno di noi può scoprirsi rivoluzionario” spiega la storica Reka Kiss, presidente del Comitato del ricordo, nominato dal Parlamento. Ma quella dei ragazzi di Pest è soltanto una delle facce del diamante e lascia in ombra il ricordo del comunista riformista Imre Nagy, primo ministro del governo rivoluzionario, di Pal Malèter, capo militare degli insorti, e dell’elite intellettuale di allora, insieme al sogno di un socialismo dal volto umano. – Continua a leggere su RaiNews