Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso | Anatolij Pristavkin

Il libro è promosso da Memorial Italia ed è il primo volume della collana Narrare la memoria

Anatolij Pristavkin
Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso
Traduzione, cura e postfazione di Patrizia Deotto
Guerini e Associati 2018 (edizione digitale pubblicata in coedizione con goWare)

 

Lo scrittore, prendendo spunto da un’esperienza autobiografica, ricostruisce la tragedia della guerra (il romanzo è ambientato nel 1944) attraverso gli occhi di due undicenni, i gemelli Kuz’min. Sullo sfondo delle vicende personali dei due gemelli si delinea una tragedia nella tragedia che Pristavkin rievoca in tutta la sua drammaticità: la deportazione forzata di interi popoli dalle proprie terre di origine.

Saška e Kol’ka Kuz’min, trasferiti insieme ad altri cinquecento ragazzi da un orfanotrofio della periferia di Mosca nel Caucaso, che ai loro occhi appare come una terra meravigliosa, zeppa di stanze del pane dove mangiare a sazietà, si ritrovano ben presto coinvolti nelle tragiche vicende conseguenti alla deportazione forzata dei ceceni accusati di tradimento e collaborazionismo con il nemico. Il contrasto tra il mondo scintillante e luminoso, promosso dalla propaganda staliniana, e le condizioni di vita reali dei due Kuz’min e degli altri orfani, trattati, salvo rare eccezioni, con indifferenza e considerati semplici pedine da utilizzare per la realizzazione di progetti inimmaginabili, disorienta e lascia sconcertati. Pristavkin invita a riflettere sull’insensatezza della guerra e della violenza e sull’importanza del confronto e del dialogo per una coesistenza pacifica tra i popoli.

Il libro è promosso da Memorial Italia ed è il primo volume della collana Narrare la memoria

Recensione di Maria Elena Murdaca su Osservatorio Balcani e Caucaso

Recensione di Giordano Balcecchi su Sul romanzo

Articolo di Riccardo Michelucci su L’Avvenire

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Voci dalla guerra. Iryna e Natalija Ostapovs’ki, madre e figlia: “Un razzo ha ucciso mio padre. Sono immagini che non mi usciranno più dalla memoria né dal cuore”

Brandelli di carne in un cratere: questo è tutto ciò che è rimasto del padre di Natalija e marito di Iryna, ucciso da una bomba russa nel villaggio di Červona Hirka, davanti agli occhi delle sue congiunte. Con lui è andata distrutta la casa, sono arsi tutti gli animali. Di fronte a questa scena apocalittica Iryna e Natalija sono annichilite, ma grazie alla solidarietà di altri ucraini sono riuscite a mettersi in salvo e a non lasciarsi andare. Ora confidano che tutte queste morti e distruzioni non restino impunite.

Leggi