Bollettino della Russia che resiste, 16-23 luglio 2023

Notizie raccolte e riportate da volontari di Memorial.

Azioni contro la guerra е repressioni, Russia, 16.07-23.07.2023

Le notizie riportate in questo Digest sono state raccolte е tradotte da volontari di Memorial

Manifestazioni e picchetti

Il 13 luglio a Voronež Nikolaj Borisov è stato arrestato per aver manifestato con il cartello “Free Navalny! Peace to Ukraine!”

Il 15 luglio presso la stazione metropolitana di Kupčino a San Pietroburgo Andrej Michalevskij è stato arrestato per aver tenuto un picchetto con il cartello “No alla guerra”, ma è stato rilasciato dalla polizia senza alcun verbale.

Procedimenti amministrativi e penali

Contro Kirill Piljugin, residente di Nevinnomyssk (territorio di Stavropol’), è stato avviato un procedimento per apologia del nazismo. L’uomo è stato messo agli arresti domiciliari per aver attaccato un adesivo con la scritta “Buča” sul memoriale “La stella dell’eroe”, dedicato ai caduti nella Seconda Guerra Mondiale. La foto dell’adesivo era apparsa nel novembre 2022 sul canale Telegram “Protesta Visibile”, che pubblica anonimamente le foto di graffiti e volantini contro la guerra che i cittadini inviano dalle strade delle città russe.

Contro Olga Avdeeva, medico-chirurgo di Iževsk e madre di cinque figli, è stato avviato un procedimento penale per diffamazione dell’esercito: la donna aveva tenuto dei picchetti contro la guerra e aveva scritto “fascisti” sotto uno striscione con la lettera “Z” sulla facciata del Teatro dell’opera e del balletto. Avdeeva ha spiegato che la scritta risale a un anno fa. La donna ritiene di essere finita nel mirino delle forze dell’ordine a causa di un recente picchetto: due settimane fa aveva manifestato di fronte allo stesso teatro con il cartello “La Russia sta compiendo il MALE” (Male, zlo in russo, è scritto con la lettera latina “Z”, simbolo della propaganda a favore della guerra).

“Tanti morti tra i residenti del posto e soltanto devastazione. La colpa è degli invasori russi e dello stesso governo russo. Stanno facendo cose disumane”, – a causa di questo e di altri post sul social “VKontakte”, contro Aleksej Vol’skij di Nižnij Novgorod è stato avviato un procedimento penale per diffusione di fake news.

L’avvocato di OVD-Info Kristina Tjurina comunica che nella giornata di ieri una pattuglia dell’unità speciale antiterrorismo si è recata a casa di Vol’skij e che oggi il tribunale lo ha messo agli arresti domiciliari fino al 5 settembre. Vol’skij ha un’invalidità congenita, ma il giudice istruttore ha chiesto che venisse messo agli arresti.

Sono stati notificati sette verbali nei confronti di Valerija Timošenko, della regione di Magadan, per i suoi commenti contro la guerra su alcuni forum pubblici. Il tribunale l’ha condannata al pagamento di tre multe da 30 mila rubli ciascuna (circa 300 euro), e a 130 ore complessive di lavori socialmente utili. Non è ancora nota la decisione del tribunale sull’ultimo verbale.

Nella regione di Krasnojarsk è stato avviato un procedimento penale contro l’attivista civile Aleksandr Kapustin per ripetuta diffamazione dell’esercito. Kapustin ha più volte tenuto picchetti individuali contro la guerra in Ucraina e a sostegno dei prigionieri politici.

Secondo il canale Telegram Avtozak LIVE, Kapustin è stato incriminato per aver commentato un post della piattaforma regionale NGS24.RU sulla morte di un mobilitato. Nei suoi commenti, l’attivista di Krasnojarsk ha condannato l’aggressione militare russa e Putin, e ha definito il soldato mobilitato un criminale di guerra.

Proteste digitali

Ivan Darovskij di Kirov è stato multato per aver lasciato sul social network Vkontakte il commento: “Aprite gli occhi, abbiamo attaccato un paese vicino, ucciso decine di migliaia di persone, privato milioni della loro casa”. Il 14 luglio si è saputo che contro di lui era stato fatto un verbale amministrativo per diffamazione delle forze armate della Federazione Russa. Oggi Darovskij rischia una multa dai 30 ai 50 mila rubli (dai 300 ai 500 euro circa, da due a tre volte il salario minimo).

È stato aperto un procedimento penale per diffamazione dell’esercito nei confronti di Batyr Žaboev di Nal’čik. Secondo la versione ufficiale, l’uomo avrebbe pubblicato su Instagram un video in cui si parlava dell’uccisione di civili ceceni e ucraini per mano dell’esercito russo. Le azioni dell’esercito, riferisce ASTRA, venivano definite nel video “fasciste e predatorie”.

Il tribunale di Čeboksary ha condannato l’attivista locale Oleg El’kin al pagamento di una multa di 30 mila rubli (300 euro, circa 2 volte il salario minimo) per diffamazione dell’esercito. L’uomo aveva condiviso su VKontakte un rapporto delle Nazioni Unite sulle vittime civili in Ucraina.

Il 22 giugno Aleksandr Semisynov di Magadan è stato trattenuto per quattro giorni per aver pubblicato su Telegram degli avatar con le scritte “Gloria all’Ucraina, gloria agli eroi” e altri slogan.

Rasim Gamidov del territorio di Stavropol’ è stato multato per 3o mila rubli (circa 300 euro, due volte il salario minimo) perché aveva scritto su Vkontakte: “La Patria va difesa in Patria”.  Se invece si difende un territorio che non ci appartiene non stiamo difendendo, ma invadendo!”

Altro

La banca di Stato russa “Sberbank” ha congelato i conti della giornalista Galina Artemenko, del prete Grigorij Michnov-Vajtenko e di altre persone contrarie alla guerra che stavano raccogliendo fondi per aiutare i profughi ucraini.

Secondo la giornalista i dipendenti di Sberbank hanno dichiarato di aver bloccato i conti a causa di versamenti finalizzati a “scopi non trasparenti”.

La donna ha poi scritto: “Sì, ho comprato delle medicine, del cibo e altre cose per i profughi ucraini, sono due anni che lo faccio. Ovviamente per voi questi sono scopi non trasparenti”.

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20 febbraio 2025. Incontro on line. Lettere ai prigionieri politici russi.

Aiutataci ad aiutare i prigionieri politici! Memorial Italia e Comunità dei russi liberi invitano a partecipare all’incontro on line dedicato ai prigionieri politici detenuti nelle carceri e colonie penali russe che si terrà on line giovedì 20 febbraio 2025 alle 19:00. Parleremo di alcuni prigionieri politici la cui sorte ci sta particolarmente a cuore e spiegheremo come scrivere loro lettere o cartoline (online e offline). L’incontro si svolgerà su Zoom. Per partecipare è necessario scrivere una mail a projectpisma@gmail.com prima dell’inizio dell’incontro.

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Milano, 18 febbraio 2025. Presentazione del volume “La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956”.

Mi sono riappisolata. Dopo un po’, Wanda mi sveglia: «Sai Hanka, bisogna prepararsi all’estremo viaggio, perché ci devono fucilare. Sono entrati e si sono messi a chiacchierare: dicevano che all’alba ci porteranno nel bosco e ci fucileranno». Eravamo fermamente con­vinte che fosse arrivata la fine. Sapevamo che l’intero reparto era sta­to liquidato. E nessuno pensava di riuscire a salvare la pelle. Ce ne eravamo persino fatti una ragione, dal momento che non esistevano vie d’uscita. Io e Wanda ci mettemmo a pregare. Ci ordinarono di prepararci. Alle donne slegarono le mani e fu ordinato di salire sul camion. I ragazzi erano stati pestati da far pietà, erano insanguina­ti, senza berretto, laceri. Sul camion cercammo in qualche modo di coprirli e di proteggerli. Sono strane le sensazioni che si provano in una situazione di quel genere: la famiglia e il passato erano divenuti lontani e irrilevanti, mentre quei ragazzi ci erano adesso molto più vicini e cari. Martedì 18 febbraio 2025 alle 17:30 presso la Biblioteca Lambrate di Milano (via Valvassori Peroni 56) si tiene la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, compreso nella collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia per Edizioni Guerini. L’ingresso è libero. Intervengono Luca Bernardini, curatore del testo, e Barbara Grzywacz e Patrizia Deotto per Memorial Italia.

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PEOPLE FIRST. Campagna internazionale per la liberazione dei prigionieri detenuti in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

Il presidente statunitense Donald Trump si prepara ad avviare una qualche forma di negoziato per la pace in Ucraina. Pertanto una coalizione di enti per la tutela dei diritti umani guidata da due delle associazioni che hanno ricevuto il Nobel per la pace nel 2022, Centro per le libertà civili (Ucraina) e Memorial (Russia), ha deciso di lanciare la campagna People First. L’appello è semplice: le persone prima di tutto. La priorità assoluta di qualsiasi accordo ottenuto al termine dei negoziati deve essere la liberazione di tutti i prigionieri detenuti in seguito alla guerra russa di aggressione contro l’Ucraina. Vale a dire: – Le migliaia di civili ucraini detenuti dallo Stato russo.– Le migliaia di prigionieri di guerra ucraini e russi detenuti da ambedue gli schieramenti.– Gli almeno 20.000 bambini deportati illegalmente in Russia.– Le centinaia di prigionieri politici russi incarcerati per avere protestato contro la guerra. Chiediamo: – Come da norme del diritto internazionale, la liberazione immediata e incondizionata e il conseguente rimpatrio di tutti i civili ucraini catturati e detenuti illegalmente dalle forze russe, compresi quelli condannati dai tribunali russi. A chi proviene da aree controllate dalla Russia deve essere concessa la possibilità, se tale è il desiderio, di trasferirsi nei territori sotto il controllo del governo ucraino.– Il rimpatrio in Ucraina di tutti i bambini deportati illegalmente.– Che si compia ogni possibile sforzo per il pronto rimpatrio dei prigionieri di guerra attraverso scambi o altri mezzi. Le Convenzioni di Ginevra già impongono il rimpatrio immediato al termine delle ostilità, ma è necessario agire d’anticipo.– Il rilascio di tutti i prigionieri politici russi (già condannati e incarcerati o in stato di detenzione preventiva a seguito di dichiarazioni o azioni antibelliche) senza restrizioni di sorta sulla loro libertà di movimento, compresa la possibilità di espatrio, se questo è il loro desiderio.– L’istituzione di un organismo internazionale indipendente che coordini i processi suddetti e ne monitori la conformità al diritto umanitario internazionale con resoconti regolari e trasparenti sui progressi compiuti e aggiornamenti costanti sul rilascio dei prigionieri e il rispetto degli standard umanitari.– La garanzia da parte russa di un accesso immediato e completo per le agenzie dell’ONU e per il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) a tutti i prigionieri e ai bambini illegalmente deportati. Oleksandra Matviyčuk, avvocata e attivista per i diritti umani, presidente del Centro per le libertà civili:“In questi anni di guerra ho avuto modo di parlare con molti sopravvissuti alla prigionia russa. Mi hanno raccontato di percosse, torture con scosse elettriche, stupri, unghie strappate, ginocchia frantumate (violenze subite in prima persona o di cui sono stati testimoni). Mi hanno detto di essere stati privati del cibo e del sonno, e che ai moribondi veniva negata qualunque assistenza medica. Il rilascio di tutti i civili ucraini detenuti illegalmente e lo scambio di tutti i prigionieri di guerra deve essere una priorità assoluta, rischiando come rischiano di non vedere la fine del conflitto”. Oleg Orlov, ex prigioniero politico ed ex copresidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial:“Il terribile flagello della guerra ha già colpito decine di milioni di persone. Spesso si tratta di perdite irrecuperabili, e penso in primo luogo alle vite che la guerra ha strappato. Proprio per questo, è essenziale trovare un rimedio laddove è possibile. Ciò significa, innanzitutto, restituire la libertà a chi è incarcerato a causa della guerra. Gli esseri umani e la loro libertà devono essere la priorità di qualsiasi negoziato”. Per maggiori informazioni e contatti è possibile rivolgersi a info at people1st.online.

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