Irruzione nella sede di Memorial Internazionale

La sera di giovedì 14 ottobre, un gruppo di persone ha fatto irruzione nella sede di Memorial Internazionale, durante la proiezione del film "L'ombra di Stalin".

Ieri sera la sede di Memorial Internazionale è stata invasa da un gruppo di persone durante la proiezione del film “L’ombra di Stalin” di Agnieszka Holland. La polizia intervenuta ha avuto un atteggiamento ostile nei confronti di Memorial e dei presenti, costretti a rimanere per ore nell’edificio, chiuso dalla polizia con un lucchetto.

Memorial Italia esprime il proprio incondizionato sostegno e massima solidarietà agli amici e colleghi di Memorial Internazionale di fronte a questa vile intimidazione.

Pubblichiamo di seguito il comunicato di Memorial Internazionale che descrive i fatti di ieri (l’originale è consultabile al link: https://www.memo.ru/…/departments/intermemorial/news/613).

Ieri, 14 ottobre 2021, nella sede di Memorial Internazionale in Karetnyj Rjad 5/10, si sarebbe dovuta tenere una proiezione pubblica del film L’ombra di Stalin della regista polacca Agnieszka Holland. La proiezione era stata organizzata insieme al Centro di Cultura Polacco all’interno del festival “Dokumental’naja sreda” ed era passata dall’approvazione del Centro di Cultura Polacco con il Ministero degli Esteri della Federazione Russa (approvazione del 27.09.2021 a firma del vicedirettore della prima cancelleria europea del Ministero degli Esteri A. Šabanov).

L’evento è iniziato alle 19.00, ma verso le 19.20 nell’edificio ha fatto irruzione un gruppo di circa 30 persone con materiale per le riprese. Il gruppo ha preso possesso del palco, gridando slogan offensivi e mostrando atteggiamenti provocatori verso i collaboratori di Memorial e gli spettatori riunitisi nella sala conferenze.

I collaboratori di Memorial Internazionale hanno chiamato la polizia, ma prima che arrivasse (attorno alle 20.00), la maggior parte dei provocatori era già riuscita ad andarsene. Alcuni di loro, tuttavia sono stati trattenuti fino all’arrivo della polizia. Il comportamento degli organi di sicurezza (Ministero degli Interni e Guardia Nazionale della Federazione Russa) è stato a dir poco strano. Per qualche ragione hanno comunicato che a Memorial Internazionale era in corso una “manifestazione non autorizzata” (cosa che non corrispondeva al vero) e non hanno mostrato interesse nel ricercare e trattenere le persone che hanno tentato di interrompere la proiezione. Ai dipendenti che in quel momento si trovavano in ufficio e agli spettatori giunti alla proiezione è stato impedito di lasciare la sede di Memorial: i tentativi di andar via sono stati ostacolati con durezza, talvolta anche con l’uso della forza fisica. Tutti i collaboratori di Memorial e gli spettatori rimasti nella sede sono stati obbligati a presentare una deposizione alla polizia, indicando anche dati personali dettagliati ed eventuali carichi pendenti.

L’ingresso dei dipendenti è stato bloccato dall’esterno con un lucchetto. Tutte le persone che in quel momento si trovavano nell’ufficio di Memorial Internazionale si sono di fatto trovate in stato di fermo senza alcuna ragione; alla richiesta di chiarimento riguardo alle ragioni del fermo, gli agenti della polizia non hanno dato risposta. Gli agenti, la maggior parte dei quali ha rifiutato di presentarsi, fino a mezzanotte hanno impedito che nell’edificio entrasse un avvocato con un mandato. Verso mezzanotte hanno richiesto che venissero confiscate le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, che sono state dunque spente, lasciando la sede quasi senza sorveglianza.

L’ufficio di Memorial Internazionale è stato reso di nuovo accessibile soltanto dopo l’una di notte del 15 ottobre.

Quanto qui descritto è stato registrato dalle videocamere. I collaboratori di Memorial Internazionale hanno rilasciato le proprie deposizioni alla polizia e sono ora al vaglio altre azioni.

Ringraziamo tutti per il sostegno: i giuristi e gli avvocati, i media che hanno dato spazio alla notizia, tutti coloro che hanno chiamato la polizia e tutti coloro che ieri sono venuti personalmente al nostro ufficio.

 

 

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