Per lungo tempo non ci fu biancheria di ricambio. Ognuna di noi cercava di procurarsi qualcosa e di lavarlo, ma di norma avevamo soltanto la neve a disposizione. E per di più non c’erano detersivi di sorta, quindi si versava sulla cenere l’acqua ottenuta facendo fondere la neve e si lavava con quello. Ce ne andavamo in giro mal lavate, con gli abiti mal risciacquati e poco asciutti. Ai bagni ci davano poca acqua che – in mancanza di sapone – finiva soltanto con lo spalmare la sporcizia su tutto il corpo. In genere ne uscivamo a strisce, come le zebre. Venerdì 30 maggio alle 18:00 a Domagnano – San Marino (spazio espositivo Carlo Biagioli, via XXI marzo 71) si tiene l’incontro Sopravvivere al Gulag. Una testimonianza al femminile che prevede la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia. Intervengono Aldo Calvani, Chiara Maria Consorti, Luca Bernardini, curatore del volume, e la nostra Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice.
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Torino, 29 maggio 2025. Presentazione di “To the Success of Our Hopeless Cause” di Benjamin Nathans.
A Torino giovedì 29 maggio alle 16:30 presso la sala convegni della Fondazione Luigi Einaudi (via principe Amedeo 34) si tiene la presentazione del volume To the Success of Our Hopeless Cause. The Many Lives of the Soviet Dissident Movement (Princeton University Press 2024) di Benjamin Nathans. In collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’Università di Torino la Fondazione Luigi Einaudi in occasione del ciclo di incontri Il libro del giovedì ospita i nostri Simone Bellezza, Giulia De Florio e Alberto Masoero. L’incontro prevede la presentazione del volume To the Success of Our Hopeless Cause dello storico americano Benjamin Nathans, vincitore del premio Pulitzer 2025, dedicato alla storia del movimento della dissidenza sovietica. È possibile seguire l’incontro in presenza e on line sul canale YouTube della Fondazione Luigi Einaudi: Benvenuti sul canale della Fondazione Einaudi. Per maggiori informazioni: “To the success of our hopeless cause. The many lives of the Soviet dissident movement” di Benjamin Nathans | 29 maggio 2025, ore 16.30 – Fondazione Luigi Einaudi. Beginning in the 1960s, the Soviet Union was unexpectedly confronted by a dissident movement that captured the world’s imagination. Demanding that the Kremlin obey its own laws, an improbable band of Soviet citizens held unauthorized public gatherings, petitioned in support of arrested intellectuals, and circulated banned samizdat texts. Soviet authorities arrested dissidents, subjected them to bogus trials and vicious press campaigns, sentenced them to psychiatric hospitals and labor camps, sent them into exile – and transformed them into martyred heroes. Against all odds, the dissident movement undermined the Soviet system and hastened its collapse. Taking its title from a toast made at dissident gatherings, To the Success of Our Hopeless Cause is a definitive history of a remarkable group of people who helped change the twentieth century. Benjamin Nathans’s vivid narrative tells the dramatic story of the men and women who became dissidents – from Nobel laureates Andrei Sakharov and Alexander Solzhenitsyn to many others who are virtually unknown today. Drawing on diaries, memoirs, personal letters, interviews, and KGB interrogation records, To the Success of Our Hopeless Cause reveals how dissidents decided to use Soviet law to contain the power of the Soviet state. This strategy, as one of them put it, was “simple to the point of genius: in an unfree country, they began to conduct themselves like free people.” An extraordinary account of the Soviet dissident movement, To the Success of Our Hopeless Cause shows how dissidents spearheaded the struggle to break free of the USSR’s totalitarian past, a struggle that continues in Putin’s Russia – and that illuminates other struggles between hopelessness and perseverance today.
28 maggio 2025. Incontro on line. Lettere ai prigionieri politici russi.
Memorial Italia invita a partecipare a un incontro on line nel corso del quale sarà possibile scrivere lettere e messaggi ai prigionieri politici russi. Si svolge sulla piattaforma Zoom mercoledì 28 maggio 2025 alle 19:00. Durante l’incontro non ci limiteremo a discutere i recenti casi politici che vedono coinvolti medici, scienziati, poeti, artisti, imprenditori, insegnanti, ma scriveremo insieme lettere e messaggi che sarà possibile inviare sia in formato digitale sia cartaceo. Per partecipare è necessario inviare una mail all’indirizzo projectpisma at gmail.com. Successivamente sarà inviato il link necessario per accedere a Zoom. Le lettere sono preziose: non solo aiutano i prigionieri ad affrontare la solitudine, ma rappresentano anche un importante strumento di difesa, dando dimostrazione dell’attenzione dell’opinione pubblica rispetto alla loro situazione. Ricordiamo che il progetto Поддержка политзеков (Sostegno ai prigionieri politici) di Memorial è presente on line in lingua russa –> memopzk.org/.
23 maggio 2025. Jan Račinskij inserito nel registro degli agenti stranieri.
Il 23 maggio 2025 il Ministero della Giustizia della Federazione Russa ha inserito nel registro degli agenti stranieri Jan Račinskij, nostro collega, attivista per i diritti umani e attuale presidente di Memorial. Račinskij ha così commentato: “Già prima dell’entrata in vigore della legge sugli agenti stranieri avevo detto, in dichiarazioni pubbliche, che l’unico obiettivo di questa legge è quello di evitare discussioni di merito, affibbiando un’etichetta agli oppositori. Come scrisse Žvaneckij: ‘Ma che opinione può avere uno zoppo, se gli si dice subito che è zoppo?’. In sostanza si tratta di un ritorno al passato: repressioni in via extragiudiziale a discrezione di un ignoto funzionario. L’entrata in vigore e l’ampliamento dell’elenco degli “agenti stranieri” sono la prova della viltà e della mediocrità intellettuale del governo. Un governo che ha paura delle parole non ha futuro”. Le foto sono state scattate nel 2022 durante la cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace a Memorial, ritirato da Jan Račinskij. Tra il pubblico anche Oleg Orlov e Irina Ščerbakova. Tutti e tre sono stati dichiarati agenti stranieri. Ricordiamo che il Ministero della Giustizia della Federazione Russa ha inserito nell’elenco anche i colleghi di Memorial Svetlana Gannuškina, Grigorij Vajpan, Nikita Sokolov, Sergej Stepanov, Michail Čimarov, oltre a numerose associazioni che fanno parte delle rete di Memorial. Račinskij, nato nel 1958, matematico e programmatore, è dal 1988 membro di Memorial. Fra il 1990 e il 1995 ha partecipato a missioni in difesa dei diritti umani in aree di conflitto quali il Karabach, la Trasnistria, l’Ossezia del Nord e la Cecenia. È direttore del progetto per la creazione del database relativo alle vittime del terrore politico in URSS. Račinskij è attualmente presidente di Memorial e continua a vivere in Russia. Ricordiamo che l’elenco in cui sono indicati gli agenti stranieri è stilato dal Ministero della Giustizia della Federazione Russa e viene aggiornato ogni venerdì. Gli agenti stranieri sono sottoposti a limitazioni di ordine finanziario e contabile, non hanno accesso a cariche politiche o incarichi pubblici e devono far precedere qualunque pubblicazione, anche un post su Facebook o un video su YouTube, da una precisa formulazione che denuncia il loro stato di “agente straniero”.
21 maggio 2025. Giornata dei prigionieri politici in Belarus.
Il 21 maggio in Belarus ricorre la Giornata dei prigionieri politici, istituita dalla società civile bielorussa in memoria di Vitold Ashurak, prigioniero politico morto in carcere il 21 maggio 2021 in circostanze mai chiarite. Il giorno della sua morte è diventato un simbolo della lotta per la libertà e della solidarietà con tutte le persone ingiustamente detenute dal regime bielorusso. Come ricorda l’associazione bielorussa Vjasna, a oggi in Belarus i prigionieri politici sono 1.182. Molti di loro sono in pericolo: rinchiusi in condizioni disumane, senza cure mediche, sottoposti a torture fisiche e psicologiche. In questa giornata desideriamo ricordare, grazie all’Ambasciata popolare della Belarus in Italia, i nomi e le storie di alcuni di loro.
Torino, 16 maggio 2025. Memorial Italia al Salone internazionale del libro. “La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956” di Anna Szyszko-Grzywacz.
In occasione del Salone internazionale del libro di Torino venerdì 16 maggio alle 18:00 presso l’Auditorium Polo del ‘900 (via del Carmine 14) Memorial Italia in collaborazione con Comunità polacca di Torino, Consolato generale di Polonia in Milano, Consolato di Polonia in Torino, Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini, Università di Torino, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino presenta il volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della collana Narrare la memoria curata da Memorial Italia per Edizioni Guerini. La presentazione prevede i saluti istituzionali di Ulrico Leiss de Leimburg, console onorario di Polonia in Torino, e Caterina Simiand, direttrice della Fondazione Salvemini, l’introduzione di Victoria Musiolek-Romano della Fondazione Salvemini e gli interventi di Krystyna Jaworska dell’università di Torino, Luca Bernardini dell’università di Milano e curatore del volume, e Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice. Per maggiori informazioni: Presentazione e lettura del volume “La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956” di Anna Szyszko-Grzywacz | Salone Internazionale del Libro di Torino. Una testimonianza al femminile sull’universo del Gulag e sugli orrori del totalitarismo sovietico. Arrestata nel 1945 a ventidue anni per la sua attività nell’AK (Armia Krajowa), l’organizzazione militare clandestina polacca, Anna Szyszko-Grzywacz viene internata nel lager di Vorkuta, nell’Estremo Nord della Siberia, dove trascorre undici anni. Nella ricostruzione dell’esperienza concentrazionaria, attraverso una descrizione vivida ed empatica delle dinamiche interpersonali tra le recluse e della drammatica quotidianità da loro vissuta, narra con semplicità e immediatezza la realtà estrema e disumanizzante del Gulag. Una realtà dove dominano brutalità e sopraffazione e dove la sopravvivenza per le donne, esposte di continuo alla minaccia della violenza maschile, è particolarmente difficile. Nell’orrore quotidiano raccontato da Anna Szyszko-Grzywacz trovano però spazio anche storie di amicizia e solidarietà femminile, istanti di spensieratezza ed emozioni condivise in una narrazione in cui alla paura e alla dolorosa consapevolezza della detenzione si alternano le aspettative e gli slanci di una giovane donna che non rinuncia a sperare, malgrado tutto, nel futuro. Anna Szyszko-Grzywacz nasce il 10 marzo 1923 nella parte orientale della Polonia, nella regione di Vilna (Vilnius). Entra nella resistenza nel settembre 1939 come staffetta di collegamento. Nel giugno 1941 subisce il primo arresto da parte dell’NKVD e viene rinchiusa nella prigione di Stara Wilejka. Nel luglio 1944 prende parte all’operazione “Burza” a Vilna come infermiera da campo. Dopo la presa di Vilna da parte dei sovietici i membri dell’AK, che rifiutano di arruolarsi nell’Armata Rossa, vengono arrestati e internati a Kaluga. Rilasciata, Anna Szyszko cambia identità, diventando Anna Norska, e si unisce a un’unità partigiana della foresta come tiratrice a cavallo in un gruppo di ricognizione. Arrestata dai servizi segreti sovietici nel febbraio 1945, viene reclusa dapprima a Vilna nel carcere di Łukiszki, e poi a Mosca alla Lubjanka e a Butyrka. In seguito alla condanna del tribunale militare a venti anni di lavori forzati, trascorre undici anni nei lager di Vorkuta. Fa ritorno in patria il 24 novembre 1956 e nel 1957 sposa Bernard Grzywacz, come lei membro della Resistenza polacca ed ex internato a Vorkuta, con cui aveva intrattenuto per anni all’interno del lager una corrispondenza clandestina. Muore a Varsavia il 2 agosto 2023, all’età di cento anni.
Forlì, 16 maggio 2025. La russofonia in divenire: identità, cultura, storia attraverso la lente di Kyiv.
Venerdì 16 maggio dalle 13:00 alle 15:00 si svolge a Forlì presso il campus dell’università di Bologna (aula 1.4, padiglione Morgagni, via Della Torre 5) il seminario La russofonia in divenire: identità, cultura, storia attraverso la lente di Kyiv. Intervengono i nostri Elena Kostioukovitch, Marco Puleri e Sara Polidoro. La lingua e la cultura russa sono tra le principali protagoniste (e vittime) della drammatica guerra che ha avuto inizio in Ucraina nel 2014. La difesa della lingua e della cultura russa rivendicata dalle autorità russe, il genocidio dei russofoni nel Donbas denunciato dai gruppi separatisti nell’Ucraina orientale, l’identificazione della lingua e della cultura russa quale lingua del nemico a difesa dell’integrità territoriale ucraina: narrazioni, queste, strumentalizzate nel discorso politico per inquadrare il ruolo e lo status delle prassi culturali in una vera e propria narrazione bellica. Marco Puleri (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali) e Sara Polidoro (Dipartimento di Interpretazione e Traduzione) discuteranno delle diverse sfaccettature della lingua e cultura russa in Ucraina con Elena Kostioukovitch, scrittrice ucraina di lingua russa, saggista e traduttrice residente in Italia, nota in particolare per avere tradotto le principali opere di Umberto Eco in russo e creato un ponte tra le culture italiana e russa. Nel suo libro Kyiv. Una fortezza sopra l’abisso (2025) Kostioukovitch ripercorre la storia moderna dell’Ucraina attraverso la lente della storia della sua famiglia e della sua città natale, Kyiv. Nel corso del dibattito si parlerà di come si sono sviluppate storicamente la lingua e la cultura russe in Ucraina, di cosa significa oggi parlare e praticare il russo nella vita quotidiana e dell’atteggiamento degli ucraini nei confronti dell’eredità della lingua e della cultura russa durante la guerra. L’evento si tiene in italiano con interpretazione simultanea in inglese. Per maggiori informazioni: Russophonia in-the-making: Identity, Culture, History through the lenses of Kyiv — East european and eurasian studies – Laurea Magistrale – Forlì.
Trento, 14 maggio 2025. Vorkuta: una donna nel Gulag sovietico.
I blatnjaki avevano la loro casta e tra di loro c’era il blatnoj anziano, che gli altri ascoltavano, dal momento che la sua parola contava, in quel démi-monde malavitoso. Aveva la sua “moglie” nel campo, l’ucraina Zoja, credo orientale. Rivestita con un montone, sicuramente sottratto a qualcuno, se ne stava sempre seduta con lui accanto al focolare. Lui aveva del cibo e se lo mangiavano davanti al fuoco. Una volta, quando ero oramai davvero sfinita, mi recai da loro e gli dissi: “Ascoltami, devi far qualcosa per quel Semën. Perché mi rende la vita impossibile. Io non voglio niente da nessuno, non ho rapporti con nessuno, non c’è niente che mi leghi a nessun uomo. E lui mi perseguita, semplicemente. Non posso fare un passo. Ho paura. Mi picchia. Ma che vuole, da me? Ho o non ho il diritto di decidere con chi voglio vivere?” “A ty obeščala emu čto-to?” (“Ma tu gli hai promesso qualcosa?”) mi chiede. “Non gli ho promesso niente!” “Hai accettato qualcosa, da lui?” “No.” “Ma che dura, stupida, che sei! Con lui avresti potuto vivere come un topo nel formaggio. Te ne staresti seduta al kostër (fuoco) come Zoja. Non faresti un bel nulla e avresti tutto fino al gorlo, al collo. Staresti al calduccio e sarebbe tutto così piacevole…”, mi dice. E non aggiunse altro. Signore! Per poco non venni meno. Mercoledì 14 maggio alle 17:30 a Trento (sala conferenze della Fondazione Caritro, via Calepina 1) la Biblioteca Archivio del CSSEO, in collaborazione con Memorial Italia, Edizioni Guerini e il Consolato generale della Repubblica di Polonia in Milano, ospita la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia. Intervengono le nostre Francesca Gori e Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice. Introduce Fernando Orlandi. È possibile seguire l’incontro anche on line tramite piattaforma Zoom, utilizzando il link us02web.zoom.us/j/83008261955.
Vercelli, 9 maggio 2025. Dalla Crimea alla Crimea. Deportazione e ritorno dei tatari (1944-2024).
Ci sono popoli che scompaiono, che nascono o rinascono. Popoli con un loro territorio e altri che ne sono privi. Culture che mutano nel tempo o vengono ricostruite, nell’illusione del ritorno a un passato smarrito. Le continuità storiche possono perdersi ed essere rielaborate e le identità collettive trasformarsi in continuazione, come dimostra la vicenda dei tatari di Crimea, vittime di una deportazione punitiva di massa in epoca staliniana. Le pagine del volume di Marco Buttino ricostruiscono il loro percorso, utilizzando come punto di osservazione la comunità tatara di Samarcanda, in Uzbekistan, intervistata per raccoglierne la memoria. Storie di vita che parlano della deportazione e di una progressiva integrazione nella nuova realtà. Dopo la fine dell’Unione Sovietica, con il riemergere dei nazionalismi, il ritorno dei tatari in Crimea sarà possibile, ma segnato da difficoltà, emarginazione e conflitti, in una terra contesa tra Russia e Ucraina. Venerdì 9 maggio alle 12:30 a Vercelli, presso la cripta di Sant’Andrea (Università del Piemonte Orientale), i nostri Simone Bellezza e Marco Buttino presentano il seminario Dalla Crimea alla Crimea. Deportazione e ritorno dei tatari (1944-2024). Il seminario è realizzato nell’ambito del progetto PRIN 2022 Reframing Globalization in European Peripheries: Intellectual and Expert Networks Facing Political and Economical Transformations (1975-2022) e illustra il volume I tatari di Crimea. Dalla deportazione al difficile ritorno (1944-2024), curato da Marco Buttino per Editrice Morcelliana.
Trento, 9-10 maggio 2025. ESTIVAL: politica, società e cultura dell’Europa orientale e balcanica.
Il 9 e 10 maggio 2025 torna a Trento ESTIVAL, festival dedicato alla politica, alla società e alla cultura dell’Europa centrale, orientale e balcanica. Giunto alla sua seconda edizione, l’evento propone due giorni di dibattiti, incontri, mostre fotografiche e proiezioni di documentari per approfondire temi di attualità europea: dall’allargamento dell’UE alle sfide ambientali, dai movimenti sociali alle minacce per la democrazia, dalla guerra in Ucraina ai nuovi scenari nel Caucaso. Uno spazio di dialogo con studiosi e giornalisti sul futuro dell’Europa e del suo ruolo nello scenario globale. Il festival intende offrire al pubblico un’occasione per appassionarsi a un’area spesso finora percepita come periferica negli equilibri globali, ma determinante per l’integrazione europea. ESTIVAL è un’iniziativa promossa da Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa / Centro per la Cooperazione Internazionale, la Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento e East Journal, nata per consolidare il dialogo tra realtà culturali italiane attive nell’analisi dell’Europa centrale, orientale e balcanica. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento posti. Sabato 10 maggio intervengono i nostri Simone Bellezza, Giulia De Florio, Carolina De Stefano, Marco Puleri. Alle 12:30 Giulia De Florio in dialogo con Marco Puleri presenta la mostra fotografica Bielorussia: 30 anni di regime in 30 manifesti dedicata al designer bielorusso Artur Vakarov. Registrazione dell’incontro: Estival – Mostra Bielorussia: 30 anni di regime in 30 manifesti. Alle 14:30 Simone Bellezza, Giulia De Florio, Carolina De Stefano e Marco Puleri con la moderazione di Matteo Zola di East Journal animano la tavola rotonda Abbiamo perso l’Ucraina? Registrazione della tavola rotonda: Estival – Abbiamo perso l’Ucraina? – YouTube.

