Marco Buttino Liceo Classico “G. Berchet” – Milano – 30 gennaio 2013 letture consigliate Gilligan, E.L. Defending Human Rights in Russia: Sergei Kovalyov, Dissident and Human Rights Commissioner 1969-2003 Routledge, 2004 Poli, L., Le violazioni dei diritti fondamentali in Cecenia al vaglio della Corte Europea dei diritti dell’uomo, in Cecenia. Una guerra e una pacificazione violenta a cura di M. Buttino e A. Rognoni, Zamorani, 2008 Memorial Russia http://www.memo.ru/eng/ Roginskij, A., Analogie e differenze tra il movimento del dissenso e le proteste di oggi (lezione di Arsenij Roginskij all’Università degli Studi di Pisa, 25 ottobre 2012) Yusupova, L., La Corte Europea dei diritti dell’uomo. Una speranza di giustizia, in Cecenia. Una guerra e una pacificazione violenta a cura di M. Buttino e A. Rognoni, Zamorani, 2008.
Autore: Redazione Memorial Italia
La Redazione è composta da storici dell’Europa orientale, slavisti, traduttori e studiosi di memoria e storia e dei totalitarismi e collabora con ONG e istituzioni nazionali e internazionali per promuovere e divulgare progetti sulla storia sovietica e i diritti umani.
Marco Buttino
Marco Buttino insegna Storia dell’Europa orientale presso il Dipartimento di Culture. Politica e società dell’Università di Torino. Ha scritto saggi su diversi aspetti sulla storia dell’Urss e dell’Asia centrale, in particolare sulla trasformazione sociale e sulle minoranze. Tra le sue pubblicazioni recenti: La rivoluzione capovolta. L’Asia centrale tra il crollo dell’impero zarista e la formazione dell’Urss, L’ancora del mediterraneo, Napoli 2003; Cecenia, storia di una guerra e di una pacificazione violenta, cura assieme ad Alessandra Rognoni, Torino, Zamorani editore, 2008; Changing Urban Landscapes: Eastern European and Post-Soviet Cities Since 1989, (a cura di), Viella, Roma 2012.
Marco Fossati
Marco Fossati Ex insegnante di storia e filosofia nei licei, autore e coautore di manuali scolastici di storia e educazione civica; fra le sue pubblicazioni Terrorismo e terroristi Bruno Mondadori, 2003, insieme a Giorgio Luppi e Emilio Zanette Parlare di Storia, Lessico, competenze , cittadinanza, Bruno Mondadori, Milano, 2009
Emanuele Giordana
Emanuele Giordana, giornalista professionista. Laureato in lettere Moderne (Geografia umana) alla Università Statale di Milano (1982) e diplomato in lingua malese-indonesiana all’IsMEO (1981), cofondatore dell’Associazione giornalistica “Lettera22”, direttore di “Ecoradio” nel 2011 e del mensile ecologista Terra nel 2012, è portavoce dell’iniziativa “Afgana” (www.afgana.org) ha scritto, tra l’altro, Afghanistan (2007) e Diario da Kabul (2010). Collabora con AspeniaOnline e RaiNews24. E’ uno dei conduttori di “Radio3mondo” a Radio3Rai.
Marcello Flores
Marcello Flores insegna Storia comparata e Storia dei diritti umani nell’Università di Siena, dove dirige anche il Master europeo in Human Rights and Genocide Studies. Fa parte del Comitato scientifico e del Comitato editoriale di “Storia della Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo” (Utet) di cui sono usciti sei volumi. Sempre per la Utet ha curato l’opera in sei volumi “Diritti umani. I diritti e la dignità della persona nell’epoca della globalizzazione””, uscita nel 2007. Tra le sue ultime pubblicazioni: La fine del comunismo, Bruno Mondadori, Milano, 2011; Storia dei diritti umani, il Mulino, Bologna, 2008;1917. La rivoluzione, Einaudi, Torino, 2007; Il genocidio degli armeni, il Mulino, Bologna, 2006; Tutta la violenza di un secolo,Feltrinelli, Milano, 2005; Il secolo-mondo. Storia del Novecento, il Mulino, Bologna, 2001
Il percorso dei diritti umani: dai diritti civili e politici ai diritti economici e sociali
Marcello Flores Liceo Scientifico “Virgilio” – Milano 11 dicembre 2012 letture consigliate Lynn Hunt La forza dell’empatia. Una storia dei diritti dell’uomo, Laterza, 2010 Mary Anne Glendon Verso un mondo nuovo. Eleanor Roosevelt e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani liberlibri, 2008 Antonio Cassese Il sogno dei diritti umani, Feltrinelli, 2008 Michael Ignatieff Una ragionevole apologia dei diritti umani, Feltrinelli, 2001 Marcello Flores Storia dei diritti umani, il Mulino, 2008
Memorial Internazionale insieme altre ONG russe si rivolge alla Corte Europea per la legge sugli agenti
6 February 2013 For immediate release Leading Russian Human Rights NGOs launch challenge at European Court to ‘Foreign Agent’ Law. Today, an application is being lodged with the European Court of Human Rights on behalf of eleven leading Russian human rights NGOs to contest the recently introduced ‘Foreign Agent’ Law. They allege that this Law violates their rights to freedom of association and expression (Articles 11 and 10 of the European Convention on Human Rights (ECHR)), and request that the European Court gives urgent priority to their case. The case is being brought by the Russian NGO ‘Memorial’ and the European Human Rights Advocacy Centre (EHRAC), based at Middlesex University. The Law was passed in November 2012 and has established a new classification of NGOs in Russia, the ‘Foreign Agent’. Under this Law, if an NGO receives foreign funding and is engaged in ‘political activity’ then it must register as a ‘Foreign Agent’ and is then subject to significant reporting restrictions and regulations. Any materials or resources produced by the NGO must be labelled as having been produced by a ‘Foreign Agent’. The case is brought on behalf of Ecodefence, Golos, Citizens Watch, Civic Assistance Committee, the Committee against Torture, Mashr, International Memorial, Moscow Helsinki Group, Public Verdict, Memorial Human Rights Group and the Movement for Human Rights. Significantly, it is widely felt that the organisation Golos (“Voice”), which conducts independent election monitoring, was a contributor to the recent surge in the protest movement in Russia, which in turn led to legislative restrictions including the Law on Foreign Agents. The NGOs argue that the Law unnecessarily and unjustifiably puts them at risk of serious sanctions, including criminal prosecutions of individuals and the possible suspension of their organisations. The applicants also say that the term ‘Foreign Agent’ has very negative connotations in Russia due to its association with the word ‘spy’ in the Russian language, which will therefore affect their reputations and their ability to function effectively. The lack of a clear definition of ‘political activity’ in the Russian legislation is also contested as it is believed that it could lead to the arbitrary application of the law by the authorities. As well as impacting on the eleven NGOs named in this application, it is also argued that the ‘Foreign Agent’ Law will affect more than one thousand NGOs across Russia. “This is a very repressive law which directly threatens the integrity and the activities of Russian NGOs which play an absolutely vital role in scrutinising and monitoring the State. We urge the Strasbourg Court to move quickly to strike it down.” Philip Leach, EHRAC. Comments from the United Russia party include: President Putin: “[..] they are allegedly our national NGOs but in substance working for foreign money plays the music ordered by a foreign state [..] We have to shield ourselves from that interference with our internal affairs” Mikhail Starshinov (the co-author of the law, member of the State Duma, and delegate of the United Russia party): “some political technologies [..] allow the destruction of the constitutional order of states with the use of NGOs and similar structures”. The United Russia party: “those NGOs which are engaged in political activity and are paid from abroad must have the status of foreign agent so the public can see who implants ideas into their minds and who pays for their work” Comments from International NGOs include: Hugh Williamson, Director of the European and Central Asian program of Human Rights Watch: “This disingenuous claim by President Putin and his swift signing of the amendments, despite domestic and international criticism, show his lack of respect for Russia’s international human rights obligations [..] The new law seriously undermines free assembly in Russia.” John Dalhuisen, Amnesty International’s Director for Europe and Central Asia: “This bill appears to have no other purpose than to set hurdles for many of the leading NGOs critical of the government and to make it even more difficult for them to operate in Russia. It should be repealed immediately”
Vladimir Makanin, Underground
ovvero un eroe del nostro tempo
A cura e con una postfazione di Sergio Rapetti
Milano, Editoriale Jaca Book, 2012
Oleg Orlov, insignito del premio del Gruppo Helsinki di Mosca
«Noi continueremo a lottare!» ha dichiarato Oleg Orlov in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’uomo.
La Fondazione Memorial ha interposto appello contro il rifiuto di riabilitazione di cittadini polacchi
La Fondazione Memorial ha interposto appello contro il rifiuto di riabilitazione di cittadini polacchi Il 22 novembre 2012 il tribunale della città di Mosca (aula 307) doveva esaminare l’appello interposto da Memorial International contro la decisione del tribunale di Khamovniki di non riabilitare un gruppo di cittadini polacchi assassinati nel luglio 1945 nei boschi di Avgustov (Polonia). All’inizio di luglio 1945, secondo un piano elaborato dallo stato maggiore su ordine di Stalin, le truppe del terzo fronte bielorusso rastrellarono i boschi di Avgustov (distretto di Suwalki, voievodie di Belostok). Operazione che, tra il 12 e il 19 luglio 1945, comportò la detenzione di più di 7000 persone, in gran parte polacchi e lituani. La maggior parte venne rilasciata dopo un controllo. I lituani furono consegnati al NKGB della Repubblica socialista sovietica di Lituania. Quanto ai 592 cittadini polacchi che la Direzione del controspionaggio delle forze armate (SMERS) aveva assimilato ai combattenti dell’Esercito Interno, furono tutti arrestati, anche se soltanto 69 di loro furono presi con le armi in mano. Inoltre, secondo quanto precisato da fonti polacche, in questo gruppo si trovavano 27 donne e 15 minori (con meno di 18 anni). Fu avviato un processo e fu condotta un’indagine. Come risulta dai documenti conservati negli archivi della Sicurezza di Stato, le 592 persone furono assassinate segretamente e senza processo dalla SMERS del terzo fronte bielorusso (per ulteriori dettagli vedere http://www.urokiistorii.ru/history/soc/3214). Il 14 febbraio 2012, Memorial International, agendo in conformità con gli obiettivi e i compiti fissati dal suo statuto, ha inoltrato alla Procura Militare Generale della Federazione Russa una domanda concernente un piccolo gruppo di 14 persone fra i polacchi arrestati. In tale domanda si chiedeva sia di verificare il fondamento della loro detenzione e di riabilitarli, sia di inviare il caso al tribunale insieme alle conclusioni sull’assenza di fondamenti per riabilitare in quanto vittime della repressione politica queste 14 persone scomparse per sempre dopo la loro detenzione nel giugno 1945 nei boschi di Avgustov. In risposta a questa domanda di Memorial International la Procura Militare Generale della Federazione Russa il 28 maggio 2012 ha opposto un rifiuto a questa riabilitazione con il motivo che «negli archivi della Sicurezza di Stato non si trovava traccia di un’azione penale riguardante i cittadini polacchi menzionati». Di conseguenza, non c’era alcuna ragione di riabilitarli. Ma, prima, la PMG aveva riconosciuto ufficialmente che, in occasione di quell’operazione nei boschi di Avgustov, «592 persone erano state arrestate ed erano state avviate azioni di giustizia e inchieste contro 575 di loro». Memorial International ha quindi contestato il rifiuto della Procura con una querela indirizzata al tribunale di Khamovniki il 23 agosto 2012. L’esame del caso ha avuto luogo il 1 ottobre 2012 e la contestazione di Memorial è stata respinta. Il tribunale ha addotto che i dossier dei detenuti polacchi «non comportavano documenti attestanti che fosse stato intentato loro un processo» e che «la detenzione e il controllo subiti da cittadini non costituiva una prova sufficiente che azioni giudiziarie fossero state promosse contro uno di loro. Come indicato nella decisione del tribunale: «anche il fatto accertato della detenzione non prova una repressione politica sotto forma di limitazione dei diritti e libertà.» Memorial International ha interposto appello contro la decisione del tribunale di Khamovniki presso il tribunale della città di Mosca ed è questo appello che doveva essere esaminato il 22 novembre 2012.

