Armenia-Azerbaijan: se vera pace sarà, non sarà per tutti

Il presidente dell'Azerbaigian İlham Əliyev (Ilham Aliyev) (foto di President.az, CC BY 4.0, Link)

Show mediatico a parte – e pur con tutta la condivisibile cautela espressa da diversi analisti – l’accordo siglato a Washington è un passo importante di un percorso avviato dalla diplomazia dei due stati del Caucaso meridionale già prima dell’arrivo al potere di Trump. Se si rivelerà solo di un pessimo spettacolo, è presto per dirlo. C’è però un primo elemento, certamente negativo.

La fame di espansione della Russia e il malinteso diffuso sulla politica estera di Mosca

Nella foto: Vladimir Putin e Donald Trump a Helsinki nel 2018 (Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons, con modifiche)

L’aggressione russa all’Ucraina non è una reazione al comportamento dell’Occidente, ma ha cause storiche, ideologiche, culturali e politiche interne alla Russia. Affonda le sue radici nelle tradizioni imperiali russe, nei meccanismi di legittimazione politica interna, nelle ambizioni geostrategiche e nelle rivendicazioni irredentiste sui territori dell’Impero zarista e dell’Unione Sovietica.

Recita a soggetto. Trump è un attore nel teatro negoziale di Putin

Donald Trump (foto: Daniel Torok, CC BY 3.0 US, via Wikimedia Commons)

Gli Stati Uniti hanno imparato poco dall’inutilità dei loro intensi negoziati diplomatici con la Russia e dalla continua moderazione politica nei confronti di Mosca. Ma la questione fondamentale sarà fino a che punto Trump condividerà l’interpretazione di Putin delle cause, della natura e del significato della guerra di aggressione di Mosca.

Cosa stiamo difendendo in Ucraina

Kyiv, 11 gennaio 2024. Alcune persone guardano le macerie.

La guerra tra Russia e Ucraina è solo uno dei trend distruttivi nell’ordine internazionale odierno. Tuttavia, l’esito contribuirà a determinare quale direzione prenderà il mondo.

La guerra russa in Ucraina sta smantellando l’ordine mondiale

Andreas Umland (Pavlo1, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

L’effetto si riversa sia sull’ordine di sicurezza europeo, sia sul diritto internazionale e sulla legittimità delle organizzazioni sovranazionali che dovrebbero farlo rispettare. Il Cremlino sfrutta i suoi privilegi formali e materiali, come i diritti speciali nell’ambito Onu e Tnp, o il possesso del suo arsenale nucleare e il controllo di alcune rotte commerciali. L’Occidente si convinca che questa è molto di più di una crisi regionale.