Contro i tatari di Crimea una brutalità senza fine

Sejran Aliev (foto: Crimean Solidarity)

Sejran Saliev, giornalista civico, condannato a 15 anni per aver denunciato la repressione russa.

“Senza bambini non c’è futuro”: la storia di Volodymyr Sahaidak

Durante l’occupazione russa di Kherson, è riuscito a salvare più di cinquanta minori dalla deportazione in Russia. La sua storia nel libro di Nello Scavo, “Il salvatore di bambini”.

La Guerra d’indipendenza ucraina. Come il conflitto ha cambiato il Paese (2014-2024).

La Guerra d’indipendenza ucraina. Come il conflitto ha cambiato il Paese (2014-2024). A cura di Simone A. Bellezza, Oleksiy Bondarenko, Marco Puleri, Matteo Zola (Editrice Morcelliana, 2025). Dal marzo 2014, quando i soldati russi invasero la Crimea e, poco più tardi, le ragioni orientali del Donbas, all’aggressione iniziata il 24 febbraio 2022, l’Ucraina si è trovata a dover combattere una guerra per difendere la propria indipendenza. Il confronto bellico ha profondamente influenzato e trasformato la società, la cultura e la politica ucraine. Dodici studiose e studiosi italiani e ucraini raccontano questa evoluzione in diversi ambiti, dalla violenza al fronte alla lotta dei movimenti femministi e LGBTQIA+, dalle migrazioni alle appartenenze religiose, dalle dinamiche del potere politico e culturale alle relazioni internazionali. Un tentativo unico di interpretare la guerra nel medio-lungo periodo per provare a comprendere quale sarà il futuro dell’Ucraina. Il volume contiene saggi di Alessandro Ajres, Alberto Basciani, Simone A. Bellezza, Oleksiy Bondarenko, Giulia De Florio, Marta Havryshko, Iuliia Lashchuk, Francesco Magno, Marianna Napolitano, Marco Puleri, Viktoriya Sereda, Matteo Zola.

Mosca e i suoi alleati minano il regime di non-proliferazione nucleare

Vladimir Putin alla parata del Giorno della Vittoria del 2022 (Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons, con modifiche).

Le ripercussioni globali della guerra Russo-Ucraina stanno sempre più sovvertendo le fondamenta dell’ordine nucleare internazionale.

Russificare un’intera generazione: la guerra del Cremlino all’identità ucraina passa dall’istruzione

Immagine esemplificativa (School by Nick Youngson CC BY-SA 3.0, Pix4free)

La Russia di Putin trasforma l’educazione scolastica in propaganda di stato. Con l’arma preferita del Cremlino.

Moldova: Storia, memoria e politica

We moved to 8.12, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Intervista allo storico e scrittore: “Si percepiscono come legati alla Romania ma al tempo stesso sono stati socializzati attraverso elementi linguistici e politici di altra provenienza. Perciò, io credo che dovremmo avviarci verso una concezione prettamente europea del discorso nazionale incentrata su due elementi principali: una lingua di stato comune, il rumeno, unito al rispetto delle minoranze culturali e linguistiche”.

Olena Apčel, studiosa e soldata ucraina: “L’imperialismo russo si combatte anche ribellandosi alla pigrizia intellettuale”

“Da una parte ci stiamo difendendo da un nemico dieci volte più forte, astuto e subdolo, dall’altra siamo costantemente costretti a giustificarci qui in Europa. Dobbiamo, come alla scuola elementare, raccontare la storia del Novecento con una mappa in mano, una storia non deformata dalla propaganda moscovita”.

Voci stridenti. Il baritono putiniano e il basso ucraino sul palco del Teatro San Carlo

Ildar Abdrazakov (foto di Gilzetbase, CC BY-SA 4.0)

Abdrazakov è un artista vicino al regime di Mosca, che si è visto cancellare molte dati negli Usa e in Europa. Nonostante le proteste per la sua presenza al Don Carlo, le autorità culturali italiane restano in silenzio. E il collega ucraino Tsymbalyuk, pur “sotto shock”, ci sarà perché ha “un contratto da rispettare”.

La rete di sostegno dei prigionieri politici in Russia. “Non arretriamo, l’ingiustizia non prenderà il sopravvento”

Foto di engin akyurt su Unsplash

Il sostegno ai prigionieri politici attraverso lo sguardo di coloro che lo offrono: “Ovviamente, la cosa di cui ha più bisogno è la libertà, ma quella non posso procurargliela né spedirgliela con il Servizio Penitenziario Federale. Però posso esprimergli tutto il mio amore continuando a lottare per lui”.

Le torture subite nelle prigioni russe, raccontate dall’anarchico Ruslan Sidiki

Foto di engin akyurt su Unsplash

Conferma il suo coinvolgimento in azioni per danneggiare le infrastrutture militari, alla base aerea militare di Djagilevo e ai binari ferroviari nella regione di Rjazan’, ma altre confessioni gli sono state estorte in carcere.