Memorial Italia, in collaborazione con Istoreto, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti, Associazione culturale Vera Nocentini e Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini, propone il convegno di studi La difesa dei diritti umani nel nuovo ordine mondiale. Il convegno si svolge il 27 e 28 novembre 2025 a Torino negli spazi del Polo del ‘900. L’invasione su larga scala dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha reso evidente una svolta nelle relazioni internazionali ma anche nel ruolo che la nostra società attribuisce alla questione dei diritti umani. L’intensificarsi delle ostilità tra Israele e la Striscia di Gaza e l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America hanno confermato la crisi del sistema internazionale sorto dopo la fine della Guerra fredda, mentre gli interessi geopolitici ed economici sono andati a sostituire il rispetto dei diritti umani come metro di giudizio per dirimere i conflitti armati. Memorial Italia, riunendo studiosi e operatori di organizzazioni internazionali governative e non e partendo dal caso dell’aggressione della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, intende condurre una riflessione su tali cambiamenti, per tornare a parlare di diritto alla pace, alla democrazia, alla salute, all’alimentazione, alla mobilità e all’accoglienza. Giovedì 27 novembre (Sala Conferenze, Palazzo San Celso, corso Valdocco 4) 9:30-10:00 Saluti di Alessandro Rubini (direttore del Polo del ‘900) e Barbara Berruti (direttrice di Istoreto). Presentazione del convegno con Giulia De Florio (presidente di Memorial Italia, Università degli Studi di Parma). 10:00-13:00 Il nuovo ordine mondiale: guerra, economia e diritti. Introduce Marcello Flores (Memorial Italia, Università di Siena). Mario Del Pero (Sciences Po, Parigi), La paura della (inter)dipendenza, la chimera della sovranità. Donald Trump e l’ordine internazionale contemporaneo. Giovanni Gozzini (Università di Siena), Quando la globalizzazione ha smesso di essere buona? Ludovica Poli (Università di Torino), In difesa del diritto internazionale dei diritti umani. Elisa Palazzi (Università di Torino), Gli impatti del cambiamento climatico. 15:30-18:30 La difesa dei diritti in Ucraina e in Russia. Introduce Simone A. Bellezza (Memorial Italia, Università degli Studi del Piemonte Orientale). Caterina Filippini (Università di Milano), Disciplina dei diritti e pseudo-costituzionalismo nella Russia contemporanea. Antonella Salomoni (Università di Bologna), Diritti umani, sovranità e sicurezza nella Russia di oggi. Giovanni Cadioli (Università di Padova), Fantasmi del passato o prodromi del futuro? Una riflessione sull’economia di comando e autoritarismo nella Russia di Putin. Maria Sole Delle Donne (Commissione Europea – Direzione Ucraina), Democrazia e diritto fondamentale nel percorso di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Matteo Mecacci (già direttore ODIHR/OSCE), II ruolo dell’OSCE nella difesa dei diritti umani in Ucraina e in Russia. Venerdì 28 novembre (Auditorium, Palazzo San Daniele, via del Carmine 14) 9:30-12:30 La difesa dei diritti in altri conflitti. Introduce Francesca Gori (Memorial Italia). Marcella Simoni (Università’ Ca’ Foscari e European University Institute), Ombre lunghe: crescita e consolidamento della destra e della destra radicale in Israele (1973-2023). Wlodek Goldkorn (scrittore e giornalista), Gaza. Le parole per dire l’indicibile. Sara de Simone (Università di Trento), Sudan tra silenzio e semplificazione nella narrazione globale sui diritti umani. Giorgia Perletta (Università Cattolica di Milano), La tutela dei diritti umani in Iran: attori, priorità e sfide. Tommaso Bobbio (Università di Torino), L’estrema destra indiana, tra nazionalismo, abusi e ambizioni regionali. 14:30-17:30 Tavola rotonda. I profughi e il diritto all’accoglienza. Introduce Marco Buttino (Memorial Italia). Ferruccio Pastore (FIERI), Deportazioni di massa, nuovo fronte della migrafobia. Lorenzo Trucco (ASGI), Il trattenimento extraterritoriale e il rimpatrio di persone migranti dall’Albania. Barbara Sorgoni (Università di Torino), I confini del diritto nella richiesta di asilo. Elena Mazzola (MSF), Dal diritto all’accoglienza al diritto alla cura. Nicola Pasini (ISMU), Welfare per chi? Per tutti, per noi e/o per “loro”? Daniele Abbado (Special Friend di UNHCR), Responsabilità e speranza: alcune possibilità dell’impegno personale dinanzi alla crisi della solidarietà internazionale. Si rilascia attestato di partecipazione per insegnanti. Segreteria organizzativa: Simone A. Bellezza (simone.bellezza@uniupo.it), Marco Buttino (marco.buttino@unito.it). Segreteria e attività didattiche: Istoreto (formazione.corsi@istoreto.it). Per assistere si consiglia la prenotazione rivolgendosi all’indirizzo segreteria@istoreto.it o tramite pagina web La difesa dei diritti umani nel nuovo ordine mondiale. Convegno di studi | Istoreto.
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Padova, ottobre-novembre 2025. Sulla scena del(l’eco)crimine: i siti di Čornobyl’ e Semej.
Nell’approssimarsi del quarantesimo anniversario della catastrofe alla centrale nucleare di Čornobyl’ (più nota come Chernobyl) il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova ospita il ciclo di conferenze Sulla scena del(l’eco)crimine: i siti di Čornobyl’ e Semej/Semipalatinsk che si svolge a Padova nel Complesso Beato Pellegrino (via E. Vendramini, 13) nei mesi di ottobre e novembre 2025. Gli incontri intendono proporre occasioni di riflessione sui pericoli derivanti da un uso sconsiderato del nucleare per la natura e per l’essere umano. Gli effetti devastanti di avarie ed esplosioni sono amplificati all’interno di un sistema autoritario che non tiene in considerazione la vita dell’individuo. L’immagine di copertina è di Pierpaolo Mittica. Mercoledì 29 ottobre alle 16.30 presso il Complesso Beato Pellegrino (aula 8) il nostro Simone Attilio Bellezza, storico dell’Università del Piemonte Orientale, apre il ciclo con la conferenza dal titolo L’incidente di Čornobyl’ come cesura della storia ambientale e politica. L’incontro è aperto al pubblico. Lunedì 3 novembre alle 10:30 nella galleria del Complesso Beato Pellegrino, grazie all’associazione VisionArt22 A.P.S. in collaborazione con il Premio fotografico Umane Tracce, sarà inoltre inaugurata la duplice mostra fotografica Il volto oscuro del nucleare di Pierpaolo Mittica, fotografo e filmmaker, sempre impegnato nel trasformare la cronaca in memoria collettiva e nel dare voce alle vittime dimenticate della modernità. Chernobyl – 40 anni dopo ripercorre le devastanti conseguenze ambientali e umane del più grave disastro nucleare della storia europea, restituendo in immagini la quotidianità di chi ancora oggi vive e sopravvive nelle zone contaminate. Semipalatinsk – Il crimine dei test nucleari, lavoro di denuncia che ha valso a Pierpaolo Mittica il riconoscimento del Premio Umane Tracce, racconta la storia delle vittime dei test atomici effettuati in Kazakistan in epoca sovietica. L’inaugurazione si svolgerà alla presenza dell’autore che dialogherà con Enzo Cortini del Premio Umane Tracce. La mostra è aperta dal 3 novembre al 19 dicembre, dal lunedì al venerdì, dalle 8:00 alle 19:00. Ricordiamo che le iniziative programmate per lunedì 3 novembre iniziano alle 09:00 nell’aula 1 del Complesso Beato Pellegrino dove sarà proiettato il documentario Chernobyl. A Chronicle of Difficult Weeks (1986) in lingua originale con sottotitoli in italiano realizzati per l’occasione. Si tratta del primo reportage dedicato alla catastrofe di Čornobyl’, girato poche settimane dopo l’incidente. I viaggi nella zona contaminata sono costati la vita al regista, Volodymyr Ševčenko, deceduto poco dopo la conclusione delle riprese a causa delle radiazioni assorbite. Si tratta di uno straordinario documento con il quale si offre una testimonianza della portata del disastro malgrado i vincoli imposti dalla censura sovietica. La proiezione è stata resa possibile per gentile concessione di UkrKinoChronika, rappresentata da Law Net, ed è curata da Claudia Fiorito del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova, autrice anche dei sottotitoli. Le attività della giornata proseguono nel pomeriggio. Alle 16:00 una visita guidata della mostra condotta dallo stesso Pierpaolo Mittica sarà introdotta da un reading a cura del Laboratorio di teatro in Lingue dell’Europa Centro e Sudorientale diretto dal regista Pierantonio Rizzato di TOP – Teatri Off Padova. Una selezione di testi di Svetlana Aleksievič, Lina Kostenko e Ales’ Pis’mjankoŭ sarà interpretata dagli studenti e dalle studentesse del laboratorio. I successivi appuntamenti, previsti per il mese di novembre nel Complesso Beato Pellegrino, aiuteranno a rievocare e comprendere il contesto e le conseguenze dei disastri ambientali nei siti di Čornobyl’ (Chernobyl, Ucraina) e Semej (all’epoca Semipalatinsk, Kazakistan). Lunedì 17 novembre alle 16:30 con l’incontro Chernobyl prima di Chernobyl Francesco M. Cataluccio, autore del volume Chernobyl (2011), rievoca la storia e l’atmosfera di una città che oggi è ricordata quasi esclusivamente per la tragedia del 1986. Sarà possibile seguire l’incontro anche da remoto: https://unipd.zoom.us/j/82515103802. Seguirà una nuova proiezione di Chernobyl. Chronicle of Difficult Weeks. Mercoledì 19 novembre alle 16:30 il nostro Niccolò Pianciola, storico dell’Università di Padova, tiene la conferenza L’era atomica in Asia Centrale: dalla bomba di Stalin ad oggi. Sarà possibile seguire l’incontro anche da remoto: https://unipd.zoom.us/j/85412213958. Lunedì 24 novembre alle 16.30 sarà possibile seguire l’incontro “E il poligono atomico mi aprì il cancello”. La testimonianza di Valerio Pellizzari, il primo occidentale entrato nella città segreta. Il 17 settembre 1991 sulle pagine del Messaggero appare l’articolo di Valerio Pellizzari Apocalisse nella steppa in cui il giornalista racconta la sua eccezionale visita al poligono nucleare sovietico di Semipalatinsk/Semej, situato nella Repubblica del Kazakistan, cuore militare-strategico dell’URSS. L’incontro si svolge solo in presenza. Mercoledì 26 novembre alle 16:30 Matteo Benussi, antropologo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, tiene la conferenza Siamo rimasti per vivere: riflessioni antropologiche sulla vita dopo il disastro di Čornobyl’. Sarà possibile seguire l’incontro anche da remoto: https://unipd.zoom.us/j/82515103802.
12 novembre 2025. Lettera di Memorial Italia all’Arci.
Oggi, 12 novembre 2025, Memorial Italia ha recapitato alla Presidenza dell’Arci e al Circolo Arci La Poderosa di Torino la lettera che riportiamo integralmente riguardante l’incontro “Russofilia, russofobia, verità” che si terrà in data odierna presso i locali del circolo La Poderosa. La lettera esprime la posizione di Memorial Italia sull’evento ed è corredata da un elenco parziale di cittadini e cittadine della Federazione Russa incarcerati per avere scritto un post sui social media circa il massacro di Buča e da un invito all’Arci a partecipare al convegno di studi La difesa dei diritti umani nel nuovo ordine mondiale organizzato a Torino per il 27 e 28 novembre. 12 novembre 2025Alla cortese attenzione della Presidenza nazionale e del Comitato torinese dell’Arci L’associazione Memorial Italia esprime preoccupazione e sconcerto per la decisione di ospitare, oggi 12 novembre, presso il Circolo Arci “La Poderosa” di Torino, l’incontro dal titolo “Russofilia, russofobia, verità”. All’iniziativa parteciperanno Angelo D’Orsi, Alessandro Di Battista, Moni Ovadia e, in collegamento dai territori ucraini occupati, Vincenzo Lorusso che lavora per International Reporters, definito da Reporters Sans Frontières un “sito web dove propagandisti stranieri diffondono disinformazione russa”. Riconosciamo il valore assoluto del pluralismo delle opinioni. Questo evento, tuttavia, non rappresenta un momento di confronto o una piattaforma per una corretta informazione, quanto piuttosto una cassa di risonanza per la propaganda di regimi autoritari. Il richiamo alla presunta “russofobia” — categoria inventata dalla comunicazione ufficiale del Cremlino per delegittimare ogni critica alle politiche imperialiste e repressive della Federazione Russa — riproduce argomenti e schemi di disinformazione funzionali a chi nega l’evidenza: l’aggressione militare all’Ucraina, le violazioni sistematiche del diritto internazionale e i crimini contro la popolazione civile. Appare inoltre paradossale che il professor D’Orsi, al quale il Polo del ’900 di Torino ha infine negato gli spazi per lo stesso evento, si presenti come difensore della libertà di parola. Lo stesso D’Orsi, insieme a Vincenzo Lorusso, ha preso parte lo scorso settembre a Minsk a un festival organizzato dalla rete televisiva Russia Today, organo di propaganda del Cremlino, cioè di un Paese che nega la libertà di parola a chiunque esprima idee contrarie all’ideologia ufficiale. Mentre i due erano in Belarus’ come ospiti d’onore, nelle carceri del Paese si trovavano 1.235 prigionieri politici, secondo il Centro per i diritti umani Viasna, il cui fondatore Ales Bialiatski è stato insignito del Premio Nobel per la Pace e si trova egli stesso attualmente in prigione. In Russia, l’ONG OVD-Info segnala 1.830 detenuti per motivi politici — alcuni arrestati per un semplice post sui social media —, parte degli oltre 4.100 cittadini perseguiti per reati d’opinione. Forse anche qualcuno di loro avrebbe voluto collegarsi con “La Poderosa” per dialogare con i nostri autoproclamati difensori della libertà di parola, ma non lo potrà fare. Memorial Italia ritiene che ospitare un simile evento in una sede dell’Arci, storicamente impegnata nella difesa dei diritti umani e delle libertà democratiche, rappresenti una scelta profondamente incoerente con la tradizione antifascista e libertaria dell’associazione. Leggiamo nel suo statuto che l’Arci si richiama alla “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” e alla “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, e ci stupiamo che la vostra associazione abbia deciso di ospitare un evento di apologia di un regime che ha recentemente rapito e deportato migliaia di bambini e bambine ucraine. È questo il motivo per cui la Corte penale internazionale ha spiccato un mandato d’arresto per Vladimir Putin. Segnaliamo infine che il 27 e 28 novembre prossimi, al Polo del ’900 di Torino, Memorial Italia organizzerà il convegno “La difesa dei diritti umani nel nuovo ordine mondiale”, con la partecipazione di studiose e studiosi di fama internazionale, tra cui veri esperti di Russia e Ucraina. Saremmo lieti della partecipazione di rappresentanti dell’Arci a questo appuntamento che vuole essere un’occasione di confronto serio e documentato sul tema dei diritti umani nel nuovo ordine mondiale. Ribadiamo il nostro impegno a sostenere la verità storica, la memoria delle vittime dei totalitarismi e la solidarietà con chi oggi, in Russia e Belarus’, subisce persecuzioni per aver difeso libertà e verità. Con i più cordiali saluti,il Direttivo di Memorial Italia.
Bologna e Milano, novembre 2025. La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz
Il treno si fermava a ogni stazione. All’esterno strepito e battere di martelli. Se una stava dormendo, era come se quel martello glielo avessero dato sulla testa. Le assi congelate risuonavano come tamburi. E loro martellavano per capire se ci fosse un’asse sporgente. Nelle stazioni, quando il treno si fermava venivano effettuati i controlli, di giorno e di notte. La brina causata dal nostro fiato ricopriva le assi all’interno del vagone. Avevamo sete, quindi la grattavamo via e la ingoiavamo, anche se era fredda. Nell’ambito del ciclo di incontri Sul filo delle carte a cura dell’Archivio di storia delle donne di Bologna, giovedì 13 novembre alle 17:30 il Centro di documentazione delle donne (via del Piombo 5-7) ospita la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia per Guerini e Associati. Intervengono Letizia Bianchi e Carla Tonini dell’Università di Bologna con il coordinamento di Elda Guerra dell’Associazione Orlando: un dialogo che intende riportare al l’attenzione una rara testimonianza femminile del Gulag sovietico. A Milano domenica 16 novembre alle 18:00 presso Spazio Seicentro (via Savona 99) il volume sarà inoltre presentato in occasione di BookCity Milano. Intervengono Luca Bernardini, curatore del libro, Daniela Gilardoni e la nostra Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice.
Brescia, 11 novembre 2025. “La fine del regime” di Alexander Baunov.
Nell’ambito del Festival della Pace di Brescia, martedì 11 novembre alle 18:30 presso la sala Bevilacqua (via della Pace 10), Alexander Baunov, filologo dell’antichità e specialista di politica internazionale moderna, presenta il volume La fine del regime. La caduta di tre dittature europee e il destino della Russia di Putin. Con l’autore dialoga Maurizio Faroni, presidente della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura. L’ingresso è libero. La presentazione è promossa dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura in collaborazione con Memorial Italia e Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri Padri della Pace. Pubblicato in Russia nel 2023 ed esaurito in pochi giorni, il libro ha subito attirato l’attenzione delle autorità che hanno bollato l’autore come “agente straniero”. Raccontando la caduta delle dittature in Spagna, Grecia e Portogallo, il testo diventa un chiaro specchio per la Russia di Putin, segnata da un’autorità sempre più oppressiva e da un possibile destino simile.
Restituzione dei nomi / Возвращение имён 2025
La Restituzione dei nomi è il cuore delle iniziative organizzate da Memorial in Russia e non solo. La manifestazione è dedicata al ricordo delle vittime del Terrore di Stato in Unione Sovietica. Il 29 ottobre di ogni anno soci, volontari, attivisti di Memorial e chiunque desideri unirsi si raccolgono per leggere ad alta voce i nomi delle persone che hanno perso la vita per mano delle autorità sovietiche. La Restituzione dei nomi si è svolta per la prima volta a Mosca nel 2007 in una data e in un luogo simbolici: alla vigilia del 30 ottobre, Giornata del prigioniero politico, istituita nel 1974 dai dissidenti Kronid Ljubarskij e Aleksej Murženko, nonché Giornata della memoria delle vittime delle repressioni politiche, istituita nel 1991, e accanto alla Pietra delle Solovki, monumento alle vittime delle repressioni politiche collocato a Mosca di fronte alla Lubjanka, sede dei servizi segreti, prima sovietici e ora russi. Oggi, come sottolinea Memorial, per i cittadini e le cittadine della Federazione Russa la Restituzione dei nomi è anche una delle poche occasioni rimaste a disposizione per esprimere la propria resistenza. Nel 2025 in Italia l’iniziativa, aperta a chiunque desideri partecipare, si svolge a Bari, Milano, Torino, Verona e Roma. Bari, martedì 21 ottobre, 16:30, presso la basilica di San Nicola Milano, domenica 26 ottobre, 14:00, presso bar Feltrinelli, viale Pasubio 11 Milano, domenica 26 ottobre, 15:00, giardino Anna Politkovskaja Torino, domenica 26 ottobre, 15:00, presso il giardino Nicola Grosa Verona, lunedì 27 ottobre, 11:00, presso il giardino della Facoltà di lingue e lettere in via San Francesco 22 Roma, mercoledì 29 ottobre, 18:00, in via del Valco di San Paolo 19 Nel 2024 la Restituzione dei nomi si è svolta in 45 paesi e 141 città. Anche quest’anno, per il 29 ottobre 2025, Memorial invita a partecipare all’iniziativa, raccogliendosi in luoghi commemorativi, piazze, incontri online o in piccoli gruppi, ovunque ci si trovi in Russia e nel mondo. Ciò che conta sono i valori condivisi di dignità, libertà e rispetto per la vita umana. È possibile organizzare la Restituzione dei nomi dove si desideri, così come è stato per Memorial Italia negli ultimi tre anni. Per organizzare la lettura dei nomi in una città italiana invitiamo a contattarci utilizzando l’indirizzo info@memorialitalia.it o tramite i nostri canali social. Forniremo istruzioni e tutto il supporto logistico necessario. Per partecipare è possibile unirsi a una delle iniziative locali indicate sul sito dedicato alla manifestazione o proporsi per l’organizzazione di una lettura. Si può parlare della Restituzione dei nomi agli amici e alla propria comunità, anche condividendo le informazioni sui social media. Ogni contributo è importante. Ricordiamo inoltre che dietro ogni iniziativa per la Restituzione dei nomi c’è un lavoro accurato e invisibile. I volontari preparano le schede stampate con i nomi destinati alla lettura, portano fiori e candele, si occupano dell’impianto audio, realizzano e montano i filmati, aggiungono i sottotitoli in molte lingue e gestiscono una diretta streaming di dodici ore affinché le voci del ricordo possano essere ascoltate in tutto il mondo. Le donazioni rendono possibile tutto questo: Возвращение имен. Mercoledì 29 ottobre 2025 l’ormai consueto collegamento on line permetterà di seguire in diretta la lettura dei nomi. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito October29, disponibile in russo e in inglese.
Udine, 25 ottobre 2025. Premiazione di Friuli Storia per Irina Scherbakova.
Irina Scherbakova, tra le fondatrici in Russia dell’associazione Memorial nel 1989 e attualmente membro del direttivo dell’Associazione Internazionale Memorial, è la vincitrice della dodicesima edizione del Premio nazionale di Storia contemporanea Friuli Storia con il saggio Le mani di mio padre. La cerimonia di premiazione si terrà a Udine sabato 25 ottobre alle 17:30 presso l’auditorium del Centro culturale delle Grazie (via Pracchiuso, 21). Irina Scherbakova terrà un intervento dal titolo La mia vita attraverso l’Unione Sovietica dedicato ai temi del volume in concorso. Irina Scherbakova è nata nel 1949 a Mosca dove si è laureata in germanistica e ha insegnato Storia orale all’università. Ha tradotto in russo Franz Kafka, Heinrich Böll e Christa Wolf. Dalla fine degli anni Settanta ha condotto interviste con i superstiti del GULag e, dai primi anni Novanta, ricerche negli archivi del KGB a Mosca. Il volume Le mani di mio padre è un’opera storico-politica e autobiografica in cui l’autrice intreccia le vicende della Russia con quelle della propria famiglia. Partendo dai ricordi della bisnonna Etlja Jakubson, il libro ripercorre un intero secolo di storia russa, dalla rivoluzione dei bolscevichi di Lenin passando per le purghe di Stalin, fino alle guerre dell’era di Putin. Il punto di vista è quello degli Scherbakov, famiglia ebraica di origini ucraine che dal 1924 al 1945 visse in due stanze del celebre Hotel Lux, l’albergo del Comintern situato a due passi dal Cremlino. Per il Circolo della Storia Irina Ščerbakova si è confrontata con il nostro vicepresidente Andrea Gullotta nell’intervista “Senza verità non c’è democrazia”: la storia russa di Irina Scherbakova. “All’epoca della perestroika, quando è nata Memorial, questo era il suo obiettivo principale: dare un nome alle persone, strapparle all’oblio e dire la verità su cosa era stato il Grande terrore, sulle repressioni politiche, su tutto. E sembrava che la società fosse d’accordo. Si è poi capito che importanza ha questo per le persone: senza la verità non è possibile avere una società intellettualmente sana, non possono esserci istruzione, riforme o democrazia. Quando invece prevale l’oblio, questo significa che, per varie ragioni, la società non vuole più seguire la strada della democrazia.”
Forlì, 23 ottobre 2025. Le donne raccontano la guerra. In memoria di Victoria Amelina.
A Forlì giovedì 23 ottobre alle 17:00 presso il salone comunale di piazza Saffi, nell’ambito della dodicesima edizione di 900fest, Festival di Storia del Novecento, la nostra presidente Giulia De Florio e Yaryna Grusha, curatrice del volume, presentano Guardando le donne guardare la guerra. Diario di una scrittrice dal fronte ucraino di Victoria Amelina, giornalista, poetessa e attivista ucraina, uccisa a Kramatorsk il primo luglio del 2023. L’ingresso è libero e gratuito. È il 17 febbraio 2022 e Victoria Amelina è in partenza con il figlio per una breve vacanza in Egitto. La situazione in Ucraina è precaria, tutti parlano di una mossa imminente della Russia, ma nessuno sa con certezza quando avverrà. Al momento, nella vita di Victoria ci sono delle novità positive: sta scrivendo un romanzo, sta organizzando un festival di letteratura e sta prendendo i primi contatti con Truth Hounds, una ONG che si occupa di raccogliere le testimonianze delle vittime di guerra. Il 24 febbraio la situazione precipita: la Russia dà inizio all’invasione su larga scala. All’improvviso gli obiettivi di Victoria cambiano e come tanti suoi colleghi mette da parte la scrittura per trasformarsi in reporter e investigatrice sul campo, facendosi portavoce di donne straordinarie che, come lei, si uniscono alla resistenza. Tra queste Evhenia, un’avvocata che ha scelto di arruolarsi nelle Forze di difesa; Oleksandra, Premio Nobel per la pace, che documenta decine di migliaia di crimini di guerra; e Yulia, una bibliotecaria che indaga sul rapimento e l’omicidio di un altro scrittore, Volodymyr Vakulenko. La sera del 27 giugno 2023, Victoria è a cena con altri autori in un ristorante a Kramatorsk, nella regione di Donetsk, quando un missile russo distrugge il locale, provocando la morte di tredici persone e decine di feriti. Lei, colpita alla testa, morirà pochi giorni dopo, il primo luglio, a soli trentasette anni. Senza mai perdere lo sguardo da narratrice, Victoria Amelina ci ha lasciato un ritratto vivido e originale delle devastazioni della guerra e del costo della resistenza, raccontando in presa diretta, fra le macerie di scuole, teatri e centri culturali, le drammatiche vicende del suo popolo. Yaryna Grusha e Giulia De Florio ricordano Victoria Amelina.
Ginevra, settembre 2025. People First al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Il 24 settembre 2025 a Ginevra, a margine della sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani del 22 settembre dedicata alla situazione dei diritti umani nella Federazione Russa, si è tenuto un incontro che ha avuto per tema la sorte degli ostaggi civili, dei prigionieri di guerra e dei prigionieri politici detenuti in relazione alla guerra della Federazione Russa contro l’Ucraina. L’iniziativa si è svolta nell’ambito della campagna People First e ha visto la partecipazione di Mariana Katzarova, relatrice speciale ONU sui diritti umani nella Federazione Russa, Oleksandra Romantsova del Centro per le libertà civili (Ucraina), Sergej Davidis, responsabile del progetto Sostegno ai prigionieri politici Memorial (Federazione Russa), Tatiana Lokshina per Human Rights Watch. I relatori hanno chiesto il rilascio immediato e incondizionato dei civili ucraini detenuti illegalmente nella Federazione Russa, di tutti i bambini deportati con la forza dalla Federazione Russa, dei prigionieri di guerra da entrambe le parti, dei prigionieri politici russi condannati per la loro posizione contro la guerra e il sostegno all’Ucraina. Nel corso dell’incontro è emerso che la maggior parte dei civili ucraini detenuti in Russia è tenuta in isolamento, senza accuse formali, accesso legale o assistenza medica; il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) non ha accesso a loro; alcuni prigionieri gravemente malati rischiano di non sopravvivere fino a uno scambio; l’ultimo grande scambio è avvenuto a maggio 2025 (2000 persone), da allora, solo casi isolati. Sergej Davidis ha sottolineato che il rilascio, nell’ambito di un futuro accordo di pace in Ucraina, non solo dei cittadini ucraini ma anche dei cittadini russi condannati per la loro opposizione alla guerra e il sostegno all’Ucraina, non è solo una necessità morale e umanitaria. Liberare chi si è apertamente opposto alla guerra sarà un segnale forte di sostegno alla società civile russa, potrà incentivare l’attivismo civico e contribuire al cambiamento interno. Mariana Katzarova ha evidenziato la necessità di creare un meccanismo internazionale per il ritorno immediato e incondizionato di tutti i civili ucraini deportati, compresi i bambini, indipendentemente dall’andamento dei negoziati di pace. Nel rapporto ONU Katzarova suggerisce, in primo luogo, di creare un meccanismo internazionale efficace, con il coinvolgimento del CICR, per garantire il ritorno di tutti i civili deportati e, secondariamente, di garantire al CICR accesso illimitato ai prigionieri politici russi, ai prigionieri di guerra ucraini e ai civili detenuti. Oleksandra Romantsova ha ricordato che il 90% dei civili ucraini detenuti nella Federazione Russa si trova in un vuoto giuridico totale, senza accuse formalizzate o accesso alla giustizia. Tatiana Lokshina ha evidenziato come le istituzioni internazionali debbano dare priorità assoluta alla questione della liberazione dei civili detenuti. Documentare le violazioni su larga scala è estremamente difficile: sparizioni forzate, luoghi di detenzione inaccessibili, mancanza di accesso per le ONG e gli organismi internazionali. Tuttavia la raccolta delle prove continua. La liberazione incondizionata di tutte le persone detenute illegalmente, civili, militari, prigionieri politici, deve essere parte integrante di qualsiasi processo negoziale e della pressione internazionale sulla Federazione Russa. Non è solo una questione umanitaria. È una questione di giustizia.
Voghera, 21 ottobre 2025. Politica e memoria in Russia.
A Voghera, martedì 21 ottobre alle 21:00, presso la Fondazione Adolescere (viale Repubblica 25), la nostra presidente Giulia De Florio animerà l’incontro Politica e memoria in Russia, dedicato all’opposizione russa, al lavoro di Memorial dopo l’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina e al sostegno all’associazione che è possibile esprimere dall’Italia.

