Ginevra, settembre 2025. People First al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Il 24 settembre 2025 a Ginevra, a margine della sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani del 22 settembre dedicata alla situazione dei diritti umani nella Federazione Russa, si è tenuto un incontro che ha avuto per tema la sorte degli ostaggi civili, dei prigionieri di guerra e dei prigionieri politici detenuti in relazione alla guerra della Federazione Russa contro l’Ucraina. L’iniziativa si è svolta nell’ambito della campagna People First e ha visto la partecipazione di Mariana Katzarova, relatrice speciale ONU sui diritti umani nella Federazione Russa, Oleksandra Romantsova del Centro per le libertà civili (Ucraina), Sergej Davidis, responsabile del progetto Sostegno ai prigionieri politici Memorial (Federazione Russa), Tatiana Lokshina per Human Rights Watch. I relatori hanno chiesto il rilascio immediato e incondizionato dei civili ucraini detenuti illegalmente nella Federazione Russa, di tutti i bambini deportati con la forza dalla Federazione Russa, dei prigionieri di guerra da entrambe le parti, dei prigionieri politici russi condannati per la loro posizione contro la guerra e il sostegno all’Ucraina. Nel corso dell’incontro è emerso che la maggior parte dei civili ucraini detenuti in Russia è tenuta in isolamento, senza accuse formali, accesso legale o assistenza medica; il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) non ha accesso a loro; alcuni prigionieri gravemente malati rischiano di non sopravvivere fino a uno scambio; l’ultimo grande scambio è avvenuto a maggio 2025 (2000 persone), da allora, solo casi isolati. Sergej Davidis ha sottolineato che il rilascio, nell’ambito di un futuro accordo di pace in Ucraina, non solo dei cittadini ucraini ma anche dei cittadini russi condannati per la loro opposizione alla guerra e il sostegno all’Ucraina, non è solo una necessità morale e umanitaria. Liberare chi si è apertamente opposto alla guerra sarà un segnale forte di sostegno alla società civile russa, potrà incentivare l’attivismo civico e contribuire al cambiamento interno. Mariana Katzarova ha evidenziato la necessità di creare un meccanismo internazionale per il ritorno immediato e incondizionato di tutti i civili ucraini deportati, compresi i bambini, indipendentemente dall’andamento dei negoziati di pace. Nel rapporto ONU Katzarova suggerisce, in primo luogo, di creare un meccanismo internazionale efficace, con il coinvolgimento del CICR, per garantire il ritorno di tutti i civili deportati e, secondariamente, di garantire al CICR accesso illimitato ai prigionieri politici russi, ai prigionieri di guerra ucraini e ai civili detenuti. Oleksandra Romantsova ha ricordato che il 90% dei civili ucraini detenuti nella Federazione Russa si trova in un vuoto giuridico totale, senza accuse formalizzate o accesso alla giustizia. Tatiana Lokshina ha evidenziato come le istituzioni internazionali debbano dare priorità assoluta alla questione della liberazione dei civili detenuti. Documentare le violazioni su larga scala è estremamente difficile: sparizioni forzate, luoghi di detenzione inaccessibili, mancanza di accesso per le ONG e gli organismi internazionali. Tuttavia la raccolta delle prove continua. La liberazione incondizionata di tutte le persone detenute illegalmente, civili, militari, prigionieri politici, deve essere parte integrante di qualsiasi processo negoziale e della pressione internazionale sulla Federazione Russa. Non è solo una questione umanitaria. È una questione di giustizia.

Voghera, 21 ottobre 2025. Politica e memoria in Russia.

A Voghera, martedì 21 ottobre alle 21:00, presso la Fondazione Adolescere (viale Repubblica 25), la nostra presidente Giulia De Florio animerà l’incontro Politica e memoria in Russia, dedicato all’opposizione russa, al lavoro di Memorial dopo l’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina e al sostegno all’associazione che è possibile esprimere dall’Italia.

Pavia, 14 ottobre 2025. Sopravvivere al Gulag. Una testimonianza al femminile.

Più tardi riuscimmo a procurarci svariati oggetti di prima necessità. Si facevano un po’ di economie sul pranzo, si metteva da parte una fetta di pane e la si dava a uno dei prigionieri anziani che in cucina si procacciava una latta arrugginita, di quelle delle conserve. Erano preziosissime. Le riempivamo di neve e le mettevamo sul barile arroventato. La neve diventava quell’acqua di fusione con cui cercavamo di lavarci. Nello stesso modo “acquistai” da un prigioniero, con la mia razione giornaliera di pane, un rosario. Era fatto di un filo di rame lavorato all’ago, e la crocetta era di osso di renna con intarsi di rame. Lo conservo ancora oggi. Martedì 14 ottobre alle 18:00 presso l’aula magna del Collegio Fratelli Cairoli di Pavia si tiene l’incontro Sopravvivere al Gulag. Una testimonianza al femminile che prevede la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia per l’editore Guerini e Associati. Intervengono le nostre Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice, e Francesca Gori con Agnieszka Gloria Kamińska, console generale della Repubblica di Polonia, e Andrea Zatti, rettore del Collegio.

Guastalla, 4 ottobre 2025. Galleria della Pace. Resistenza civile: il caso Ucraina.

Sabato 4 ottobre a Guastalla (Reggio Emilia) la nostra presidente Giulia De Florio partecipa a Galleria della Pace, “il festival dove le comunità resistono, si incontrano e si raccontano”, iniziativa promossa da Comune di Guastalla, Proloco Guastalla e ANPI sezione Guastalla. Si tratta di una giornata interamente dedicata alla riflessione sul concetto di pace. Il tema scelto per questa prima edizione del festival è “pace irrisolta: memorie, voci e conflitti del presente”. Alle 11.30 presso la libreria Kafféklubben (corso Prampolini 7) Sara Uboldi, ricercatrice e attivista di Rescue Team, e la nostra presidente dedicheranno il loro intervento alla Resistenza civile: il caso Ucraina.

Pisa, 4 ottobre 2025. “Kyiv. Una fortezza sopra l’abisso”.

Sabato 4 ottobre alle 17:00, nell’ambito del Pisa Book Festival, si tiene un incontro con la partecipazione di due nostri soci: Elena Kostioukovitch parlerà del suo ultimo libro, Kyiv. Una fortezza sopra l’abisso, coadiuvata da Massimo Tria. La capitale ucraina è un teatro a cielo aperto, dove si incontrano zar, atamani, scrittori e invasori di tutte le risme, dove strategie di fuga si incrociano con una secolare resilienza e un desiderio infinito di attaccamento alle radici. Fra giudizi “pro e contro Bulgakov”, spettacoli pirotecnici e tremendi bombardamenti, scorrerie di bolscevichi e crimini nazisti, sofferenza della popolazione ebraica e secolare multiculturalismo, Kyiv rimane salda sopra le sue colline, da dove San Volodymyr continua ad osservare l’impetuoso scorrere dello Dnipro. L’appuntamento è all’Auditorium del Museo delle Navi Antiche (Arsenali Medicei, Lungarno Ranieri Simonelli 16) con ingresso libero e gratuito. L’immagine di Ввласенко (opera propria, CC BY-SA 3.0) ritrae il monumento dedicato a San Volodymyr a Kyiv protetto dai bombardamenti russi nel luglio del 2022.

MOST, prima Summer School di Memorial Italia: il nostro grazie.

Settembre 2025: si è di recente conclusa MOST. Memorial Open Society Talks, la prima Summer School di Memorial Italia a Palermo. È stata un’esperienza incredibile che ha lasciato molte tracce in tutt* noi. Cogliamo l’occasione per ringraziare in primo luogo i nostri partner, senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile: la loro generosità e ospitalità sono state impareggiabili. MoltiVolti ci ha ospitato il primo giorno, facendoci conoscere il quartiere Ballarò attraverso gli occhi dei migranti e raccontando come possono funzionare i progetti di accoglienza e inserimento nel contesto di Palermo. Il secondo giorno siamo stat* accolt* da Libera che ci ha ricordato cosa vuol dire fare memoria delle vittime innocenti di mafia e quanto sia importante assumersi la responsabilità del passato per cambiare il presente e quindi il futuro. I giorni successivi abbiamo discusso di guerra, confini e diritti umani nelle splendide sale di Palazzo Bonocore, grazie alla collaborazione con Coop Culture. Con gli amici di Gariwo abbiamo inaugurato, alla presenza delle autorità cittadine, una maiolica in memoria di Natal’ja Estemirova e parlato di diritti umani con Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans, e lo abbiamo fatto in un luogo simbolo della città, nel Giardino dei Giusti di Palermo. Grazie a Farm Cultural Park abbiamo organizzato la presentazione del libro di Victoria Amelina Guardando le donne guardare la guerra nel nuovo spazio dell’ex convento dei Crociferi che consigliamo a tutt* di visitare non appena aprirà al pubblico. L’ultimo giorno la Casa memoria Felicia e Peppino Impastato ci ha aperto le porte e ha condiviso con noi, attraverso lo sguardo e i ricordi della nipote Luisa, la storia di Peppino, la sua lotta per un mondo più giusto. Ringraziamo anche le Università di Verona e di Palermo per aver sostenuto questo percorso di formazione al di fuori del mondo accademico strettamente inteso. Le persone coinvolte in questi eventi sono tantissime e ci teniamo a nominarle tutte, perché, come Memorial insegna, ogni nome conta. Grazie, dunque a Giovanni Zinna (co-fondatore di MoltiVolti), Carmelo Pollichino (presidente di Libera Palermo), Florinda Saieva (presidente di Farm Cultural Park), Daniela Di Giovanni (Farm Cultural Park/Palazzo Bonocore), Filippo Parrino, Massimiliano Lombardo e Irene D’Asta (CoopCulture), Pino Apprendi (responsabile del Giardino dei Giusti di Palermo), Joshua Evangelista (Fondazione Gariwo), Luisa Impastato (Casa memoria Felicia e Peppino Impastato) e tutt* i e le volontarie che si mettono ogni giorno al servizio di questi progetti straordinari. Desideriamo inoltre esprimere il nostro ringraziamento agli ospiti che hanno animato le varie giornate: le riflessioni, i dibattiti, le idee nate nel corso delle giornate della Summer School sono state la prova più tangibile della necessità di un progetto come questo per generare nuove traiettorie di studio e comprensione dello spazio postsovietico. Grazie, dunque, a Daniele Artoni, Alessandro Achilli, Mykhailo Minakov, Alberto Masoero, Marco Puleri, Violetta Fitsner per avere condiviso le loro ricerche e analisi. Grazie ad Anna Zafesova, Eugenio Cau, Daniele Raineri e Yulia Trizna che hanno animato i workshop pomeridiani con momenti pratici, offrendo dialoghi aperti e condividendo testimonianze autentiche di lavoro sul campo. E infine un grazie di cuore a Malek che ci ha fatto conoscere Ballarò attraverso i suoi occhi da migrante e a Virginia Glorioso che ci ha svelato la bellezza e l’importanza della street art palermitana. Non contenti del poderoso lavoro mattutino e pomeridiano, con MOST abbiamo voluto offrire anche momenti di scambio con tutta la cittadinanza di Palermo per continuare a parlare e scoprire nuove prospettive sui temi affrontati nel resto della giornata.  Lo abbiamo potuto fare grazie a Igor Scalisi Palminteri, street artist di fama internazionale che ci ha raccontato come concepisce l’arte e il suo rapporto con la politica; Yaryna Grusha che ha condiviso con noi la storia della giornalista, poetessa e attivista ucraina Victoria Amelina, uccisa a Kramators’k il 1 luglio 2023; Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans in dialogo con Eugenio Cau per capire come funziona o dovrebbe funzionare l’accoglienza in mare; Enrico Baraldi, regista e co-fondatore di Kepler 452, e le attrici Susanna Acchiardi, Alice Conti, Anfisa Lazebna, Yuliia Mykhalchuk, Nataliia Mykhalchuk che hanno creato e portato in scena Non tre sorelle, uno spettacolo che ragiona su cosa voglia dire fare teatro in tempo di guerra e quanto arte, vita e politica siano intrecciate nella vita di ciascun* di noi; Oleg Orlov, nostro collega e amico di Memorial Italia, co-presidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, che ci ha spiegato il suo lavoro di attivista nel corso delle due guerre cecene, l’esperienza nel carcere come prigioniero politico e il suo attuale ruolo di contrasto alle violazioni dei diritti umani in Ucraina.

Palermo, 4 settembre 2025. Commemorazione di Natal’ja Estemirova a sedici anni dalla morte.

Il 15 luglio 2009 è stata uccisa Natal’ja Estemirova, attivista per i diritti umani e giornalista. Le circostanze della sua morte non sono ancora state chiarite. Estemirova era direttrice della sezione cecena del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial. Si è occupata di crimini di guerra, torture e rapimenti di civili durante la Seconda guerra cecena. In ricordo della nostra collega Natal’ja Estemirova, MOST Summer School di Memorial Italia (2-6 settembre 2025) sarà ospite di Alloro Fest, festival organizzato dal Giardino dei Giusti di Palermo. Il Giardino dei Giusti di Palermo è stato inaugurato il 25 febbraio 2008 in via Alloro, nel centro storico della città e nei pressi del vecchio quartiere ebraico della Moschita. Grazie alla collaborazione con Fondazione Gariwo il 4 settembre verrà posata nel Giardino una maiolica in ricordo dell’impegno di Natal’ja per i diritti umani, la libertà di informazione e la memoria degli oppressi. La cerimonia, aperta al pubblico, avrà luogo alle 17:30. Natal’ja Estemirova nasce il 28 febbraio 1958 nella città di Kamyšlov nella regione di Sverdlovsk in una famiglia di origine ceceno-russa. Si laurea in storia all’università di Groznyj e lavora come insegnante. Dopo la Prima guerra cecena si occupa di giornalismo, difesa dei diritti umani, assistenza agli ex prigionieri dei “centri di filtraggio” in Cecenia. Nell’autunno del 1999 Estemirova inizia a collaborare con il Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, lavora nella sede del Centro Memorial aperta a Groznyj, indaga su rapimenti e uccisioni di civili in Cecenia. Nel 2001 si avvicina alla giornalista Anna Politkovskaja e all’avvocato Stanislav Markelov. Dopo l’assassinio di Anna Politkovskaja inizia a scrivere per Novaja gazeta sotto pseudonimo. Estemirova documenta i crimini di guerra commessi dalle forze armate della Federazione Russa in Cecenia, i “rastrellamenti”, le esecuzioni sommarie di civili e gli attacchi indiscriminati sui centri abitati. Grazie al suo lavoro il mondo può vedere le immagini della cittadina di Novye Aldy, nei pressi di Groznyj, distrutta dalle forze armate della Federazione Russa, e può ascoltare le testimonianze degli abitanti. Il 5 febbraio 2000 le forze armate della Federazione Russa uccidono almeno 56 persone (secondo le informazioni del Centro Memorial) nel corso di un “rastrellamento” a Novye Aldy: anziani, donne e bambini. Tra le vittime non c’è nessun combattente. Si tratta di uno degli episodi più sanguinosi della Seconda guerra cecena. A venticinque anni dalla tragedia i colpevoli non sono ancora stati trovati né sono state individuate le responsabilità. Nel 2009 Estemirova torna a Novye Aldy per parlare con gli abitanti. Nell’occasione viene girato Aldy. Bez sroka davnosti (Aldy. Non c’è prescrizione), documentario del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, che uscirà dopo la morte di Natal’ja. Grazie alle inchieste di Estemirova si apprende anche del bombardamento sul paese di Rigach, avvenuto l’8 aprile 2004, nel corso del quale muoiono una donna e i suoi cinque bambini. Le forze armate della Federazione Russa negano i fatti. Estemirova fotografa le conseguenze del bombardamento, le case distrutte, i frammenti della bomba con la marcatura. Di propria iniziativa gli abitanti aprono la tomba per permetterle di fotografare e riprendere i cadaveri. Si apre un procedimento penale, ma il processo non viene istituito. Estemirova fa parte della Commissione di ispezione carceraria, per un mese presiede il Consiglio pubblico di Groznyj, ma il presidente ceceno Ramzan Kadyrov la “dispensa” dall’incarico. Due volte, dopo avere avuto una “conversazione” con il presidente ceceno che la minaccia personalmente, Natal’ja lascia per alcuni mesi la Russia, ma poi fa ritorno in Cecenia. La mattina del 15 luglio 2009 ignoti rapiscono Natal’ja Estemirova nei pressi della sua abitazione a Groznyj. Lo stesso giorno il suo cadavere viene ritrovato intorno alle tre di pomeriggio in Inguscezia, nella località di Gazi-Jurt. Il corpo di Natal’ja riporta ferite da arma da fuoco al torace e alla testa. Il funerale di Natal’ja Estemirova si tiene a Groznyj il giorno successivo. Partecipano centinaia di persone. I mandanti, gli organizzatori e gli esecutori dell’omicidio non sono ancora stati individuati. La versione ufficiale dell’istruttoria, grossolanamente prefabbricata, parla di “vendetta dei combattenti”. Natal’ja Estemirova sul ruolo dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani in situazioni di guerra: “Capisci che la forza è impari: la forza sta dalla parte dei cannoni e un giornalista ha solo l’arma della parola. E vedi che le persone hanno priorità differenti. I giornali e le persone istruite dicono che stiamo con i separatisti, con i combattenti, ma per gli abitanti dei villaggi di montagna la cosa importante è non essere ammazzati. Lo devo dire, sono una pacifista assoluta, sono contro la guerra in ogni forma, senza alcuna riserva. Sono contro l’avere un’arma in casa: di sicuro sparerà e di certo non salverà nessuno. Da noi il pacifismo non è popolare. E non lo è nemmeno la difesa dei diritti umani. Ma questo non significa che la situazione sia disperata. Lo ripeto, più di una volta nella mia esperienza ho visto che proprio la parola è stata più che efficace, soprattutto quando si sono unite le voci di giornalisti di provenienza diversa, di paesi diversi”.  

Palermo, 2-6 settembre 2025. Summer School MOST: Memorial Open Society Talks.

A Palermo dal 2 al 6 settembre 2025 Memorial Italia promuove MOST. Memorial Open Society Talks. MOST è una Summer School pensata per studenti e studentesse e giovani giornalisti/e che vogliono approfondire ed esplorare temi trasversali come l’identità, i diritti umani, i regimi politici e la memoria storica nella vasta e complessa area sociopolitica sorta dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che va dall’Europa Orientale fino all’Estremo Oriente. Perché MOST? L’aggressione militare russa in Ucraina ha indubbiamente riportato al centro del dibattito pubblico italiano un momento di intenso confronto intorno al significato di alcune categorie politiche e culturali universali: nazione e impero; identità e ideologia; democrazia e autocrazia; e, infine, guerra e pace. Tuttavia, nel linguaggio dei media questa nuova tensione si è trasformata molto spesso in una marcata polarizzazione ideologica che ha rivelato, nel corso degli ultimi anni, un certo livello di astrazione e, in misura ancora più evidente, una carenza di base: molti di coloro che scrivono di storia, società e politica ucraina e russa non hanno alcuna conoscenza dei territori e delle culture dei paesi su cui offrono ampie riflessioni. MOST vuole fornire uno spazio libero e indipendente di formazione e scambio, di analisi e approfondimento. L’ambizione è quella di creare una rete di giovani studiosi/e e giornalisti/e che possano contribuire all’elaborazione di nuovi linguaggi per articolare nel dibattito pubblico italiano un’informazione consapevole: l’intento è aiutare a comprendere non solo quanto avviene oggi in Ucraina, ma anche il significato profondo di eredità storiche, retaggi culturali e dinamiche politiche di lunga durata che hanno caratterizzato la formazione di una regione ampia e complessa come l’area post-sovietica. Cosa è MOST? In molte lingue slave MOST significa ponte, uno spazio di raccordo tra culture e storie. MOST nasce come un vero e proprio laboratorio di idee volto a stimolare il confronto tra i diversi linguaggi con cui oggi possiamo approfondire la conoscenza di un’area geografica tormentata di cui si continua ad avere una conoscenza superficiale e in molti casi prevenuta. MOST è una Summer School pensata per studenti e studentesse e giovani giornalisti/e che vogliono approfondire ed esplorare temi trasversali come l’identità, i diritti umani, i regimi politici e la memoria storica in quella vasta e complessa area sociopolitica sorta dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che va dall’Europa Orientale fino all’Estremo Oriente. MOST è costruita intorno a 5 giornate, ognuna delle quali è dedicata a un macrotema diverso. Lingua, identità e cultura: come si relazionano tra loro dinamiche linguistiche e appartenenze identitarie e culturali? Quali sono le radici storiche dell’Ucraina di oggi? Società civile e istituzioni politiche: qual è il ruolo della società civile nel fungere da contrappeso ai regimi politici? In cosa i regimi politici sorti nell’area nel corso degli ultimi decenni differiscono dalle democrazie occidentali?Guerra e confini: come comprendere il grado di contestazione dei confini politici nella regione nel corso degli ultimi trentacinque anni? Quali eredità storiche e pratiche politiche influiscono sulla loro politicizzazione e sull’emergere di nuovi conflitti?  Diritti umani e giornalismo: come si è evoluta la situazione dei diritti umani e la lotta per il loro rispetto dalla caduta dell’Unione Sovietica a oggi? Chi sono i difensori dei diritti umani nella Federazione Russa? Come hanno concepito il proprio lavoro e quali sfide stanno affrontando? Come ha funzionato dagli anni Novanta a oggi il sistema giuridico in Cecenia, Daghestan, Inguscezia? Memoria storica: perché la memoria, individuale e collettiva, svolge oggi un ruolo fondamentale nel processo di autoidentificazione e nella mobilitazione sociale delle nuove comunità politiche? Chi ‘fa’ MOST? MOST vuole essere un importante momento di incontro tra la comunità scientifica che si occupa a vari livelli di spazio post-sovietico e il mondo del giornalismo e della comunicazione. Per questo motivo abbiamo invitato studiosi/e ed esperte d’area come le giuriste del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial e giornalisti/e affermati/e come Anna Zafesova (La Stampa, Linkiesta), Eugenio Cau (Il Post) e Daniele Raineri (Il Post), per imparare a maneggiare gli strumenti propri dei rispettivi settori e a sperimentare nuovi linguaggi. Il programma completo prevede lezioni, workshop, tavole rotonde, presentazioni e incontri, spettacoli teatrali, commemorazioni, visite e attività culturali. Come unirsi a MOST? Se sei interessato/a ai temi di cui discutiamo a MOST, vuoi far parte di una rete di giovani studiosi/e e giornalisti/e e conoscere da vicino i relatori e le relatrici dei vari incontri, puoi inviare la tua candidatura entro il 20 giugno all’indirizzo email most@memorialitalia.it allegando un tuo breve CV e una lettera motivazionale (max 400 parole) in cui ci racconti dei tuoi interessi e delle tue aspettative. Durante le giornate della Summer School i costi dell’alloggio sono interamente coperti: ci ospita la Casa di Accoglienza il Carmine Maggiore, nel cuore del centro storico di Palermo. Le spese di viaggio e vitto sono a carico dei partecipanti. La quota di partecipazione, utile a contribuire alle spese organizzative, è di €150. Il pagamento viene effettuato dai partecipanti successivamente alla comunicazione di avvenuta selezione. Perché Palermo? Abbiamo scelto Palermo come sede di MOST perché è una città per molti versi di confine, con un passato ricco di memorie intrecciate e un presente in cui la lotta per i diritti umani è parte viva del tessuto urbano. La collaborazione con alcune associazioni presenti nel territorio, come Libera contro le mafie, impegnata da decenni nella lotta alle mafie e nel ricordo delle vittime innocenti, ci permette di affrontare temi cari a Memorial Italia da una prospettiva molto diversa da quella post-sovietica, ma che presenta tante affinità. La presenza di realtà come MoltiVolti, impresa sociale dedicata all’inclusione, alla convivenza e al dialogo tra persone portatrici di culture diverse, consente di tracciare altri fili rossi nelle questioni che riguardano l’identità, i confini, le migrazioni. In vista della nostra prima Summer School abbiamo inoltre voluto chiedere ai nostri partner per quale motivo abbiano ritenuto importante la collaborazione con Memorial Italia. Ci hanno voluto rispondere Violetta Fitsner e Yulia Trizna del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, il presidente di Libera Palermo Carmelo Pollichino, Joshua Evangelista di Fondazione Gariwo e… Continua a leggere Palermo, 2-6 settembre 2025. Summer School MOST: Memorial Open Society Talks.

5 agosto 2025. Giornata dedicata al ricordo delle vittime delle “operazioni nazionali”.

Il 31 luglio del 1937 fu firmato il famigerato ordine operativo n. 00447 “Operazione di repressione di ex kulaki, criminali e altri elementi antisovietici” dell’NKVD dell’URSS. L’ordine n. 00447 è spesso considerato il punto di avvio del Grande terrore. È tuttavia necessario precisare che le repressioni sono collegate anche ad altri ordini come il n. 00439 che di fatto segna l’inizio delle cosiddette operazioni nazionali dell’NKVD. Si tratta di repressioni svolte su tutto il territorio dell’URSS, pianificate in anticipo e attuate con regolarità ai danni dei membri di gruppi etnici “stranieri”: polacchi, tedeschi, finlandesi, careliani, lettoni, greci e molti altri. In totale si contano almeno undici operazioni di questo genere di cui sono vittima oltre 240.000 persone, in gran parte fucilate. È inoltre importante ricordare le “misure precauzionali” che il governo sovietico attua già a partire dal 1936, per esempio la risoluzione del Politburo “Misure per proteggere l’URSS dalla penetrazione di elementi di spionaggio, terrorismo e sabotaggio”. Nikita Ochotin e Arsenij Roginskij ne hanno scritto in russo nell’articolo “Il Grande terrore”: 1937-1938. Breve cronaca. Il 5 agosto del 1937 tutte le sezioni locali dell’NKVD ricevettero l’ordine n. 00447 ed è per questo motivo che il 5 agosto è la giornata in cui nella Federazione Russa si commemorano le vittime del Grande terrore. Anche quest’anno dunque, come ogni anno, Memorial propone di commemorare le vittime delle “operazioni nazionali”. È possibile inviare foto e video degli oggetti che i cittadini depongono presso i monumenti dedicati alle vittime della repressione – fiori, candele, messaggi – o raccontare di altre iniziative commemorative. Il 5 agosto Memorial condividerà sui suoi canali social i materiali ricevuti. Memory activism: Memorial e l’attivismo della memoria. Come Memorial Italia cogliamo l’occasione per ricordare il documentario Il diritto alla memoria di Ljudmila Gordon. Il diritto alla memoria è un ritratto cinematografico documentale dello storico Arsenij Roginskij (1946-2017), un monologo-confessione su di sé, il proprio paese, il suo passato, presente e futuro. Tra i fondatori di Memorial e per molti anni presidente dell’associazione, storico di altissimo profilo, dissidente e prigioniero politico, Roginskij era un formidabile narratore. Un anno prima di morire riflette, per la prima volta davanti a una telecamera, su questioni intime ed essenziali: la sua nascita in un lager sovietico e la morte del padre in una prigione staliniana, l’essenza del Terrore di massa, il dovere dello storico e le ragioni per cui i russi respingono la memoria del passato totalitario del proprio paese. I genitori hanno interrotto i rapporti con i figli, i mariti con le mogli, le sorelle con i fratelli. In questo documentario il regista esplora esempi di questi conflitti, ponendo l’accento sia sulla impressionante efficacia della propaganda del Cremlino, sia sul dolore che la frattura causa nelle vite dei singoli.

8 luglio 2025. Perquisizioni e arresti per Revol’t Centr a Syktyvkar.

Ultimo aggiornamento al 10 luglio 2025. Come riferisce la testata indipendente 7×7 Gorizontal’naja Rossija, già il 10 luglio il tribunale di Syktyvkar ha rilasciato Dar’ja Černyšova, direttrice di Revol’t Centr, cui è stato tuttavia vietato di accedere alla sede di Revol’t Centr, comunicare con i testimoni del caso e con i collaboratori di Revol’t Centr e 7×7 Gorizontal’naja Rossija. Le è stato inoltre vietato l’utilizzo di Internet e telefono. * * * Ieri, martedì 8 luglio 2025, a Syktyvkar, capoluogo della Repubblica dei Komi nella Russia europea nordoccidentale, le forze dell’ordine hanno perquisito i collaboratori e i locali di Revol’t Centr, spazio culturale indipendente dedicato a Revol’t Pimenov, matematico e dissidente, tra i fondatori di Memorial Komi e del movimento Memorial stesso, scomparso nel 1990. È stata perquisita anche l’abitazione di Igor’ Sažin (nella foto), come Pimenov tra i fondatori di Memorial Komi. Sažin è stato prelevato e quindi interrogato in qualità di testimone. Inoltre, nel corso della mattina, attivisti, difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati perquisiti e interrogati a Petrozavodsk, Kaliningrad, Novgorod, Irkutsk e Joškar-Ola: alcune di queste perquisizioni sembrano essere collegate a quella svolta presso Revol’t Centr. Così si è espresso Memorial Komi: Nella mattina dell’8 luglio 2025 le forze dell’ordine hanno effettuato perquisizioni ingiustificate nei confronti dei collaboratori dello spazio culturale indipendente Revol’t Centr a Syktyvkar. Non esiste alcuna spiegazione di carattere pubblico circa le motivazioni di queste perquisizioni. Riteniamo illecite tali azioni. Revol’t Centr è uno spazio culturale che ospita fiere del libro, conferenze di storia, mostre fotografiche e molto altro. Per tutti noi Revol’t Centr promuove i valori della libertà, della creatività e dell’amore per la nostra città! Condividiamo le parole di solidarietà, sostegno e gratitudine di Memorial: per noi Revol’t Centr è simbolo di libertà e intraprendenza nella terra del Gulag, simbolo di memoria e superamento delle difficoltà, ma anche simbolo di una natura fatta di erica, muschio e licheni. Come riportato dalla testata giornalistica indipendente Vot Tak, in seguito alle perquisizioni è stata arrestata Dar’ja Černyšova, direttrice di Revol’t Centr, accusata di avere violato le norme previste in quanto agente straniera. In realtà Černyšova non è mai stata iscritta nel cosiddetto registro degli agenti stranieri, ma nel 2023 è stato iscritto nel registro il portale d’informazione indipendente 7×7 Gorizontal’naja Rossija con il quale Černyšova ha collaborato fino al 2022. Contestualmente è stato avviato un procedimento per tradimento della patria nei confronti di Pavel Andreev. Andreev, oltre a essere uno dei creatori di 7×7 Gorizontal’naja Rossija e di Revol’t Centr, è anche uno degli attivisti di spicco di Memorial, essendo stato membro del consiglio direttivo di Memorial Internazionale fino alla sua chiusura imposta dal governo russo nel 2022. Il nostro collega al momento non si trova nella Federazione Russa.