L’iniziativa T4P Tribunal for Putin nasce ufficialmente il 24 marzo 2022 ed è sostenuta da tre delle maggiori organizzazioni ucraine che si occupano di difesa dei diritti umani: Kharkiv Human Rights Protection Group, nota anche come Memorial Ucraina; Ukrains’ka Gel’sins’ka spilka z prav ljudini (Unione ucraina di Helsinki per i diritti umani); Center for Civil Liberties. L’iniziativa T4P L’iniziativa globale T4P Tribunal for Putin nasce in risposta all’intervento militare su vasta scala della Federazione Russa contro l’Ucraina del febbraio 2022. I partecipanti all’iniziativa documentano gli eventi che contengono elementi di crimini secondo quanto indicato dallo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, ad esempio genocidi, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, e che stanno avendo luogo in tutte le regioni dell’Ucraina. L’iniziativa cerca di usare i meccanismi esistenti dell’ONU, del Consiglio di Europa, dell’OSCE, dell’UE e della Corte penale internazionale per prevenire questi crimini violenti e chiamare in giudizio i colpevoli. Gli aderenti all’iniziativa ritengono che i crimini attualmente perpetrati dalla Federazione Russa derivino dalla mancata condanna dei crimini da essa compiuti in passato. Metodologia di T4P Poiché la Federazione Russa è in guerra con l’Ucraina dal 2014, le ONG ucraine hanno già acquisito esperienza nel documentare i crimini di guerra durante le ostilità in Ucraina orientale. Per documentare gli eventi i collaboratori delle ONG monitorano le fonti aperte (social media, notiziari dei mass media, annunci delle autorità) alla ricerca di informazioni su un evento specifico che presenti caratteristiche di crimine di guerra (attacco a un sito residenziale, uccisione di civili, torture e altri crimini così come descritti nello Statuto di Roma). La raccolta dei dati avviene anche direttamente tramite testimoni e vittime dei crimini. Dopo la verifica i dati vengono inseriti singolarmente nel database dell’iniziativa, come caso reale. La priorità viene data alla ricerca di file multimediali e dati personali che possono poi essere verificati attraverso l’Open Source Intelligence (OSINT). Laddove possibile, i collaboratori delle ONG aderenti all’iniziativa raccolgono i dati sul campo, riprendono le distruzioni con l’ausilio di droni, intervistano personalmente i testimoni oculari. I dati contenuti nel database di statistica interattiva sono segreti e i dati personali sono crittografati ulteriormente, ma sono disponibili per la visione. Per visionare i dati su casi concreti conservati nel database dell’iniziativa è necessario inviare una richiesta. Ciò che rende unico l’approccio di T4P è che documenta regione per regione. Ciascuna delle organizzazioni aderenti segue una determinata zona dell’Ucraina, di solito quella in cui le organizzazioni sono già operative da anni e quindi conoscono le peculiarità locali geografiche o di altro tipo. In alcune zone T4P ha superato il governo ucraino o le organizzazioni internazionali nel campo della raccolta dei dati sui crimini di guerra. Chi finanzia T4P? L’iniziativa T4P non ha un proprio budget o un finanziamento continuo. Ciascuna delle organizzazioni aderenti lavora per proprio conto, usando il budget ottenuto dai finanziamenti di organizzazioni e fondi internazionali, nonché da donazioni individuali. Per esempio il sito T4P è stato creato da Kharkiv Human Rights Protection Group grazie al sostegno finanziario dell’Unione Europea. Il sito T4P Tribunal for Putin è disponibile in numerose lingue tra cui anche l’italiano e pubblica con regolarità articoli e aggiornamenti dedicati alle attività svolte.
Categoria: Approfondimenti: Attualità
MOST, prima Summer School di Memorial Italia: il nostro grazie.
Settembre 2025: si è di recente conclusa MOST. Memorial Open Society Talks, la prima Summer School di Memorial Italia a Palermo. È stata un’esperienza incredibile che ha lasciato molte tracce in tutt* noi. Cogliamo l’occasione per ringraziare in primo luogo i nostri partner, senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile: la loro generosità e ospitalità sono state impareggiabili. MoltiVolti ci ha ospitato il primo giorno, facendoci conoscere il quartiere Ballarò attraverso gli occhi dei migranti e raccontando come possono funzionare i progetti di accoglienza e inserimento nel contesto di Palermo. Il secondo giorno siamo stat* accolt* da Libera che ci ha ricordato cosa vuol dire fare memoria delle vittime innocenti di mafia e quanto sia importante assumersi la responsabilità del passato per cambiare il presente e quindi il futuro. I giorni successivi abbiamo discusso di guerra, confini e diritti umani nelle splendide sale di Palazzo Bonocore, grazie alla collaborazione con Coop Culture. Con gli amici di Gariwo abbiamo inaugurato, alla presenza delle autorità cittadine, una maiolica in memoria di Natal’ja Estemirova e parlato di diritti umani con Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans, e lo abbiamo fatto in un luogo simbolo della città, nel Giardino dei Giusti di Palermo. Grazie a Farm Cultural Park abbiamo organizzato la presentazione del libro di Victoria Amelina Guardando le donne guardare la guerra nel nuovo spazio dell’ex convento dei Crociferi che consigliamo a tutt* di visitare non appena aprirà al pubblico. L’ultimo giorno la Casa memoria Felicia e Peppino Impastato ci ha aperto le porte e ha condiviso con noi, attraverso lo sguardo e i ricordi della nipote Luisa, la storia di Peppino, la sua lotta per un mondo più giusto. Ringraziamo anche le Università di Verona e di Palermo per aver sostenuto questo percorso di formazione al di fuori del mondo accademico strettamente inteso. Le persone coinvolte in questi eventi sono tantissime e ci teniamo a nominarle tutte, perché, come Memorial insegna, ogni nome conta. Grazie, dunque a Giovanni Zinna (co-fondatore di MoltiVolti), Carmelo Pollichino (presidente di Libera Palermo), Florinda Saieva (presidente di Farm Cultural Park), Daniela Di Giovanni (Farm Cultural Park/Palazzo Bonocore), Filippo Parrino, Massimiliano Lombardo e Irene D’Asta (CoopCulture), Pino Apprendi (responsabile del Giardino dei Giusti di Palermo), Joshua Evangelista (Fondazione Gariwo), Luisa Impastato (Casa memoria Felicia e Peppino Impastato) e tutt* i e le volontarie che si mettono ogni giorno al servizio di questi progetti straordinari. Desideriamo inoltre esprimere il nostro ringraziamento agli ospiti che hanno animato le varie giornate: le riflessioni, i dibattiti, le idee nate nel corso delle giornate della Summer School sono state la prova più tangibile della necessità di un progetto come questo per generare nuove traiettorie di studio e comprensione dello spazio postsovietico. Grazie, dunque, a Daniele Artoni, Alessandro Achilli, Mykhailo Minakov, Alberto Masoero, Marco Puleri, Violetta Fitsner per avere condiviso le loro ricerche e analisi. Grazie ad Anna Zafesova, Eugenio Cau, Daniele Raineri e Yulia Trizna che hanno animato i workshop pomeridiani con momenti pratici, offrendo dialoghi aperti e condividendo testimonianze autentiche di lavoro sul campo. E infine un grazie di cuore a Malek che ci ha fatto conoscere Ballarò attraverso i suoi occhi da migrante e a Virginia Glorioso che ci ha svelato la bellezza e l’importanza della street art palermitana. Non contenti del poderoso lavoro mattutino e pomeridiano, con MOST abbiamo voluto offrire anche momenti di scambio con tutta la cittadinanza di Palermo per continuare a parlare e scoprire nuove prospettive sui temi affrontati nel resto della giornata. Lo abbiamo potuto fare grazie a Igor Scalisi Palminteri, street artist di fama internazionale che ci ha raccontato come concepisce l’arte e il suo rapporto con la politica; Yaryna Grusha che ha condiviso con noi la storia della giornalista, poetessa e attivista ucraina Victoria Amelina, uccisa a Kramators’k il 1 luglio 2023; Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans in dialogo con Eugenio Cau per capire come funziona o dovrebbe funzionare l’accoglienza in mare; Enrico Baraldi, regista e co-fondatore di Kepler 452, e le attrici Susanna Acchiardi, Alice Conti, Anfisa Lazebna, Yuliia Mykhalchuk, Nataliia Mykhalchuk che hanno creato e portato in scena Non tre sorelle, uno spettacolo che ragiona su cosa voglia dire fare teatro in tempo di guerra e quanto arte, vita e politica siano intrecciate nella vita di ciascun* di noi; Oleg Orlov, nostro collega e amico di Memorial Italia, co-presidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, che ci ha spiegato il suo lavoro di attivista nel corso delle due guerre cecene, l’esperienza nel carcere come prigioniero politico e il suo attuale ruolo di contrasto alle violazioni dei diritti umani in Ucraina.
Silvia Stöber: “La disinformazione russa fa breccia in Germania. Se AfD guadagna potere è un rischio serio”
Intervista con la giornalista investigativa sulla propaganda e sulle violenze russe in Ue: “Oggi c’è una maggiore sensibilità, ma non è sufficiente per combattere adeguatamente la disinformazione. E gli effetti sulla popolazione tedesca sono percepibili. Lo si nota già ascoltando amici e parenti. Questo vale sia nella Germania orientale che in quella occidentale”.
Palermo, 4 settembre 2025. Commemorazione di Natal’ja Estemirova a sedici anni dalla morte.
Il 15 luglio 2009 è stata uccisa Natal’ja Estemirova, attivista per i diritti umani e giornalista. Le circostanze della sua morte non sono ancora state chiarite. Estemirova era direttrice della sezione cecena del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial. Si è occupata di crimini di guerra, torture e rapimenti di civili durante la Seconda guerra cecena. In ricordo della nostra collega Natal’ja Estemirova, MOST Summer School di Memorial Italia (2-6 settembre 2025) sarà ospite di Alloro Fest, festival organizzato dal Giardino dei Giusti di Palermo. Il Giardino dei Giusti di Palermo è stato inaugurato il 25 febbraio 2008 in via Alloro, nel centro storico della città e nei pressi del vecchio quartiere ebraico della Moschita. Grazie alla collaborazione con Fondazione Gariwo il 4 settembre verrà posata nel Giardino una maiolica in ricordo dell’impegno di Natal’ja per i diritti umani, la libertà di informazione e la memoria degli oppressi. La cerimonia, aperta al pubblico, avrà luogo alle 17:30. Natal’ja Estemirova nasce il 28 febbraio 1958 nella città di Kamyšlov nella regione di Sverdlovsk in una famiglia di origine ceceno-russa. Si laurea in storia all’università di Groznyj e lavora come insegnante. Dopo la Prima guerra cecena si occupa di giornalismo, difesa dei diritti umani, assistenza agli ex prigionieri dei “centri di filtraggio” in Cecenia. Nell’autunno del 1999 Estemirova inizia a collaborare con il Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, lavora nella sede del Centro Memorial aperta a Groznyj, indaga su rapimenti e uccisioni di civili in Cecenia. Nel 2001 si avvicina alla giornalista Anna Politkovskaja e all’avvocato Stanislav Markelov. Dopo l’assassinio di Anna Politkovskaja inizia a scrivere per Novaja gazeta sotto pseudonimo. Estemirova documenta i crimini di guerra commessi dalle forze armate della Federazione Russa in Cecenia, i “rastrellamenti”, le esecuzioni sommarie di civili e gli attacchi indiscriminati sui centri abitati. Grazie al suo lavoro il mondo può vedere le immagini della cittadina di Novye Aldy, nei pressi di Groznyj, distrutta dalle forze armate della Federazione Russa, e può ascoltare le testimonianze degli abitanti. Il 5 febbraio 2000 le forze armate della Federazione Russa uccidono almeno 56 persone (secondo le informazioni del Centro Memorial) nel corso di un “rastrellamento” a Novye Aldy: anziani, donne e bambini. Tra le vittime non c’è nessun combattente. Si tratta di uno degli episodi più sanguinosi della Seconda guerra cecena. A venticinque anni dalla tragedia i colpevoli non sono ancora stati trovati né sono state individuate le responsabilità. Nel 2009 Estemirova torna a Novye Aldy per parlare con gli abitanti. Nell’occasione viene girato Aldy. Bez sroka davnosti (Aldy. Non c’è prescrizione), documentario del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, che uscirà dopo la morte di Natal’ja. Grazie alle inchieste di Estemirova si apprende anche del bombardamento sul paese di Rigach, avvenuto l’8 aprile 2004, nel corso del quale muoiono una donna e i suoi cinque bambini. Le forze armate della Federazione Russa negano i fatti. Estemirova fotografa le conseguenze del bombardamento, le case distrutte, i frammenti della bomba con la marcatura. Di propria iniziativa gli abitanti aprono la tomba per permetterle di fotografare e riprendere i cadaveri. Si apre un procedimento penale, ma il processo non viene istituito. Estemirova fa parte della Commissione di ispezione carceraria, per un mese presiede il Consiglio pubblico di Groznyj, ma il presidente ceceno Ramzan Kadyrov la “dispensa” dall’incarico. Due volte, dopo avere avuto una “conversazione” con il presidente ceceno che la minaccia personalmente, Natal’ja lascia per alcuni mesi la Russia, ma poi fa ritorno in Cecenia. La mattina del 15 luglio 2009 ignoti rapiscono Natal’ja Estemirova nei pressi della sua abitazione a Groznyj. Lo stesso giorno il suo cadavere viene ritrovato intorno alle tre di pomeriggio in Inguscezia, nella località di Gazi-Jurt. Il corpo di Natal’ja riporta ferite da arma da fuoco al torace e alla testa. Il funerale di Natal’ja Estemirova si tiene a Groznyj il giorno successivo. Partecipano centinaia di persone. I mandanti, gli organizzatori e gli esecutori dell’omicidio non sono ancora stati individuati. La versione ufficiale dell’istruttoria, grossolanamente prefabbricata, parla di “vendetta dei combattenti”. Natal’ja Estemirova sul ruolo dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani in situazioni di guerra: “Capisci che la forza è impari: la forza sta dalla parte dei cannoni e un giornalista ha solo l’arma della parola. E vedi che le persone hanno priorità differenti. I giornali e le persone istruite dicono che stiamo con i separatisti, con i combattenti, ma per gli abitanti dei villaggi di montagna la cosa importante è non essere ammazzati. Lo devo dire, sono una pacifista assoluta, sono contro la guerra in ogni forma, senza alcuna riserva. Sono contro l’avere un’arma in casa: di sicuro sparerà e di certo non salverà nessuno. Da noi il pacifismo non è popolare. E non lo è nemmeno la difesa dei diritti umani. Ma questo non significa che la situazione sia disperata. Lo ripeto, più di una volta nella mia esperienza ho visto che proprio la parola è stata più che efficace, soprattutto quando si sono unite le voci di giornalisti di provenienza diversa, di paesi diversi”.
Armenia-Azerbaijan: se vera pace sarà, non sarà per tutti
Show mediatico a parte – e pur con tutta la condivisibile cautela espressa da diversi analisti – l’accordo siglato a Washington è un passo importante di un percorso avviato dalla diplomazia dei due stati del Caucaso meridionale già prima dell’arrivo al potere di Trump. Se si rivelerà solo di un pessimo spettacolo, è presto per dirlo. C’è però un primo elemento, certamente negativo.
La fame di espansione della Russia e il malinteso diffuso sulla politica estera di Mosca
L’aggressione russa all’Ucraina non è una reazione al comportamento dell’Occidente, ma ha cause storiche, ideologiche, culturali e politiche interne alla Russia. Affonda le sue radici nelle tradizioni imperiali russe, nei meccanismi di legittimazione politica interna, nelle ambizioni geostrategiche e nelle rivendicazioni irredentiste sui territori dell’Impero zarista e dell’Unione Sovietica.
Recita a soggetto. Trump è un attore nel teatro negoziale di Putin
Gli Stati Uniti hanno imparato poco dall’inutilità dei loro intensi negoziati diplomatici con la Russia e dalla continua moderazione politica nei confronti di Mosca. Ma la questione fondamentale sarà fino a che punto Trump condividerà l’interpretazione di Putin delle cause, della natura e del significato della guerra di aggressione di Mosca.
5 agosto 2025. Giornata dedicata al ricordo delle vittime delle “operazioni nazionali”.
Il 31 luglio del 1937 fu firmato il famigerato ordine operativo n. 00447 “Operazione di repressione di ex kulaki, criminali e altri elementi antisovietici” dell’NKVD dell’URSS. L’ordine n. 00447 è spesso considerato il punto di avvio del Grande terrore. È tuttavia necessario precisare che le repressioni sono collegate anche ad altri ordini come il n. 00439 che di fatto segna l’inizio delle cosiddette operazioni nazionali dell’NKVD. Si tratta di repressioni svolte su tutto il territorio dell’URSS, pianificate in anticipo e attuate con regolarità ai danni dei membri di gruppi etnici “stranieri”: polacchi, tedeschi, finlandesi, careliani, lettoni, greci e molti altri. In totale si contano almeno undici operazioni di questo genere di cui sono vittima oltre 240.000 persone, in gran parte fucilate. È inoltre importante ricordare le “misure precauzionali” che il governo sovietico attua già a partire dal 1936, per esempio la risoluzione del Politburo “Misure per proteggere l’URSS dalla penetrazione di elementi di spionaggio, terrorismo e sabotaggio”. Nikita Ochotin e Arsenij Roginskij ne hanno scritto in russo nell’articolo “Il Grande terrore”: 1937-1938. Breve cronaca. Il 5 agosto del 1937 tutte le sezioni locali dell’NKVD ricevettero l’ordine n. 00447 ed è per questo motivo che il 5 agosto è la giornata in cui nella Federazione Russa si commemorano le vittime del Grande terrore. Anche quest’anno dunque, come ogni anno, Memorial propone di commemorare le vittime delle “operazioni nazionali”. È possibile inviare foto e video degli oggetti che i cittadini depongono presso i monumenti dedicati alle vittime della repressione – fiori, candele, messaggi – o raccontare di altre iniziative commemorative. Il 5 agosto Memorial condividerà sui suoi canali social i materiali ricevuti. Memory activism: Memorial e l’attivismo della memoria. Come Memorial Italia cogliamo l’occasione per ricordare il documentario Il diritto alla memoria di Ljudmila Gordon. Il diritto alla memoria è un ritratto cinematografico documentale dello storico Arsenij Roginskij (1946-2017), un monologo-confessione su di sé, il proprio paese, il suo passato, presente e futuro. Tra i fondatori di Memorial e per molti anni presidente dell’associazione, storico di altissimo profilo, dissidente e prigioniero politico, Roginskij era un formidabile narratore. Un anno prima di morire riflette, per la prima volta davanti a una telecamera, su questioni intime ed essenziali: la sua nascita in un lager sovietico e la morte del padre in una prigione staliniana, l’essenza del Terrore di massa, il dovere dello storico e le ragioni per cui i russi respingono la memoria del passato totalitario del proprio paese. I genitori hanno interrotto i rapporti con i figli, i mariti con le mogli, le sorelle con i fratelli. In questo documentario il regista esplora esempi di questi conflitti, ponendo l’accento sia sulla impressionante efficacia della propaganda del Cremlino, sia sul dolore che la frattura causa nelle vite dei singoli.
Cosa stiamo difendendo in Ucraina
La guerra tra Russia e Ucraina è solo uno dei trend distruttivi nell’ordine internazionale odierno. Tuttavia, l’esito contribuirà a determinare quale direzione prenderà il mondo.
18 luglio 2025. Stop alla propaganda russa in EU: appelli alle istituzioni.
Stop alla propaganda russa in EU: premi Nobel, artisti e cittadini scrivono a Ursula von der Leyen, Memorial Italia chiede ai presidenti di Camera e Senato di istituire una commissione speciale. Oggi, 18 luglio 2025, Memorial Italia ha consegnato due lettere per chiedere alle istituzioni europee e italiane di adoperarsi per interrompere il dilagare della propaganda russa in Europa. La prima lettera, indirizzata a Ursula von der Leyen e a Vincenzo De Luca, chiede non solo la cancellazione del concerto del 27 luglio a Caserta diretto da Valery Gergiev, ma anche l’istituzione di un’inchiesta sull’utilizzo di fondi pubblici per eventi legati alla propaganda russa nel territorio dell’Unione Europea e la promozione di un fondo culturale dedicato agli artisti che si oppongono al regime putiniano. La petizione è stata sottoscritta da più di 700 persone in poco meno di un giorno: tra i firmatari illustri figurano Oleksandra Matviichuk (direttrice del Centro per le Libertà Civili di Kiev, Premio Nobel per la pace 2022), Oleg Orlov, Svetlana Gannushkina e Irina Scerbakova di Memorial (Premio Nobel per la pace 2022), gli scrittori Herta Müller (Premio Nobel per la letteratura 2009), Jonathan Littell (Prix Goncourt 2006) e Mikhail Shishkin (Russian Booker Prize 2000), il coreografo Alexei Ratmansky (New York City Ballet, Dutch National Ballet), la storica Anna Foa (Premio Strega saggistica 2025), i direttori d’orchestra Michail Agrest e Nazar Kozhukhar, il regista d’opera Eugene Lavrenchuk, i violinisti Misha Nodelman e Michel Gershwin, la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, i deputati Lia Quartapelle, Benedetto Della Vedova e Federica Onori, gli scienziati Eugene Koonin e Igor Aizenberg, la regista Helga Landauer, il collezionista d’arte Marat Gelman, gli studiosi Mikhail Epstein, Nicolas Werth, Andrea Graziosi, Lara Lempert e Gian Piero Piretto, il biologo Eugene Koonin e il matematico e informatico Igor Aizenberg. Numerose anche le firme delle associazioni dedicate alla difesa dei diritti umani: Ivar Dale (Norwegian Helsinki Committee), Eleonora Mongelli (Federazione Italiana Diritti Umani), Leonid Sudalenko (Vjasna, Belarus, l’associazione del Premio Nobel per la pace 2022 Ales’ Bialiatski, ora in carcere in Belarus). Tra i tanti firmatari ucraini, anche il pittore Matvii Vaisberg, l’attivista per i diritti umani Evgenij Zacharov e Mikhailo Savva del gruppo per i diritti umani Sova. To the President of the European Commission Mrs. Ursula von der LeyenTo the President of Campania Mr. Vincenzo De LucaOpen Letter to contrast Valery Gergiev’s performance in Caserta We, the undersigned, write to express our deepest concern over the scheduled performance of Valery Gergiev — a public and official supporter of Vladimir Putin — at the Un’estate da Re festival in Caserta, Italy, on the 27th of July 2025.This concert, subsidized by public funds, marks Gergiev’s symbolic return to Europe’s cultural arena. It is not a neutral act. It is a political gesture — one that risks legitimizing the regime he represents and the violence it continues to unleash.Our request has nothing censorious in itself. We are not asking to silence art, but to remove visibility from a figure who is openly conniving and complicit with a political line that Europe, on the other hand, abhors and contrasts.Gergiev has consistently aligned himself with the Kremlin. He is not only an artist — he is a visible agent of cultural propaganda for a regime internationally accused of war crimes.After the invasion of Ukraine in 2022, major cultural institutions across Europe and North America have severed ties with him. His removal from the Munich Philharmonic, the Rotterdam Philharmonic Orchestra and other leading stages was not censorship — it was a moral stand against war propaganda cloaked in cultural prestige. Because of Gergiev’s stance on Mr. Putin and his politics, personal sanctions against him were recently adopted by Canada.This return on a prestigious stage in the heart of Europe, thanks to the support of public institutions, signals a dangerous shift. It normalizes an effective weapon in hybrid war: cultural propaganda. As widely documented, the Russian regime makes extensive use of such events internally to justify its aggression against Ukraine and its war against Western values. On the other hand, such events have a detrimental effect on the European Union, as they discredit the same countries and institutions that have been engaged for years in a longstanding fight against the threat posed by the Russian regime on European values, culture, and security.Art is never apolitical in times of war. Cultural spaces are not neutral zones; they shape public memory, values, and legitimacy. Hosting Gergiev while war crimes continue — while Ukrainian cities are bombed and civilians are killed and deported — turns theaters into platforms for whitewashing brutality. For all of the above reasons, we call for: • The cancellation of the 27th of July 2025 event in Caserta. • A transparent investigation by the European Commission into the use of public funds, including EU funding, for cultural events featuring Valery Gergiev or other active supporters of the Russian regime. • The launch of initiatives by the European Commission aimed at promoting a culture of peace through art, as a response to the use of culture as a propaganda tool by the Russian regime. La seconda lettera è stata consegnata ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Memorial Italia, a fronte delle ormai numerose occasioni in cui la propaganda russa ha avuto la possibilità di trovare spazio in Italia (oltre al caso Gergiev, si nominano le proiezioni dei documentari prodotti da Russia Today, sottoposta a sanzioni UE e altri casi), richiede la creazione di un apposito organismo di controllo parlamentare per contrastare il dilagare della propaganda russa in Italia, anche alla luce dell’uso strumentale che il regime putiniano fa della propaganda sul fronte interno. Alla c.a. del Presidente del Senato della Repubblica On. Ignazio La Russa e del Presidente della Camera dei Deputati On. Lorenzo FontanaMisure urgenti contro la propaganda russa e la guerra ibrida del Cremlino in relazione all’aggressione dell’Ucraina Egregi Presidenti,la nostra associazione, Memorial Italia, è espressione nel nostro paese della ONG russa Memorial, impegnata dai… Continua a leggere 18 luglio 2025. Stop alla propaganda russa in EU: appelli alle istituzioni.

