Voci dalla guerra: Rostyslav Pašyns’kyj

Rostyslav Pašyns’kyj e un altro ragazzo incontrato per via, Maksym, sono stati presi prigionieri mentre cercavano autonomamente una via di evacuazione da Buča. I due ragazzi sono stati picchiati e minacciati del taglio di dita e orecchie. Per costringere uno di loro a confessare che era un tiratore, i russi hanno simulato la fucilazione dell’altro. Per conoscere la paura che hanno dovuto provare due civili e per sapere come è finita la loro storia, guardate il nostro reportage.

Voci dalla guerra: Viktor Marynčak

Per il progetto “Voci dalla guerra”, portato avanti dalla rete di Memorial col Gruppo di difesa dei diritti umani di Charkiv (KhPG o “Memorial Ucraina”), Denys Volocha ha raccolto la testimonianza di padre Viktor Marynčak, sacerdote che continua a officiare a Charkiv, offrendo assistenza spirituale ai fedeli. La guerra ha messo duramente alla prova la sua fede, che non è venuta meno.

Voci dalla guerra: Vitalij Bandruškiv

Vitalij Bandruškiv ha lasciato con la famiglia Mariupol’ assediata dall’esercito russo. Alle sue spalle è rimasta una città distrutta, in cui sono stati presi di mira i civili. Anche se si aspettava la guerra, Vitalij non immaginava che essa avrebbe assunto tali proporzioni.

Voci dalla guerra: Valentyna Torhons'ka

Valentyna Torhons’ka, nata nel 1953, aveva lavorato una vita e trascorreva gli anni della pensione nel suo appartamento. L’arrivo delle truppe russe a Borodjanka ha significato per lei assistere a scene di distruzione, al crollo della sua casa, alla morte di suoi concittadini.

Voci dalla guerra: Maksym Vajner

Maksym Vajner è un volontario che si adopera per fornire soccorso. Mentre cercava di portare in salvo una donna ferita, l’auto su cui viaggiava è stata colpita da un missile. Il volontario statunitense che era con lui, Pete Reed, è morto sul colpo. Maksym ha riportato diverse lesioni, ma continua a prestare la sua opera, in forme diverse.

Voci dalla guerra: Kyrylo Kucenko

Kyrylo Kucenko racconta del suo avventuroso viaggio per lasciare Luhans’k invasa dai russi e rifugiarsi a Leopoli (L’viv). Gli invasori hanno devastato indiscriminatamente gli edifici della popolazione civile, riducendola a una vita di stenti. Kyrylo è riuscito a mettersi in salvo con la famiglia, ma non è stata un’impresa facile.

Voci dalla guerra: Natalija Štepa

Natalija Štepa ha vissuto coi vicini in uno scantinato per 17 giorni prima di riuscire a lasciare Rubižne, dove conduceva un’esistenza tranquilla prima dell’arrivo delle truppe russe. Nella sua intervista descrive a Taras Vyjčuk il terrore di vivere sotto le bombe e l’incredulità verso un’invasione motivata col pretesto di “salvare i russofoni” in assenza di una qualsivoglia persecuzione nella realtà.