Voci dalla guerra. Jurij Ljapkalo, padre di Hlib, di Mariupol’: “In ogni cortile ci sono tombe di civili uccisi”.

Il toponimo Mariupol’, così come Buča, è divenuto tristemente famoso anche oltre i confini dell’Ucraina ed è assurto a emblema della guerra di annientamento portata avanti dall’esercito russo. Jurij Ljapkalo è padre di un bambino di soli tre anni, Hlib, che è vissuto con lui durante l’occupazione, e racconta la lotta quotidiana per prendersi cura del figlio.

Voci dalla guerra. Iryna e Natalija Ostapovs’ki, madre e figlia: “Un razzo ha ucciso mio padre. Sono immagini che non mi usciranno più dalla memoria né dal cuore”

Brandelli di carne in un cratere: questo è tutto ciò che è rimasto del padre di Natalija e marito di Iryna, ucciso da una bomba russa nel villaggio di Červona Hirka, davanti agli occhi delle sue congiunte. Con lui è andata distrutta la casa, sono arsi tutti gli animali. Di fronte a questa scena apocalittica Iryna e Natalija sono annichilite, ma grazie alla solidarietà di altri ucraini sono riuscite a mettersi in salvo e a non lasciarsi andare. Ora confidano che tutte queste morti e distruzioni non restino impunite.

Voci dalla guerra. Paul Hughes, volontario canadese: “Resteremo in Ucraina fino alla fine”

Denys Volocha ha intervistato il volontario canadese Paul Hughes, presente in Ucraina con l’associazione HUGS, da lui fondata col figlio. Hughes ha rischiato di essere imprigionato dai russi mentre tentava di recuperare una bambina ucraina, ma dopo sette ore d’interrogatorio è stato rilasciato. Nell’intervista racconta della sua attività in Ucraina.

Oleg Orlov: “Oggi è peggio dell’epoca sovietica, ma siamo molti di più a opporci”

Oleg Orlov. Foto: Aleksandra Astachova / Mediazona

Oleg Orlov, co-presidente di Memorial, è detenuto in carcere in Russia a causa di una persecuzione politica. Ecco la traduzione di un’ampia intervista a Orlov raccolta dal giornalista e scrittore Filipp Dzjadko (Memorial Zukunft) prima della sentenza definitiva.

Voci dalla guerra. Andrij Halavin, arciprete: “Finché non chiameremo il male col suo nome, non vedo come sarà possibile riconciliarsi”

L’arciprete Andrij Halavin prestava il suo servizio a Buča, quando l’esercito russo l’ha occupata. I suoi occhi hanno assistito alle operazioni di riesumazione dei cadaveri, dopo la cacciata dei russi. Oggi accanto alla chiesa dove ufficiava si trova un memoriale a ricordo proprio di quelle vittime.

“Voleva dare fuoco al Cremlino”: regista di teatro accusato di terrorismo per una carta di gomma da masticare

Il regista teatrale Anatolij Levčenko è stato imprigionato dagli occupanti russi per un post su Facebook. Nell’intervista racconta la sua esperienza con la procedura di filtraggio e le terribili condizioni degli ucraini imprigionati dagli occupanti.

Matvij Vajsberh, pittore: “Se non investiamo nell’arte, rischiamo di perdere di nuovo”

Matvij Vajsberh è un pittore ucraino. Ha reagito all’invasione su vasta scala dipingendo con un’intensità tutta nuova. Nell’intervista realizzata per il progetto “Voci dalla guerra” Vajsberh insiste molto sul ruolo dell’arte e sull’importanza di far conoscere la cultura ucraina all’estero.

Dalla colonia penale di Smolensk. “Guerra in Ucraina e dittatura di Putin, contro l’interesse del popolo russo”

Il grande merito dell’opera, Un Occidente prigioniero o la tragedia dell’Europa centrale (Adelphi), è quello di disegnare un’idea d’Europa in cui non ci sono paesi occidentali (Austria) e orientali (Cecoslovacchia), ma un’unica matrice culturale comune.