I Trump vanno e vengono, ma voglio credere che l’America, con la sua tradizione di democrazia e di libertà, un paese fondato su principi e virtù oggi calpestati dalla presente amministrazione, finirà per prevalere.
Autore: vn
Come la Russia ha caparbiamente distorto l’immagine della Germania nell’ultimo decennio
È stata il principale obiettivo europeo nella guerra ibrida di Putin, con grande efficacia specie nelle regioni dell’est. Ha cavalcato ogni volta l’onda emotiva dell’ultima emergenza, con un carattere post-ideologico, più per dividere che per indottrinare.
Vincenzo Camporini: “Se in Ucraina passa il principio che prevale la forza, avremo conseguenze disastrose”
L’ex capo di stato maggiore della Difesa parla del rischio che i territori occupati dell’Ucraina vengano riconosciuti alla Russia: “Il pretesto delle rivendicazioni sulla base delle comunità linguistiche verrebbe immediatamente accampato anche all’interno dell’Europa, basti pensare ai Balcani Occidentali o alle minoranze in Transilvania in Romania e nella Rutenia Transcarpatica in Ucraina. Chi si sente più a rischio sono le repubbliche baltiche”.
L’arcobaleno delle rane e la Pax trumpiana
La parola “mir” in russo è ambigua, significa sia “mondo” che “pace”. Assieme con il loro “russkij mir” (mondo russo), questo sistema totalitario ha anche inventato un fittizio “pacifismo” russo. È un pacifismo basato sull’intimidazione e sulla tortura, contro cui si può lottare solo con mezzi e metodi di guerra. La persuasione non basterà.
Luigi Chiapperini: “Dire sì alla difesa europea e no al riarmo non ha senso. L’Italia ha i ritardi più gravi nell’esercito”
Il generale di corpo d’armata, oggi al centro studi dell’Esercito: “Minimizzare la minaccia russa è pericoloso. Se dovesse ottenere risultati positivi dalla guerra in Ucraina, andrebbe avanti nella sua politica revanscista, più volte dichiarata: Transnistria, Moldova e Paesi baltici potrebbero essere i prossimi obiettivi”.
Radka Denemarková: “Viviamo il tempo degli oligarchi narcisisti, che considerano il mondo un giocattolo privato”
La scrittrice ceca: “Noi che siamo nati nell’est capiamo molto meglio i segnali di una politica che rischia di diventare repressiva. Per me è sconvolgente che il pensiero totalitario sia ancora così attraente, ma è un modello tutto sommato semplice, basato su ordine e consumismo”… “Ha notato che una delle prime misure messe in atto da tutti i sistemi autoritari è quella di condizionare gli scrittori? Perché rappresentano lo specchio del potere. La censura è sempre tragica, ma è anche una buona notizia: significa che la voce della letteratura è ancora forte”.
Creare il caos. Le campagne di disinformazione russe in Germania
Non solo testi e informazioni falsi o dal contenuto manipolatorio, ma anche video deepfake, immagini e meme curatissimi capaci di diventare virali, insieme ad attacchi cyber, atti di sabotaggio e teppismo concepiti per influenzare i media e l’opinione pubblica. La convergenza con le iniziative di TikTok, la destra americana ed Elon Musk. Tutto finalizzato a seminare divisioni sociali e politiche che, in ultima analisi, mirano a destabilizzare Berlino e l’Europa.
La crisi dei diritti umani in Azerbaigian: i soldi del petrolio come carburante dell’autoritarismo
Lo schema è, d’altro canto, già noto: gli idrocarburi anestetizzano efficacemente i governi e le società dei paesi acquirenti, ma il dolore che prova chi è in carcere o subisce torture per aver resistito all’oppressione è reale e non ne viene placato. L’autoritarismo fa affidamento sulla nostra distrazione.
L’eredità di Naval’nyj è l’ottimismo politico
Non il tipo di ottimismo da meme della “bella Russia del futuro” che vediamo ovunque, né quello forzato che rasenta la propaganda e si riduce a illudere sé stessi e gli altri che il tiranno ha i giorni contati. Il suo è di una categoria superiore, è dato dalla consapevolezza che i tuoi ideali politici sono così importanti e la tua fede in essi così forte, che nemmeno non sapere quando potranno essere messi in atto può incrinarli. Non hai scelta: devi fare quello che fai e basta.
Contro i tatari di Crimea una brutalità senza fine
Sejran Saliev, giornalista civico, condannato a 15 anni per aver denunciato la repressione russa.

