Per la libertà di Kara Murza. Per la loro libertà, che è anche la nostra

L’intero regime lavora duramente per sterminare tutto ciò che ancora equivale alla coscienza, l’onore e il senso civico. Per sterminare tutto ciò che è ancora vivo in Russia.

La psichiatria punitiva in Russia. Un’arma di repressione efficace, che fa poco rumore

Manifestazione sulla Piazza Bolotnaja a Mosca nel dicembre 2011 (foto di Bogomolov.PL, CC BY-SA 3.0, immagine scurita)

Una pratica sistematica al tempo dell’Urss, poi ripartita forte dopo il 2012, l’anno d’inizio del terzo mandato di Putin e delle proteste di piazza Bolotnaja, le più grandi nella Russia post-sovietica, e ulteriormente dopo febbraio 2022. Fino a diventare patologizzazione del dissenso.

La diplomazia culturale di Putin. Nadiia Koval: “La cultura russa come strumento di influenza e dominio”

(Foto di A.Savin - Own work, CC BY-SA 3.0, Link)

Intervista alla sociologa dell’Ukrainian Institute sul ruolo dell’agenzia Russotrudničestvo e delle fondazioni Russkij Mir e Gorčakov prima e dopo l’invasione russa in Ucraina, molto attive, anche in occidente, nella promozione di una particolare immagine della Russia e nei progetti di russificazione.

Come Chagall e Tarkovskij. I nuovi transfughi parigini dell’arte russa

Targa commemorativa per Ivan Bunin a Parigi, 1 rue Jacques-Offenbach (credit: Wikimedia Commons / Mu; CC BY-SA 3.0)

Quattro artisti, seguendo le orme degli esuli fuggiti dal comunismo nel Novecento, combattono la propria guerra a Parigi. Le storie di Katja Demina, Naum Bleek, Marija Čuprinskaja ed Elena Gordienko.

Grigorij Sinčenko, detenuto ucraino in Russia: “Non ho cercato di uccidermi, mi sono tagliato le vene per protesta”

Foto di engin akyurt su Unsplash

Il racconto dal carcere di Rostov sul Don, in cui è in detenzione preventiva: “Ho usato il mio sangue come inchiostro per descrivere le torture sulle pareti della cella”. Il Tribunale militare del distretto meridionale lo accusa di “spionaggio e sabotaggio” e di 40 altri reati commessi sul territorio della cosiddetta Repubblica popolare di Donec’k..

Vedere il Terrore: i Gulag sugli schermi in Russia. Intervista con Kristian Feigelson

Rovine del gulag di Butugyček Oxonhutchб, CC BY 2.5, via Wikimedia Commons

Il sociologo della Sorbona: “I russi non sono ancora riusciti a elaborare il trauma dei campi che ha colpito tre generazioni. Il regime putiniano non ha concorso affatto alla creazione di una memoria audiovisiva critica, anzi, il suo avvento ha contribuito profondamente a questa cecità della storia”.

Sulla deportazione di migliaia di bambini ucraini in Russia. Con l’obiettivo di “rieducarli”

Marija L'vova-Belova e Vladimir Putin nel marzo 2022 (foto: Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)

La first lady Olena Zelens’ka ha dichiarato di possedere le prove dell’allontanamento forzato di non meno di 19.500 minorenni ucraini, di fatto deportati in Russia. Uno sforzo per ritrovarli e riportarli alle loro case sarà difficilmente fattibile senza la cooperazione delle autorità russe, sia essa conseguente a un cambio di politica interna, o imposta dalle circostanze di una sconfitta militare.

Ai confini della guerra, tra i 22 milioni di ucraini in fuga. Conversazione con Francesco Vietti

Moldova (foto di Foto di Vlad Gregurco su Unsplash ridimensionata)

L’antropologo parla di quello che è stato il più grande spostamento di popolazione in Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale, con uno sguardo particolare a quanto avvenuto in Moldavia: “Fermarsi lì per queste persone significa anche rimanere vicino a casa, pensare il ritorno come possibile”… “La guerra non insegna mai niente, ma sui migranti qualcosa dovrebbe insegnarcela”.

Ripensare l’Ostpolitik. Indulgenza e gasdotti, gli errori della Germania con la Russia

Gli esempi di decisioni politiche sbagliate prese a Berlino nei confronti dell’Europa orientale sono molti, e ben analizzati in un libro di Sabine Adler, ma quello più evidente sono i due famigerati gasdotti sottomarini che attraversano il Mar Baltico: Nord Stream e Nord Stream 2.

L’Italia dovrebbe domandarsi perché molti rifugiati ucraini non restano

Rifugiati ucraini (Pakkin Leung, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)

Oltre 175mila persone accolte. In realtà ad occuparsi degli alloggi è stata perlopiù la diaspora ucraina. Lo Stato non ha avuto una strategia lungimirante. Eppure stiamo parlando quella immigrazione legale che anche secondo il governo Meloni deve essere sostenuta.